Beatrice e Benedetta Conti Bonacossi

La simpatia di Fabio Picchi, le sue preparazioni toscanissime e raffinate, il caldo ambiente del Cibreo hanno fatto da cornice ad un incontro con la stampa organizzato dalla Tenuta di Capezzana per presentare l’olio nuovo del 2019 appena franto e per assaggiare i vini attualmente in commercio.

Beatrice e Benedetta Contini Bonacossi hanno incontrato gli amici giornalisti ripercorrendo la storia della denominazione Carmignano e dell’Azienda e fornendo tutte le spiegazioni tecniche sui vini e sull’olio.

Già agli albori del 1400, Francesco Datini commercializzava i vini di Carmignano e a prezzi piuttosto sostenuti. Ma furono i Medici a sancire la qualità di questi prodotti che accompagnavano i loro soggiorni estivi nelle Ville Medicee disseminate nei dintorni dell’attuale Prato e le grandi cacciate all’interno dei 40 km del muro del Barco Reale che impediva alla selvaggina di allontanarsi.

In particolare fu Cosimo III che emise i famosi bandi del 1716, uno per istituire uno dei primi esempi di consorzio di tutela in forma di Congregazione di Vigilanza, l’altro per definire i confini della zona di produzione dei vini di Carmignano, creando così il primo esempio al mondo di regolamentazione di origine controllata. Come ulteriore elemento innovativo, i Medici avevano anche introdotto il Cabernet che aveva assunto qui il nome di “uva francesca”.

Quando fu delimitata la zona di produzione del Chianti, nel 1932, Carmignano fu inglobata in questa denominazione e fu solo negli anni ’60 che, con l’iniziativa del Conte Ugo Contini Bonacossi si riuscì a riportare Carmignano alla sua identità originale con l’istituzione della DOC nel 1975 e il successivo passaggio a DOCG nel 1990.

Capezzana. Il vino

Varcata la soglia del tempio di Fabio Picchi, veniamo accolti con un aperitivo  a base di Trebbiano 2018, un bianco importante da un vitigno molto discusso e trascurato per la sua mancanza di profumi. Qui invece i profumi ci sono e ricordano la frutta candita, l’albicocca, il mango, la crema fresca, mentre al palato è solido e pieno, ma di bella freschezza acida che stimola la beva.

Il vino nasce nel 2000 quasi per caso. Siamo di fronte a un clone particolare, con grappoli a volte spargoli con acini piccoli. Si raccolgono prima le uve per il vin santo, poi si opera una vendemmia tardiva verso metà ottobre raccogliendo solo i grappoli più compatti e più sani per ottenere un vino comunque secco. Subito prima del termine della fermentazione tumultuosa il vino va in barrique e tonneau e subisce l’operazione del batonnage fino a maggio.

Tenuta di Capezzana. VInsantaia

All’inizio l’uso del rovere era più marcante, con estrazione lunga e legno nuovo, poi se ne è attenuato l’intervento  e dal 2014 il vino risulta più agile e fresco, ma sempre con buona struttura e un buon potenziale d’invecchiamento.

Nel 1994 nasce la DOC Barco Reale, con il rosato localmente chiamato Vin Ruspo, e il rosso che è praticamente un piccolo Carmignano d’annata, realizzato con le stesse uve e minore invecchiamento.

Il Capezzana Barco Reale 2017 ha piacevoli profumi di prugna e di fiori, garofano e viola, in bocca è sottile e fresco, ha un frutto piacevole e sapido che invita alla beva. Un vino da sostanziose merende dove non manchino la mortadella di Prato e i crostini con il fegato, ma a suo agio anche con le grigliate.

Benedetta tiene a precisare che un aspetto peculiare della vinificazione di Capezzana riguarda l’impiego dei lieviti. Si evita l’impiego di ceppi commerciali e si preferisce fare un pied de cuve, ovvero uno starter della fermentazione con i lieviti presenti sulle bucce e in cantina.

