Campo de Borja
L’Impero della Garnacha. Cannonau, Grenache, Alicante, Granaxa, Navarra, Rivelsaltes, Rossiglione ed altri nomi ad indicare uno stesso vitigno molto diffuso in tutto il mondo vitivinicolo

Le statistiche ci dicono che sia il quarto vitigno più coltivato.

I più lo considerano un vitigno francese esportato qua e là. Mentre sembra cosa certa che provenga dalle Terre d’Aragona  (Saragozza) e poi diffusosi nella vicina Rioja e Navarra.

Come vitigno spagnolo, Garnacha, è presente da circa 800 anni anche nel Priorat in Catalogna, ricoprendo circa il 40% del territorio vitato prima di oltrepassare il confine francese nella regione del Roussillon. A Banyuls, chiamato in loco Rossiglione, viene usato in purezza per ottenere l’omonimo vino fortificato. Non solo.

Nella vicina Linguadoca troviamo le uve di Grenache  partecipare, insieme ad altre importanti, alla produzione di rossi famosi.

Nella Côte du Rhône meridionale è il vitigno di maggior riferimento insieme al Syrah.

E via e via nel ricordarlo in Provenza come vitigno di riferimento per gli splendidi Rosé provenzali,  in Australia secondo solo al Syrah, nella valle di San Joaquin in California, senza dimenticare la presenza importante in Italia, particolarmente in Sardegna, conosciuto sotto il nome Cannonau.

Dobbiamo dire, ad onore del vero, che dopo il ritrovamento in Sardegna di vinaccioli riconducibili al Cannonau allo stato fossile risalenti a circa 3200 anni fa, il tutto lascerebbe pensare che questo vitigno sia un vero autoctono della Sardegna.

Ceppi di Garnacha e il Monte Moncayo (2.315 mt)

Ma al di là di queste scoperte che finiscono per trasportarci e scivolare in un tifo di tipo calcistico è sicuramente l’acclimatamento ideale che ci riconduce a considerarlo autoctono sia in Italia (Sardegna), Francia (Rodano e Midi) e in Spagna (Campo de Borja in Aragona).

Campo de Borja, difficile non pensarlo, avoca a se la primogenitura.

Piccola zona vitivinicola a pochi chilometri da Saragozza, è compresa tra il fiume Ebro e le Montagne del Sistema Iberico.

Il Moncayo, la montagna di riferimento, è l’elemento portante per il microclima nella valle; il fiume Ebro con i suoi affluenti di destra, partecipa con l’idro-clima. Ambedue conferiscono ai vini il carattere speciale della D.O, Campo de Borja.

Si pensa che furono gli antichi Romani a portare la vite da queste parti. Lo si presume seguendo le varie strade costruite per la conquista della Penisola Iberica. Ma il primo documento scritto e certo risale all’anno 1203 quando i monaci cistercensi del Monastero di Veruela acquistarono terre e vigneti. Monastero molto influente fino al ventesimo secolo quando le proprietà furono vendute ed ottennero, nel 1980 la Denominazione di Origine (DO) con tanto di disciplinare di produzione. Oggi ben 16 comuni ne fanno parte divisi in tre zone diverse vuoi per l’altitudine, per i terreni, per i micro climi. Zona inferiore. Quella che è compresa tra i 350-450 metri di altitudine, con terreni calcarei marroni e “garnachas”. Vini caldi, potenti e molto aromatici

Zona centrale. La più vitata. Compresa tra i 450-550 metri di altitudine. Terreni ghiaiosi (dovuti a La Huecha, fiume affluente dell’Ebro), argillosi-ferrosi. Buona esposizione al sole per vini molto complessi, intensi, strutturati.

Zona superiore. Influenzata dalla montagna Moncayo (primo nome Mons Caius poi San Miguel, 2.315 metri di altezza, il più alto dell’intero Sistema Iberico) con vigneti che vanno dai 550 ai 700 metri di altezza. Se ne traggono vini fini, sottili ed eleganti.

In tutta l’area di Campo de Borja ben 6.236 ettari risultano vitati di cui ben 3.510 a Garnacha costituendo un vero e proprio patrimonio con risultati di produzione che rasentano i 36 milioni di Kg (dati del 2016). La temperatura media annuale oscilla intorno ai 14°, le precipitazioni medie intorno ai 372 mm.

La zona di Campo de Borja

Dai dati degli ettari se ne deduce che altri vitigni sono presenti nella zona.

Tempranillo, Mazuela, Garnacha Tintorera, Macabeo, Verdejo, Garnacha Blanca e gl’immancabili internazionali Syrah, Cabernet (entrambi), Merlot, Chardonnay e Sauvignon Blanc.

Tutti questi dati e descrizioni sono scaturiti da un Convegno a latere del Vinexpo di Bordeaux 2017 tenuto dall’Ufficio preposto del Gobierno de Aragonin collaborazione con Wine from Spain seguito da degustazioni che hanno messo a confronto  vini provenienti da quattro nazioni dove la presenza del Grenache/Garnacha è significativa: Spagna, Italia, Australia e Francia. “The Grenache in the World”.

Inutile dire che Bodegas Alto Moncayo Campo de Borja, vincitore preannunciato ancor prima degli assaggi, è risultato l’eccellente di turno.

Comunque il suo assaggio mi ha portato ad esprimermi così: Estrema conseguenza di nozione di vino appagante. Eccellente con votazione di 94/100.

Diversità di microclimi, suoli differenti risultano essere los matrices impresionante del patrimonio viticola de las Garnachas y permite que  denominemos a Campo de Borja, el Imperio de la Garnacha”. Chapeau!

Urano Cupisti

Per ulteriori informazioni e approfondimenti:

Consejo Regulador de la D.O. Campo de Borja

c/subida de San Andrés, 6

50570 Ainzon – Zaragoza – Spain

Tel  0034 976 85 21 22

www.docampodeborja.com