Legame con il territorio, esperienzialità dei luoghi di vendita e di consumo, capacità di comunicare e fare marketing, giusto rapporto qualità-prezzo: sono alcune delle parole chiave che emergono dalla ricerca condotta dal Gruppo 24 ORE con le sue riviste Bargiornale, Gdoweek, Mark Up, Ristoranti Imprese del Gusto e VigneVini in collaborazione con l’esperta in tendenze alimentari e sociali Marilena Colussi e l’istituto di ricerche Duepuntozero Research, Gruppo Doxa con l’obiettivo di individuare i principali trend destinati a caratterizzare le dinamiche del vino nel prossimo futuro.
Per raggiungere questi obiettivi la ricerca è stata condotta coinvolgendo da un lato i consumatori (un campione costituito da 500 persone di età compresa tra i 18 ed i 64 anni), dall’altro i professionisti dell’intera filiera del mondo del vino (507 persone, di cui oltre la metà intervistati nel corso del Vinitaly).
Ma, dunque, com’è vissuto oggi il vino dai consumatori? Emerge dalla ricerca un quadro assolutamente positivo e coinvolgente, la dimensione conviviale risulta di particolare rilievo: il 28% dei consumatori beve vino perché si adatta ad ogni situazione, il 20% perché fa stare bene, soprattutto se consumato in compagnia, creando allegria. Emerge inoltre che l’esperienza soggettiva di tipo percettivo organolettico ed emotivo svolge un ruolo di fondamentale importanza: il 22% degli intervistati dichiara di berlo perché esalta i sapori del cibo e della buona tavola, per il 15% “esalta i sensi”.
Non manca il richiamo al legame con i territori di produzione, all’ambiente naturale, con i suoi riferimenti alle tradizioni ed al rispetto della natura e dei suoi cicli: il 13% associa l’idea del consumo del vino ad un concetto di naturalità, in quanto appartiene alla storia dell’uomo, e lo considera parte integrante della tradizione italiana.
È importante per il consumatore anche la salubrità del prodotto, intesa come desiderio di sempre maggiori informazioni. Gli italiani sono interessati alla provenienza, composizione, sono curiosi di conoscere la storia e la veridicità delle radici, le particolarità che rendono ogni tipo di vino un prodotto unico da assaggiare, ma anche da raccontare. Una parte ancora piccola ma con percentuale di crescita importante sono i consumatori “green” alla ricerca di una sostenibilità ancora difficile da definire, ma sicuramente attraente e incuriosente. Un approfondimento sul tema della sostenibilità è stato fatto da Davide Paolini, durante il convegno per la presentazione del Rapporto, tenutosi, stamani 18 giugno, presso la sede del Gruppo 24 ORE.
Infatti, il celebre Gastronauta ha intavolato una conversazione su “La via sostenibile del vino” con Riccardo Cotarella, enologo e docente di viticoltura ed enologia all’Università della Tuscia di Viterbo e Emilio Renato Defilippi enologo e coordinatore Progetto Magis. Tra le evidenze emerse, la possibilità, citata da Cotarella e sostenuta da Paolini, di eliminare o perlomeno ridurre i solfiti nel vino.
Tornando alla ricerca, altro aspetto emerso sul fronte dell’acquisto, il prezzo, sempre di più elemento fondamentale nella scelta, ma calibrato da occasione e abbinamento.
Dell’importanza del rapporto qualità-prezzo sono ben consapevoli anche i professionisti del settore: per gli operatori dell’HORECA (ed in particolare i ristoratori, i manager di wine bar ed enoteche) questo è un fattore di rilievo, addirittura in misura superiore rispetto a quanto indicato dai consumatori (il 51% dei professionisti lo indica come fattore di successo per il futuro del vino, contro il 33% dei consumatori).
Oltre al rapporto qualità-prezzo, il target target professionale ritiene che i fattori che condizioneranno il futuro del “prodotto vino” saranno l’alta qualità (anche in questo caso con un peso inferiore rispetto a quello attribuito dai consumatori: 39% dei professionisti rispetto al 50% dei consumatori), la Provenienza-Territorialità (33%), Marketing e Comunicazione e al quinto posto la salubrità, intesa come assenza di sostanze allergizzanti e pericolose.
Proprio la comunicazione e in particolare quella che viaggia sulla rete è stata oggetto dell’incontro con Andrea Gori, sommelier e blogger, e Giuliano Prati, innovation manager: è infatti ancora esigua la schiera di aziende che nel mondo del vino (e non solo) sono in grado di padroneggiare i social network a fini di comunicazione e promozione.
Nel corso del convegno, moderato da Cristina Lazzati, vicedirettore Area Retail – Business media del Gruppo 24 ORE, è emerso come l’estrema frammentazione dell’offerta, che si sposa con la mancanza di supporti promozionali adeguati a livello di settore, veda la filiera del vino in cerca di un nuovo paradigma per affrontare le richieste emergenti del consumatore. Un limite, infatti, che sconta il mondo vitivinicolo italiano è quello di non riuscire a far conoscere la ricchezza della propria offerta, sia in Italia che all’estero. A questo tema di affianca una GDO sempre più evoluta e interessata ad avere supporti e stimoli da parte della produzione, come ha ben sottolineato Massimo Furlan, responsabile Food&Beverage di Rinascente, d’accordo anche Riccardo Ravasio, direttore commerciale Italia di Gruppo Italiano Vini. Sull’altro versante, la ristorazione: Antonio Santini, del Ristorante dal Pescatore Canneto sull’Oglio, ha sottolineato che ormai “la cantina” rischia di diventare la zavorra che affonda molti dei piccoli e medi ristoratori che, a causa della crisi, stano già annaspando. Santini ha, quindi, sottolineato la necessità di trovare una soluzione logistica a questo problema.
Per continuare ad approfondire le tematiche più attuali che riguardano il mondo del vino e che coinvolgono l’intera filiera (agricoltura, retail, horeca) il Gruppo 24 ORE con le sue testate dedicate a questo comparto ha deciso di costituire un tavolo tecnico del vino, a cui siederanno i rappresentanti del mondo della produzione: l’obiettivo è quello di evidenziare gli argomenti di maggiore rilevanza per effettuare degli approfondimenti periodici attraverso le riviste, dando risposte puntuali al mercato.