Villa di Capezzana. Beatrice Contini Bonacossi con Ettore Fantoni

Villa di Capezzana: compie un secolo il vino simbolo dei Contini Bonacossi.

La famiglia Contini Bonacossi, giunta oggi alla quinta generazione, ha costruito la propria storia unendola a quella della Tenuta di Capezzana dalle antichissime origini. Il nome viene da Capitus, legionario al tempo di Cesare. In una pergamena in lingua latina, datata 804 a.c. già parla di Capezzana come luogo di produzione di vino e olio. Successivamente in queste terre la famiglia dei Medici si spostava durante l’estate per andare a caccia, senza mai disperdere il patrimonio territoriale e culturale della coltivazione della vite e degli ulivi.

È il 1926 quando Alessandro e Vittoria Contini Bonacossi decidono di acquistare quelle tre fattorie, poi accorpate e la splendida villa rinascimentale che Pandolfo Rucellai fece costruire come casino di caccia e residenza di campagna. Sulle finestre sono presenti incisioni del 1574, ma le fondamenta sono precedenti. Una villa affascinante conservata negli anni e quasi mai toccata, fino a quando Vittorio Contini Bonacossi l’ha restaurata per abitarci con la propria famiglia nel 1979.

Villa di Capezzana.

Nella tenuta il respiro profondo dell’arte è tangibile e bellissimo, Alessandro e Vittoria furono infatti tra i più importanti antiquari e mercanti d’arte del secolo scorso, capaci di sviluppare un mercato di enorme successo negli Stati Uniti. La loro straordinaria collezione venne donata nel 1969 allo stato italiano, costituendo la “Donazione Contini Bonacossi” le cui centinaia di capolavori sono conservati e visitabili, dal 2018, all’interno della Galleria degli Uffizi di Firenze. Tra le 145 opere di estremo valore troviamo il San Girolamo del Bernini, quadro che segna il passaggio al barocco nel ‘600 e il ritratto della famiglia Pazzi realizzato da Andrea del Castagno. Opere di Bianco Cappello e del Boltraffio allievo di Leonardo Da Vinci. Poi Velasquez, Goya e un quadrettino di Antonio Maria Crespi, una scena domestica che apre la scuola di stile fiammingo. 

Il centenario Villa di Capezzana

Una storia pertanto, quella della famiglia Contini Bonacossi, che ben testimonia con continuità e passione secoli di vita e di vino. E la degustazione vissuta a Milano per i 100 anni del “Villa di Capezzana” ne è stata un chiaro esempio. Non accade spesso, infatti, di avere nel calice un vino del 1925.

Villa di Capezzana. Gli assaggi

Oggi Tenuta di Capezzana è guidata da Beatrice Contini Bonacossi, con la sorella Benedetta, enologa e il fratello Filippo, insieme alla quinta generazione con Gaddo, Serena ed Ettore Fantoni, amministratore delegato e figlio di Benedetta.

Il territorio si trova tra Firenze, Prato e Pistoia a ridosso degli Appennini con le loro brezze ed una escursione termica molto importante per la realizzazione dei vini. Il monte Albano, a sua volta, protegge dalle brezze marine.

Una grande tenuta di 630 ettari, dei quali settanta vitati, divisi in piccole parcelle tutte nel Comune di Carmignano e trecento ettari a uliveto con 24.000 piante.

Le altezze dei vigneti vanno dai 150 ai 250 metri s.l.m. con terreni molto diversi tra loro: calcare, argille di galestro, limo, sabbia, un mix importante. Due laghi artificiali sono compresi nella tenuta, realizzati con lungimiranza da Ugo Contini Bonacossi ed il regime di agricoltura è biologico.

Villa di Capezzana. Carmignano 2015

Sempre per merito di Ugo si recupererà la docg Carmignano, abolita negli anni ‘20 e accorpata al Chianti, e oggi in crescita per qualità e carattere anche con aziende giovani con produttori appassionati.

I vini di Capezzana hanno caratteri differenti tra loro, ma ciascuno con il proprio fascino. Struttura e potenza, freschezza e gentilezza, persistenza e panorami olfattivi ampi. Una declinazione che nelle diverse annate trova grande carattere e omogeneità della nota stilistica.

Filo conduttore anche la balsamicità e la croccantezza del frutto. Vini di piacevolissima correttezza, nobile eleganza e dalle note olfattive decisamente affascinanti.

La degustazione

Note di degustazione delle diverse annate di “Villa di Capezzana”, il vino storico e più rappresentativo, Sangiovese e Cabernet Sauvignon in percentuali di ottanta e venti per cento.

2021 in anteprima. La trama è di ampia struttura ed equilibrio. Bilanciata dal vigore del blend e dalla freschezza dell’annata. Un sorso che preannuncia continuità anche con il passare degli anni.

2015. Il tono di carattere e freschezza non cede di un centimetro dopo 10 anni, si mette in luce, con bella dimensione, la tavolozza olfattiva delle note balsamiche.

2005. Eccellente prova del tempo, un vino che affascina sotto ogni punto di vista. Una sensazione olfattiva di immediata gentilezza, ampia e composita. Il sorso è in perfetto equilibrio tra la differenti matrici e di verticale declinazione.

Villa di Capezzana. La degustazione

1995. Trent’anni per un naso ampio e vigoroso, profondo nella trama e delicato in certi aspetti. Il sorso è leggermente meno pieno, ma di nobile continuità stilistica.

1983. Grande soddisfazione nel degustare un sorso di 42 anni. Un vino adulto ma non anziano, ancora di bel vigore, di fascino olfattivo e di corpo al palato. Per nulla “anni ‘80” bensì contemporaneo.

1979. Si va ancora indietro di quattro anni e si ritrova il piacere di un sorso ancora pronto, vero, per nulla intaccato nella pienezza e tantomeno nella lunghezza. Grande piacere enologico.

1925. Identità e bevibilità dopo un secolo, un fascino storico intenso e intrigante.

Merito della continuità enologica di famiglia da nonno Ugo a Vittorio ed oggi con Benedetta ed Ettore.

Nota di merito, il Vin Santo Carmignano, curato quotidianamente e amorevolmente da Benedetta, è uno dei vini passiti migliori di tutto il panorama italiano.

Andrea Radic