Carmignano DOCG Villa di Capezzana 2016. Ha colore intenso e  profumi freschi tra frutto nero  e spezia fine, non senza una nota floreale. Al palato è pieno carnoso sapido con un bello sviluppo tutto in freschezza e finale di buona lunghezza. Un vino destinato a farsi risentire molto più avanti nel tempo.

Nel 1979 nasce il Carmignano Villa di Trefiano su iniziativa di Vittorio, il compianto e prematuramente scomparso fratello di Beatrice e Benedetta. Trefiano si differenzia dal Villa per la posizione dei vigneti e per la loro composizione. La presenza di un 10% di Canaiolo conferisce al vino una forte agilità e un’eleganza fuori dal comune.

Assaggiamo il 2015 con l’etichetta che riporta il nome di Vittorio Contini Bonacossi. Vittorio non voleva un vino dedicato a suo nome, ma aveva accettato che l’etichetta lo riportasse come era avvenuto nelle prime uscite di questo vino.

Ha un olfatto ampio profondo e complesso, con frutto nero mora, ciliegia morella accompagnato da spezie fini cardamomo e chiodo di garofano. Anche in bocca ha un bel lato balsamico che ricorda la bacca di mirto, frutto carnoso e splendido allungo.

UCB 2013 è il vino dedicato al padre Ugo Contini Bonacossi, ricavato dalle uve di un singolo vigneto, quello di Viticciana, con vecchie viti di solo Sangiovese. La 2013 è la prima annata prodotta, ed è un vino ancora da affinare perché in questa prima versione il rovere tarda ad integrarsi, mentre già dalla 2015 (2014 non prodotto) il frutto del sangiovese si manifesta in tutta la sua dinamica e integra opulenza.

Vin Santo di Carmignano Riserva 2012. Che dire? Uno dei migliori Vin Santo esistenti, un esempio di equilibrio e raffinatezza, di complessità e persistenza. Arancio candito, nocciole tostate, fichi e mandorle, alloro, albicocca preludono a un sorso cremoso ma spigliato, denso ma agile e ben contrastato dall’acidità che lo rende piacevole con la sua lunghissima persistenza.

Capezzana. L’olio

E veniamo all’olio extravergine di oliva, con il nuovo raccolto 2019 fresco di frangitura. La Tenuta possiede 140 ha a oliveto e ben 30.000 piante. Un’impresa titanica lavorare un’estensione del genere anche per una famiglia numerosa come quella dei Contini.

Tenuta di Capezzana. Il frantoio

Per risolvere la situazione Filippo, fratello di Beatrice e Benedetta, responsabile della produzione di olio, ha stipulato, con i coltivatori del luogo, un accordo che ricorda un po’ la vecchia mezzadria.

Gli oliveti sono stati suddivisi in 100 lotti ed ogni lotto è affidato ad una persona che ha l’onere di tutte le operazioni di lavorazione manuale in campo, potatura, raccolto e conferimento compresi.

La Tenuta invece si occupa dei trattamenti, delle concimazioni e di tutte le operazioni del  frantoio.

Tenuta di Capezzana. Il frantoio

Le operazioni di frangitura avvengono entro le 24 ore dall’inizio del raccolto, appena raggiunta la quantità di una partita di macinatura. Alla fine l’olio ricavato viene diviso al 50%.

Tenuta di Capezzana. Orciaia

Il sistema di decantazione e prima conservazione è originale, o paradossalmente tradizionale, perché avviene nella vecchia orciaia, in orci vetrificati, evitando la seconda centrifugazione.

L’olio evo 2019 deriva dalle cultivar Moraiolo e Frantoio con un saldo di Pendolino e Leccino. Ha profumi fruttati medi, carciofo e erba tagliata, nocciola con un tocco di spezie. Ha una prevalenza in morbidezza dolce, mentre l’amaro e il piccante sono appena  accennati e in buon equilibrio.

Molto elegante e adatto per rifinire zuppe toscane, bruschette, verdure crude o stufate, pesce azzurro grigliato. (PV)

Tenuta Capezzana
www.capezzana.it
Via Capezzana, 100
59015, Carmignano
Prato, Italia

Tel: +39 055 8706005