Bio vino, bianchi d’eccellenza a Ponente

Giobatta Aimone Vio con tutta la sua splendida famiglia, la moglie Chiara e le loro tre figlie, rappresentano il prototipo della nuova vincente viticoltura ligure. In primo piano il rispetto dell’ambiente che si traduce in una rigorosa conduzione biologica delle vigne da cui prendono vita una serie di vini di invidiabile livello.

A ridosso della vendemmia, con i grappoli appesi alle viti pronti o quasi per essere raccolti, abbiamo bussato alle porte della loro casa/cantina, sempre aperte alle visite dei numerosi enoturisti alla scoperta di queste magiche terre. È stata occasione per un assaggio in vigna di un bel po’ di chicchi d’uva (pigato, vermentino, granaccia, rossese di Dolceacqua e di Campochiesa, ed altre varie amenità), ma soprattutto per testare, passata l’estate, il percorso in bottiglia delle loro cru. Attenzione rivolta, com’è giusto da queste parti, ai vini bianchi, vale a dire vermentino e pigato.

 

Vermentino Riviera Ligure di Ponente Aimone 2012

L’esuberanza dei primi mesi di bottiglia cede oggi il passo ad un portamento più misurato. Il vino ne guadagna in eleganza e pure in complessità, metabolizzando le sensazioni fruttate degli inizi per assumere sfumature salmastre di notevole interesse. Trova conferme il palato, teso e  di buona profondità.

Sullo scaffale a 12 euro

 

Pigato Riviera Ligure di Ponente Ma Renè 2012

Da buon fondista, il pigato di Giobatta, è partito piano, un po’ introverso e taciturno, facendo prima dell’estate solo intravedere le sue potenzialità. Oggi, con qualche mese di bottiglia in più, il naso, è di gran lunga più espressivo e ci regala note di frutta bianca e minerali molto gradevoli. La bocca è piena, ma senza eccessi alcolici, ben contrastata. Una ricchezza che non stanca la beva.

Sullo scaffale a 12 euro

 

Daniele Bartolozzi