Da sx a dx: Alberto Statti (Confagricoltura) Dominga Cotarella (Coldiretti) Albiera Antinori (Federvini) Lamberto Frescobaldi (Unione Italiana Vini) Luca Rigotti (Copa-Cogec) e la giornalista Mediaset Carolina Sardella

Federvini, l’associazione che rappresenta i produttori, esportatori e importatori italiani di vino, bevande spiritose e aceti, nel corso degli Stati Generali del Vino presso il Campidoglio di Roma sottolinea l’esigenza di tutelare il comparto vitivinicolo europeo da frammentazioni normative o approcci distorsivi.

Albiera Antinori, Presidente del Gruppo Vini di Federvini, ha posto l’accento sull’urgenza di una strategia politica comune che consenta all’Europa di valorizzare il suo patrimonio vitivinicolo e rispondere alle sfide globali. “Il vino è una risorsa fondamentale per la nostra economia. Per continuare a competere sui mercati mondiali è necessario proteggere il nostro settore da normative frammentate e approcci che penalizzano il nostro patrimonio storico e culturale”, ha dichiarato Antinori.

Stati Generali del Vino. Albiera Antinori e Lamberto Frescobaldi

Con una produzione superiore a 160 milioni di ettolitri annui, l’Unione Europea è il principale produttore di vino al mondo, coprendo il 45% delle superfici viticole globali. L’Italia, con 49,7 milioni di ettolitri prodotti nel 2024, è leader mondiale nell’esportazione, generando un saldo attivo nell’export superiore ai 7 miliardi di euro.

Indispensabile anche una semplificazione normativa, in particolare, sulla questione dell’etichettatura digitale sarebbe auspicabile accompagnare i codici QR con simboli grafici anziché da testi obbligatori, rendendo l’accesso alle informazioni più immediato per i consumatori e semplificando la burocrazia per i produttori.

Un altro nodo cruciale riguarda la sostenibilità: “L’assenza di un quadro normativo unico in Europa rischia di frammentare il settore, creando disuguaglianze tra i produttori e ostacolando l’efficacia degli sforzi di sostenibilità” ha aggiunto Antinori.

Infine, la Presidente Antinori ha evidenziato l’importanza del riconoscimento della specificità del vino in Europa, in relazione al regolamento sugli imballaggi.

La posizione di Uiv

“Il settore del vino è sempre più spesso vittima di fuoco amico, anche da certi testi dell’esecutivo europeo. I contenuti espressi nel piano Beca della Commissione Ue, a 3 anni dalla sua bocciatura politica da parte dell’Europarlamento ne è l’esempio. Ed è un’autoflagellazione di difficile comprensione. L’esempio degli health warning in Irlanda è poi inaccettabile e va contro il principio della libera circolazione delle merci, si deve fare marcia indietro”.

Ha affermato nel corso del suo intervento agli Stati generali del vino il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, in merito al testo pubblicato nei giorni dalla Commissione, che prevede forti limitazioni al commercio oltre all’introduzione di etichette allarmistiche e altro.

“Il settore del vino non sta andando bene – ha proseguito Frescobaldi –: il 60% dell’export è concentrato in 5 Paesi e negli Usa le vendite interne di vino italiano hanno perso il 4,4% a volume nel 2024, dato che replica il calo accusato nell’anno precedente. Per questo serve allargare il proprio ambito di azione con politiche commerciali come quelle con il Mercosur”.