I tre Gigli

Il riferimento non è agli abitanti (me ne guarderei) ma al luogo, al villaggio rurale, collinare, dove tutto è in piccole proporzioni e numeri.

Oneta, frazione di Borgo a Mozzano (conosciuto come il Borgo), una sessantina di anime.

Poche case, in parte restaurate come seconde case. Antichi mestieri, dove tutti “ci si da una mano”.

Una strada, anch’essa stretta, una mulattiera asfaltata, resa percorribile a senso alternato, molto tortuosa che con tempistiche “senza furie” collega la frazione al Borgo.

Anche l’azienda Gigli rientra in questi parametri: vigna di mezz’ettaro o poco più, cantina in miniatura dove con tre persone risulta superaffollata, il tutto nascosto da boschi.

Insieme ad Angelo

Ed infine Angelo Bertacchini, studi in agraria e consulenze in tutta la Toscana.

Non un hobbit; tutt’altro, un giovanottone con una buona stazza, con l’aria e lo sguardo contadino. Perché contadino si immagina ancora, amante del proprio territorio, delle sue radici e del lavoro che svolge.

Angelo il vignaiolo

Fai vini naturali? 

“Per forza, in un ambiente come questo è naturale procedere con tecniche meno invasive e la cura della vigna non può che risultare superbiologica, non occorre alcuna certificazione”.

Viticoltore umile a dispetto delle aure di culto che troviamo in giro; le poche bottiglie prodotte sono contese e prenotate con largo anticipo dalla clientela fedelissima che chiama per nome e con la quale mantiene contatti amichevoli. È contadino, vignaiolo, cantiniere, imbottigliatore e corriere. È Angelo Bertacchini, il vignaiolo della Contea Hobbit di Oneta.

Ma cosa produce per essere la sua mini produzione così contesa?

Partiamo dalla vigna. È uno spettacolo della natura visitarla, calpestarla. Le piante si contano, sembra che abbiano un nome quando le descrive. “Che lavoro, che fatica essere arrivati fin qui”.

Gigli, la cantina

Necessario il racconto. Dalla decisione di produrre vino per essere venduto, allo studio ampelografico delle innumerevoli specie presenti in quel fazzoletto di terra. La ricerca di dedicarsi alle varietà autoctone, meglio dire “locali”.

Alla scelta finale di dedicarsi alla Barsaglina (a qualche chilometro di distanza chiamata Massaretta). Vuoi per il gusto pieno ed equilibrato e profilo intenso fruttato, vuoi per il finale sapido, leggera presenza zuccherina ottimale per le produzioni tradizionali. Di contro la buccia con massa colorante assai presente e la tendenza ad aumentare la massa alcoolica.

Alla fine di tutto il ragionamento ecco le spiegazioni di queste scelte: spumantizzare. Perché Angelo principalmente produce due spumanti: un rosé ancestrale e un metodo classico 36 mesi sui lieviti.

Spumanti che coniugano stoffa e struttura in uno stile molto severo.

Ma come, spumanti nella Valle del Serchio, a Oneta, terre di funghi e castagne?

“Il mio stile, ricerca, è il risultato di studi fatti sulla potenzialità del vitigno e indubbiamente ha un tratto deciso. Tutti e due sono costruiti su nozioni aromatiche di maturità. Il percorso in cantina del così detto vino base smussa molto le durezze e conferisce una certa dolcezza che si riscontra sia al naso che in bocca”.

La magia della Barsaglina

– Gigli Rosé vendemmia 2016. Barsaglina 100%. Metodo ancestrale con il fondo. Coerente con il metodo di appartenenza. Nella sua semplicità risulta buono e gradevole. Una simpatica e, sotto certi aspetti, seducente sorpresa. Voto 85/100

Vasca Gigli

– Gigli spumante 36 mesi vendemmia 2014. Affascinante sorpresa. Sono severo nel giudicare gli spumanti soprattutto quando la preparazione (compresa la scelta del vitigno) esce dai canoni tradizionali. Questo spumante con apprezzabile finezza della carbonica, è risultato fresco anche se la spina acida non è riuscita a fondersi compiutamente.

Sicuro che Angelo, nelle produzioni successive, porterà gli accorgimenti dovuti. Ottimo, voto 88/100.

A latere l’assaggio dell’unico vino fermo che produce in una quantità molto limitata. Gigli Igt 2015. Buono, voto 86/100

Vignaiolo vero, sensibile e determinato, con quel cappellino in testa e a volte le bretellone, note di un abbigliamento che ama e non sono affatto elementi descrittivi del “personaggio” perché Angelo detesta l’essere personaggio.

Ama definirsi uno degli ultimi contadini, dedizione straordinaria alla sua terra. Chapeau!

I portabottiglie

Dimenticavo: e les pupitres? Non cercatele. Troverete delle semplici casse per l’acqua minerale dove Angelo depone le bottiglie a capo in giù.

Poi il movimento classico del quarto di giro e la pulizia interna della bottiglia è fatta.

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 3 settembre 2019

 

Gigli di Angelo Bertacchini

Oneta – Borgo a Mozzano (Lu)

Cell:  392  3978168

Angelo.bertacchini@virgilio.it

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