La Cia calcola che il 9% dei prodotti alimentari acquistati nelle prossime festività non saranno ben utilizzati
Festività alle porte e preparativi per le tavole di rito. Gli italiani non rinunceranno ai cibi della tradizione e riempiranno il carrello della spesa. Forse anche troppo. Con il rischio che molti prodotti andranno sprecati. In pochi giorni potrebbero andare persi circa 230 milioni di euro. La stima è della Cia-Agricoltori Italiani, che calcola in un +9% il valore del cibo in surplus che verrà acquistato negli ultimi giorni di dicembre.
Il primo consiglio che dà l’organizzazione può sembrare banale, invece è di grande utilità per una spesa ragionata: scrivere una lista accurata dei beni alimentari prima di recarsi nei punti vendita per evitare di ritrovarsi nelle buste cibi che non verranno poi utilizzati. La seconda indicazione che giunge dalla Cia è di stampo solidale: in dieci giorni di festa le famiglie italiane spenderanno in media per la tavola una cifra intorno ai 300 euro, con una movimentazione complessiva pari a 3 miliardi di euro circa. Basterebbe che ogni famiglia acquistasse almeno un prodotto enogastronomico proveniente della aree terremotate dell’Appennino centrale per dare un’iniezione di fiducia alle aziende colpite dalla tragedia del sisma. Sul podio degli acquisti “top” i dolci a partire da pandoro e panettone, carne e pesce per il 24 e tanto spumante per i brindisi. Bene anche leguminose, spinte dalla tradizione delle lenticchie per l’ultimo dell’anno.
Tornando ai macro numeri, in tutto il mese di dicembre gli italiani sborseranno per la spesa alimentare oltre 15,3 miliardi, di cui 1,3 miliardi di euro in cibi che non verranno consumati. Nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi anni sul fronte degli sprechi e il varo di una legge ad hoc per contenerne gli effetti, la strada virtuosa “anti-spreco” è ancora lunga.