Il vino non è fine a se stesso. Il vino è arte, opera sapiente dell’uomo, e ad ogni genere di arte si lega e con ogni genere di arte si esalta

Il vino non è fine a se stesso. Il vino non è fatto solo di maratone degustatorie, spesso bisognose di spinte e spallate  per conquistare l’ambito bicchiere da assaggiare velocemente in un ambiente caldo maleodorante e rumoroso, oppure in sequenze scandite da ritmi insostenibili nei quali è facile perdersi.

Il vino è arte, opera sapiente dell’uomo, e ad ogni genere di arte si lega e con ogni genere di arte si esalta.

Molti dei grandi e storici produttori e famosi “vinattieri” la sanno da sempre e da sempre hanno legato il loro nome a svariate forme di arte, pittura, scultura, architettura, musica, poesia.

È il caso della Famiglia Antinori e del recupero della Lunetta Antinori di Giovanni della Robbia,  un’iniziativa che vale la pena di seguire e vivere per intero. Un nostro vero e proprio suggerimento: l’ invito a visitare la mostra allestita al Museo del Bargello di Firenze e a proseguire per le Cantine Antinori di Bargino, dove la mostra trova il suo anello di congiunzione con la fusione tra arte, storia, ambiente, architettura vino e gastronomia. Un suggerimento per vivere una full immersion nella vera anima del vino.

LA LUNETTA ANTINORI E STEFANO ARIENTI: UN PERCORSO COMPIUTO

Nei primi decenni del 1500 Niccolò di Tommaso Antinori grazie alla sua intraprendenza mercantile consolida il casato di famiglia in una Firenze centro pulsante economico finanziario tra i più importanti nel mondo in quel momento.

Fu Niccolò ad acquistare il palazzo vicino a Santa Maria Novella che oggi, insieme alla piazza, porta il nome di famiglia degli Antinori. Già da diversi decenni operava in Firenze la bottega dei Della Robbia, fondata da Luca e detentrice di un’invenzione (oggi si chiamerebbe brevetto) sulla produzione di “scultura invetriata”. Giovanni, figlio di Andrea e nipote di Luca, era uno degli eredi di questa arte segreta e nel 1520 Niccolò Antinori commissionò proprio a lui l’esecuzione di una lunetta dal titolo di “Resurrezione di Cristo” per la sua Villa Le Rose, alle porte di Firenze, dalle dimensioni insolitamente importanti, alta 177cm, profonda 38cm e lunga 365cm con un peso di circa 500kg. La figura di Niccolò Antinori è riprodotta inginocchiata alla destra del Cristo risorto.

Nel 1898 Aaron Augustus Healy, capo di una delle aziende leader nel commercio della pelle negli Stati Uniti  e presidente del Brooklyn Museum, acquistò il rilievo direttamente dalla famiglia Antinori per donarlo al suo museo. L’opera fu trasferita a Brooklyn  e immediatamente installata come capolavoro della collezione museale. Nel 2012 la lunetta fu rimossa dalle sale  e spostata in un deposito dove restò per due anni. Finalmente nel 2015, in vista di due imponenti mostre a Boston e a Washington,  l’opera fu sottoposta a restauro completo e restituita al suo splendore originale. Il tutto grazie all’intervento  degli Antinori nel solco di quel mecenatismo culturale che da più di seicento anni lega la famiglia alla passione per le arti, sia quella della trasformazione dei frutti della terra in grandi vini, sia con la pittura, scultura, architettura.

La Marchesi Antinori Spa è anche sponsor del temporaneo rientro in Italia di questa opera a seguito di un bando pubblico indetto dal Museo del Bargello, che è tra l’altro il luogo dove si conserva la maggiore raccolta al mondo di sculture in terracotta invetriata dei Della Robbia.

La mostra dal titolo “Da Brooklyn al Bargello: Giovanni della Robbia, la lunetta Antinori e Stefano Arienti” sarà aperta al pubblico fino al giorno 8 aprile 2018.

