Tra il Chianti Classico e le Crete senesi
Una tenuta, quella di Felsina, che si lascia amare per la posizione incantevole ed emozionante che declina verso valle, verso le Crete senesi in uno scenario a perdita d’occhio dove all’infinito si staglia la sagoma del Monte Amiata. Marco, il responsabile vendite Italia che mi accompagna nella visita, mi ricorda che “nelle giornate limpide di tramontana si riesce a vedere il Terminillo”.
La proprietà si estende e sviluppa su un territorio di 600 ettari di cui 95 vitati. La funzione idro-climatica è garantita dal fiume Ombrone che in questa parte iniziale ha il carattere torrentizio necessario per svolgere al meglio la sua funzione. Clima, paesaggio, terreni. I tre elementi che ti fanno innamorare a prima vista. Un insieme di varianti come l’alternanza delle vigne agli uliveti e ai boschi rendono fattibile una agricoltura senza eccessi. Una scelta responsabile rivolta alla salvaguardia della biodiversità.
“Il cambio dei cavalli” è stato nei secoli quello che oggi si chiama “far benzina”. Un tempo significava fermata, sosta durante un viaggio, tappa, stazione, appunto “stazione di posta”, ogni 30 km il luogo dove un tempo sostavano le diligenze e si cambiavano i cavalli. Oggi nel piccolo borgo di Felsina, nei locali che furono la vecchia stazione di posta c’è la cantina storica, ancora parte integrante del ciclo produttivo. Non più ricovero dei cavalli ma “tinaia” straordinaria, emozionante, grandiosa con le sue enormi botti. In un ambiente più recente la imponente barriccaia, una specie di “soleras” (non come metodo ma come disposizione) che impressiona a prima vista. E capisci la consistenza della Tenuta di Felsina.
L’attuale proprietà dal 1966 è della Famiglia Poggiali che ha voluto mantenere le tradizioni se pur in un contesto di modernità. Suddivisa in una quindicina di poderi dove, in alcuni di essi, si producono i cru aziendali.
Il vigneto Rancia prende il nome da un antico podere posizionato tra i 350 e 400 metri di altezza là dove esistono i resti di un convento benedettino che viene ancora adibito a vinsantaia. Terreno di origine calcarea e galestro.
Diversa la produzione che porta al Fontalloro nato nel lontano 1983. Sangiovese 100% le cui uve provengono in parte dalla zona del Chianti Classico e in parte da vigneti posti a sud di Castelnuovo Berardenga, nella denominazione Chianti Colli Senesi.
Il vigneto Colonia è un progetto della Famiglia Poggiali iniziato dal nonno Domenico e terminato nel 1997 dal nipote Giovanni con la prima raccolta di uve. Solo nel 2006 viene imbottigliata la prima annata con una produzione molto limitata, 3000 bottiglie, numerate, riservate a veri amanti del Sangiovese.
Il Maestro Raro è un Cabernet Sauvignon le cui uve provengono dal vigneto Rancia Piccola e Poggiolo, il primo chiamato anche del Maestro Raro, adiacente e di caratteristiche simili a quello di Rancia. La dimostrazione che il territorio del Chianti è adatto a vitigni di provenienza diversa. Prima annata di produzione 1987.
Questi alcuni degli assaggi effettuati:
- Chianti Classico Riserva 2009. Sangiovese 100%. Stile ed eleganza in questa Riserva. Rubino luminoso con lacrimazione fitta e corposa. Al naso tutto il Sangiovese che vuoi con un ventaglio olfattivo concentrato su ciliegie e lamponi. Gli speziati abbondano. Al palato è ricco con carica sapida e piacevole freschezza in equilibrio con l’abbondante presenza di polialcoli. Tannini fini. Voto
- Rancia Riserva 2009. Sangiovese 100%. Di tutti i campioni assaggiati è quello che mi ha lasciato dentro quel qualcosa in più. Rubino brillante e ricca consistenza. Al naso intenso e complesso arricchito da una aromaticità molto espressiva. Al palato domina la fitta e nobile massa tannica che accompagna il sorso nell’equilibrio caldo e sapido. Lunghissimo con retro nasali che riportano al quadro olfattivo. Voto e chapeau!!!
- Fontalloro 2009. Sangiovese 100%. Lo definirei, in questa versione 2009, l’infinito Fontalloro. Rubino lucente con corposa fluidità. Olfatto elegante e nobile. Secondari che si aprono e lasciano spazio ai terziari in una complessità che comprende tante famiglie di profumi. Al palato è aristocratico ed il sorso ti inebria. Caldo, morbido, fresco e sapido con tannini modulati. In sintesi perfetto equilibrio e armonia raggiunta. Voto
- Colonia 2007. Gran Selezione Chianti Classico Sangiovese 100%. Un vino diverso in tutto. Proviene dal Vigneto Colonia posto alla sommità del Poggio a Rancia(circa 500 mt di altitudine) ed il nome deriva da una colonia elioterapica. La sua vinificazione prevede affinamenti in barriques nuove per oltre 30 mesi e successivi 12 mesi in bottiglia. Il colore non può che essere un rubino intenso con sfumature granate che colorano il bevante quando rotea. Consistente. Naso spettacolare con intensità intensa e complessità inebriante. I piacevoli sentori di fruttato sottobosco avvolti in altrettanti che riportano alla terra, alla mineralità del luogo di origine. Palato equilibrato con un finale molto lungo. Voto e chapeau!!!
- Maestro Raro 2011. Cabernet Sauvignon 100%. Rubino con bagliori violacei, ruota nel bevante con fatica lasciando cenni accentuati di morbidezza. Al naso è Cabernet Sauvignon con la presenza di erbaceo evidente. Al palato è equilibrato e potente con tannini setosi ed una persistenza infinita. Che dire: Bello!!!. Voto
Ed infine in terra di Toscana come non mancare l’assaggio di
- Vin Santo 2004. Trebbiano, Malvasia e Sangiovese. La tradizione antica è tutta nel passaggio delle “madri” dai caratelli di 100 lt. di un’annata a quelli di un’altra. Il “tocco” di Felsina è l’aggiunta di Sangiovese. Il lungo invecchiamento, oltre 7 anni, compie il “miracolo”. Giallo dorato, con riflessi ramati. Al naso inebriante di sentori di frutta passita e tropicale. Al palato morbidezza e eleganza ben integrata nel legno del caratello. Al sorso si rileva un giusto residuo zuccherino che non stanca… anzi richiama altro sorso. Voto e chapeau!!!
Leggo nella presentazione aziendale:“Frutto di un connubio unico tra terra e vitigno, cultura e fatica delle mani, scienza enologica e sapienza del cantiniere, i vitigni di Fèlsina esprimono la particolarità del terroir, dei paesaggi, dei profumi, dei suoni di quest’angolo della Toscana, facendone rivivere la storia e la tradizione”. Come non condividere!
Lascio la Stazione di Posta di Felsina con una “carrozza” trainata da cavalli diversi (vapore o fiscali decidete voi) dopo la mia “sosta” enoica. Vino… una passione!
Urano Cupisti