Un interessante percorso degustativo che ha coinvolto due importanti Aziende Vitivinicole: la Pietro Beconcini di San Miniato (PI) e la Giacomo Fenocchio di Monforte D’Alba, oltre al Tartufo Bianco di San Miniato e il bravo Chef Paolo Fiaschi con il suo Ristorante “Papaveri e Papere” sempre di San Miniato

San Miniato è un antico Comune che dal 1925 appartiene al territorio della Provincia Pisana, si trova a metà strada sul percorso che unisce le Città di Firenze e Pisa. Il suo centro storico sorge arroccato su tre colli limitrofi alla piana dove scorre il Fiume Arno. Le sue origini risalgono all’ VIII secolo quando dei Longobardi (tribù germanica orientale) vi si stabilirono costruendo prima una chiesa e successivamente una rocca. Per questo motivo per molti secoli San Miniato fu chiamata “San Miniato al Tedesco”.

Dal 1969, ogni anno (con due sole soste nel ‘70 e nel ‘71), il secondo, terzo e quarto fine settimana del mese di novembre la cittadina si anima per la Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco (“Tuber Magnatum”, Pico 1788, fungo simbionte) delle Colline Sanminiatesi. Come sempre anche l’Edizione 2013 (la 43esima) è stata un grande successo.

Il Tartufo Bianco è una dell’eccellenze di questo particolare territorio, della magnifica campagna Toscana, che ha un habitat ideale e unico fatto di boschi di pioppi, tigli, querce e salici.

Il Tartufo Bianco, pregiato “oro” dall’aroma intenso e avvolgente, che non si coltiva e non si semina ma che madre natura, ogni anno, ci dona da secoli tra i mesi di settembre e gennaio, ha reso famosa San Miniato nel mondo. I “Tartufai” cercano il prezioso Tartufo,  interrato, con i cani che setacciano minuziosamente il terreno. Non esiste una vera e propria razza di cani da tartufo, ma ogni animale deve avere delle spiccate attitudini naturali, come il forte fiuto, per essere scelto e addestrato. La raccolta e la commercializzazione del Tartufo è regolata da un severo disciplinare e dalla Legge Regionale Toscana n. 50, 11 aprile 1995.

Il centro storico di San Miniato è un abitato ricco d’importanti e antichi monumenti, chiese, oratori, cappelle, seminari, palazzi, monasteri, strutture militari e luoghi di culto soppressi. Proprio tra i luoghi di culto soppressi troviamo l’Auditorium di San Martino. L’Auditorium è l’antica Chiesa San Martino a Faognana, sconsacrata in tempi più recenti, facente parte del complesso del Monastero delle Monache Agostiniane, risalente al’300, trasformatosi, oggi, nel lussuoso Hotel San Miniato.

Nel 1994, l’Auditorium, è stato ristrutturato dall’attuale proprietà per essere adibito a teatro e a spazio polivalente (mostre, concerti e altre manifestazioni culturali). Dal grande portale si entra in un primo spazio, dal soffitto più basso, colonnato a tre doppie campate, è la storica struttura che sorregge il balcone usato, al tempo, delle monache per il coro. Superate le colonne troviamo un ampio e accogliente spazio rettangolare, su cui alle pareti giganteggiano tre altari in pietra con magnifici antichi dipinti del XV secolo. Il soffitto è in legno, con un altro bellissimo dipinto al centro, tutto intagliato e pitturato con “racemi” (motivi decorativi). Questa magnifica struttura è una vera e propria espressione di bellezza Italica.

Proprio all’Auditorium di San Martino, nel secondo pomeriggio di martedì 3 dicembre 2013, è iniziato un interessante percorso degustativo che ha coinvolto due importanti Aziende Vitivinicole, provenienti da tradizioni agricole lontane tra di loro, la Pietro Beconcini di San Miniato (PI) e la Giacomo Fenocchio di Monforte D’Alba, Località Bussia (CN) oltre al Tartufo Bianco di San Miniato e il bravo Chef Paolo Fiaschi con il suo Ristorante “Papaveri e Papere” sempre di San Miniato.

L’Azienda “Pietro Beconcini” è condotta, dal 1995, da Leonardo Beconcini, nasce però nei primi anni cinquanta quando suo nonno rilevò i terreni agricoli in collina, che lavorava da anni come mezzadro, da un’antica Casata Toscana quella dei Marchesi Ridolfi. Successivamente il padre di Leonardo, Pietro, trasformò l’Azienda da agricola in vitivinicola. Il loro primo vino importante è arrivato con la vendemmia del 1995: il Sangiovese in purezza. Oggi la produzione si divide tra vini rossi (sei), bianchi (uno, da uve di Malvasia Bianca) e Vin Santo (due, Caratello e Occhio di Pernice). Dal 1997, in Azienda, c’è anche il fondamentale supporto di Eva Bellagamba la compagna di Leonardo.

L’altra Azienda, l’Agricola “Giacomo Fenocchio”, ha circa dieci ettari di vigneti nella zona tipica del Barolo, ed è sta fondata nel 1864 da Giovanni, trisnonno degli attuali proprietari che sono Claudio, Albino e Alberto, figli di Giacomo Fenocchio. La loro produzione è prevalentemente indirizzata su classici vini rossi (otto etichette), anche da invecchiamento, e un bianco (da uve Arneis). Da cinque generazioni i loro vini rispettano e rispecchiano il territorio: la Terra di Langa.