Per celebrare il ritorno della lunetta e la sua esposizione tra le opere di Donatello e Michelangelo, la famiglia Antinori ha messo in atto una nuova committenza affidando all’artista italiano Stefano Arienti una duplice reinterpretazione e rilettura dell’opera di Della Robbia. Una parte di questa opera è esposta al Museo del Bargello in una sala dedicata, attigua a quella della lunetta,  dove su diverse sinopie strappate, supporti bidimensionali con pittura ad inchiostro metallico, oro, rame su telo antipolvere bianco da cantiere, vere e proprie simulazioni di scene teatrali, sono raffigurati i personaggi della lunetta in scala reale. Attraverso questa rappresentazione risalta la modernità compositiva e formale del capolavoro rinascimentale dei Della Robbia.

La seconda parte dell’opera “Altorilievo” è esposta nella Vinsantaia della cantina Antinori nel Chianti Classico a Bargino e si articola come la scomposizione di un altorilievo scultoreo in cui le figure della lunetta, sempre in monocromia, vengono riproposte nelle 46 campiture strutturali dell’opera originale in una diversa distribuzione spaziale che pone l’osservatore al centro dell’opera e contemporaneamente, sfruttando la cromaticità e la luce dell’ambiente e la presenza dei legni carchi di vino, gli impone una religiosa contemplazione ieratica.

MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO

Via del Proconsolo, 4 – Firenze

10 novembre 2017 – 8 aprile 2018

Orari e prezzo biglietti: www.bargellomusei.beniculturali.it tel. 055290383

 

LE CANTINE ANTINORI A BARGINO

Un’opera unica e monumentale, una delle cantine più interessanti al mondo, interamente ipogea, dove il vino matura e si affina nella sacralità del silenzio e dell’ombra.

L’Altorilievo di Arienti è situato in una di queste sale, al piano più alto delle cantine come compete ad una vera vinsantaia.

Da qui, una volta effettuato tutto il percorso artistico, si può passare alla terrazza esterna e godere dell’architettura con i caldi mattoni che ricordano la terra toscana, del panorama, della gastronomia e del vino.

Rinuccio 1180, dedicato al capostipite della Famiglia Rinuccio degli Antinori, è qualcosa di più di un ristorante. Un punto di sosta e di meditazione, di ristoro dei sensi e della mente, senza infine trascurare l’aspetto edonistico della gastronomia legata ai grandi vini dell’azienda. La cucina, supervisionata da Matia Barciulli e Marcello Crini, responsabili dell’Osteria di Passignano, è aperta solo per il pranzo ed ha matrice tipicamente toscana con il giusto grado di attualizzazione. Impeccabili le materie prime, tra le quali spicca l’extravergine di casa, mentre è affascinante l’uso delle aromatiche con i profumi integri e puri che avvolgono i piatti proposti.

Così è piacevole immergersi nei piccoli cubi di baccalà fritto con purea di ceci che profuma intensamente di rosmarino, oppure nei tortelli che si esaltano con aromi di salvia, basilico e con il fruttato dell’extravergine con i suoi ricordi di carciofo fresco. Ottime le griglie per tagliate o bistecche e simpatico il Chianti Burger che occhieggia chiaramente ad una clientela di oltre oceano.

Inutile dire che ci si può sbizzarrire per gli abbinamenti con tutti i vini dell’universo Antinori a conclusione di un viaggio multisensoriale interamente ispirato dall’arte, reso possibile dall’illuminata opera di questa antica Famiglia di “vinattieri”.

Paolo Valdastri

 

Foto, dall’alto:

1) GIOVANNI DELLA ROBBIA (Firenze 1469 – 1529/1530)

Resurrezione di Cristo. 1520 – 25 circa, terracotta invetriata

New York, Brooklyn Museum

2) STEFANO ARIENTI, Scena fissa, 2017, telo antipolvere da cantiere e pittura

courtesy dell’artista

 

Rinuccio 1180

Via Cassia per Siena 133 – 50026 Bargino San Casciano Val di Pesa (FI)

+39 055 2359720

rinuccio@antinorichianticlassico.it

sempre aperto solo a pranzo 12.00 – 16.00

per visite alla cantina: visite@antinorichianticlassico.it