Fare sistema è l’approccio di base del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020

Ci si aspetta tanto, tantissimo a volte, dai Piani di Sviluppo Rurale ma negli anni scorsi le attese sono andate deluse per molti, quasi sempre per l’eccessiva burocrazia, l’impossibilità di accedere ai bandi da soli, le difficoltà di interpretare le norme o anticipare tutte le spese. Si spera non sia così il nuovo PSR 2014-2020 presentato in grande stile, benché con lieve ritardo, dalla Regione Lazio con un evento molto partecipato lo scorso lunedì 30 novembre a Roma.

Il presidente della Regione Nicola Zingaretti, intervenuto dopo l’assessore all’Agricoltura Sonia Ricci e i dirigenti che sono entrati nel dettaglio della misura, ha chiarito un aspetto importante di stampo generale: “Le iniziative del PSR respireranno e produrranno più risultati – ha detto il presidente della Regione Lazio – se ci sarà una nuova idea di sviluppo nel mondo. Negli ultimi 20 anni la crescita è stata collegata esclusivamente alla Finanza e all’urbanizzazione, premiando la tecnologia e soffocando l’agricoltura quasi come inutile. Si tratta di direzioni malate, da denunciare”. Un concetto supportato anche dal punto di vista pratico, ricordando come il Lazio sia la seconda regione per PIL in Italia, quindi “rivalutare il Lazio significa anche aiutare il Paese”. Quindi, in sostanza, mettere al centro l’agricoltura rivedendo anche le politiche urbanistiche e, soprattutto, ricominciare a dialogare davvero con l’Europa.

Sul come farlo, attuando al meglio il PSR, le indicazioni maggiori sono arrivate da Roberto Ottaviani, a capo della Direzione regionale Agricoltura e Sviluppo rurale Caccia e Pesca, e soprattutto da Roberto Aleandri, dirigente Area Programmazione Comunitaria Monitoraggio e Sviluppo rurale, che ha realizzato una presentazione tecnica tesa ad evidenziare le parole chiave del Piano che per questi sette anni (ormai ridotti a cinque) prevede fondi per 780 milioni di euro con un aumento del 10% rispetto al precedente (+77 milioni).

Imponente lo sforzo regionale, con un contributo che rispetto al passato è quasi raddoppiato, dai 70 milioni del piano precedente si è passati infatti a 133, ai quali si aggiungono i 337 europei e i 310 statali. Aleandri ha quindi toccato i temi chiave, riassumibili in innovazione, giovani, integrazione, ambiente, clima e territorio. Notevole proprio il focus sulle nuove generazioni, con un fondo che arriva fino a 70.000 euro per le start up, un modello unico in Italia. Dal punto di vista tecnico il PSR è diviso in 6 Priorità suddivise in 17 Focus Area che prevedono a loro volta 15 Misure attuate ripartite in 45 Sottomisure e 58 Operazioni. Tutto in chiaro e a disposizione sul sito internet www.lazioeuropa.it, sperando soprattutto nel miglioramento dell’aspetto burocratico, sottolineato da tutti i presenti come uno dei problemi maggiori del piano precedente.

L’assessore Ricci, intervento al quale hanno fatto seguito quelli dei rappresentanti di categoria intervenuti in modo completo alla presentazione, ha ribadito come l’obiettivo intrapreso è quello di tracciare “il progetto di una nuova agricoltura, che parte dal suo centro, ovvero l’impresa agricola”. Senza dimenticare le debolezze del settore come “la frammentazione del sistema anche a livello di pensiero e di tipo culturale, non solo economica. Siamo quindi in presenza non solo di una polverizzazione degli sforzi ma anche della persistenza di una difficoltà a pensare e operare in termini collettivi, di condividere senso di appartenenza capace di generare benefici per tutti. Fare sistema è quindi l’approccio di base del PSR, puntiamo su interventi che favoriscano i processi di aggregazione e le reti”.

Importante anche il riferimento concreto alla comunità scientifica: “In Regione abbiamo tante università e tanti enti di ricerca, dobbiamo creare le condizioni affinché si sviluppi un dialogo vero tra questi soggetti e le imprese agricole”. “Saremo selettivi e inclusivi, – ha concluso la Ricci – premiando le progettualità che avranno priorità chiare e cercando di far crescere tutti i territori”.