Ma veniamo alla degustazione fatta nel meraviglioso contesto dell’Auditorium di San Martino.

Per l’Azienda “Pietro Beconcini”:

– “Reciso” nelle annate “2009, 2008, 2007, 2001, 1999”, Rosso Toscana I.G.T., Cru da uve Sangiovese, prodotto in quantità molto limitate da uve provenienti da sei piccoli vigneti di crinale (circa tre ettari), fermenta in vasche di cemento, matura in botti di rovere di Slavonia da 10 hl. e tonneau in rovere Francese da 550 lt., e, prima della commercializzazione, si affina i bottiglia per 18/24 mesi.

Per l’Azienda “Giacomo Fenocchio”:

– “Bussia” nelle annate “2009, 2008, 2007”, Barolo D.O.C.G., 100% Nebbiolo, prodotto con uve provenienti da vigneti di età media 30 anni, fermenta in vasche di acciaio inox, matura 6 mesi in tini di acciaio inox e 30 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia (35-50 hl), successivamente attraversa una fase di affinamento in bottiglia;

– “Villero 2004”, Barolo D.O.C.G., 100% Nebbiolo nelle sottovarietà Michet, Lampia e Rosè, prodotto con uve provenienti da vigneti di età media 60 anni, fermenta in vasche di acciaio inox, matura 6 mesi in tini di acciaio inox e 30 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia (35-50 hl), successivamente si affina in bottiglia.

Alla degustazione hanno fatto seguito gli acculturati e favorevoli commenti degli autorevoli esperti presenti.

Successivamente, all’ora di cena, trasferimento  al vicino Ristorante “Papaveri e Papere” per proseguire la degustazione dei vini citati abbinati alle buone preparazioni del bravo  Chef/Patron Paolo Fiaschi.

Paolo è nato a Pisa il 28 giugno del 1968, ma cresce  a San Miniato, la sua famiglia è del posto, dopo le scuole dell’obbligo, frequenta l’I.T.I.S. “G. Ferraris” di Empoli (FI) dove si diploma Perito Elettrotecnico. Ma vista la sua grande e innata passione per la cucina negli anni novanta apre un locale in una delle Frazioni di San Miniato, Corazzano. La frazione è a meno di 10 Km. da San Miniato e il Locale viene battezzato “Taverna dell’Ozio”. Dopo questa positiva esperienza Paolo è tra i fondatori di un altro Ristorante il “Pepenero” in pieno centro storico a San Miniato. Poi, nel 2009, apre il suo attuale Ristorante “Papaveri e Papere”.

Il nome del locale è legato all’affettuoso ricordo della canzone Papaveri e Papere, che il suo babbo gli cantava sempre quando era piccolo. Il simpatico e orecchiabile brano musicale, composto da Mario Panzeri, Nino Rastelli e Vittorio Mascheroni, cantato dalla grande e indimenticabile Nilla Pizzi, ebbe un grande successo dopo essersi classificato secondo al Festival di Sanremo del 1952.

Il Ristorante “Papaveri e Papere” è molto accogliente e raccolto, non molti tavoli per circa una quarantina di coperti. Nella cucina dello Chef Paolo Fiaschi si sente l’amore per la tradizione e la qualità. Pratica come metodo una scelta intelligente, accurata e sapiente delle materie prime sempre rispettando i prodotti del territorio e le varie stagionalità. Ma veniamo alla degustazione dei piatti che avevano come filo conduttore, nelle quasi totalità, il Tartufo Bianco di San Miniato e i vini delle Aziende Beconcini e Fenocchio. In tavola ricchi cestini con i diversi tipi di ottimo pane della casa assortiti nei vari sapori.

Sono state servite le seguenti portate:

– purea di zucca e formaggio magro robiola;

– carpaccio di carne marinata in Casa con Tartufo Bianco;

– insalatina di fagiano stufato, cavolo nero, polvere di porro affumicato e Tartufo Bianco;

– budino di pecorino di Pienza con Tartufo Bianco;

– tagliolini fatti in casa con olio nuovo e Tartufo Bianco;

– tortelloni fatti in casa ripieni di funghi porcini freschi su crema di formaggio Parmigiano e con sopra il Tartufo Bianco;

– sella di maialino, cotta a bassa temperatura, salsa al ginger, radicchio e crema di cavolo;

– cialda croccante alle mandorle arrotolata con all’interno crema di mascarpone.

Tutto buono e ben presentato.

Con le Aziende Vitivinicole “Pietro Beconcini” e “Giacomo Fenocchio” insieme al Tartufo Bianco di San Miniato e allo Chef Paolo Fiaschi, del Ristorante “Papaveri e Papere”, ho trascorso una bella e “gustosissima” serata.

Giorgio Dracopulos

 

http://www.pietrobeconcini.com/

http://www.giacomofenocchio.com/

http://www.papaveriepaolo.com/

http://www.hotelsanminiato.com/

http://www.pr-vino.it/