Sommoclivo 2013 è stato premiato dalla Guida Oro I Vini di Veronelli 2022 con Tre Stelle Oro.

Tra i Vitigni Italiani a bacca nera più nobili e antichi del nostro “Patrimonio Ampelografico” (la disciplina che studia, identifica e classifica le varietà dei Vitigni con schede che descrivono le caratteristiche dei vari organi della pianta nel corso delle diverse fasi di crescita) c’è il “Nebbiolo”.

Il Nebbiolo

Uva autoctona della Regione  Piemonte, il Nebbiolo è un Vitigno di pregio particolarmente adatto per i Vini da invecchiamento di alta qualità essendo molto stabile negli aromi che con la terziarizzazione divengono sempre più complessi e interessanti, mentre il colore, per il profilo caratteristico degli antociani, tende a evolvere rapidamente verso il granato.

Il “Nebbiolo” ha la caratteristica d’essere indissolubilmente legato alla sua Terra d’origine. I Vitigni di Nebbiolo vengono coltivati soprattutto nella Zona delle Langhe per produrre i celebri Vini Barolo e Barbaresco. Tuttavia si esprime molto bene anche nel Roero, sull’altra riva del Tanaro, con Vini più delicati e di minor struttura. Viene inoltre coltivato in alcune Zone del Monferrato, del Canavese, dell’Astigiano, nel Vercellese-Novarese dove prende il nome di “Spanna” e in Val d’Ossola nell’estremo Nord Piemontese assume il nome di “Prünent”.

Tenuta Torre San Quirico. Guida Oro i Vini di Veronelli 2022. Tre Stelle Oro a SommoClivo 2013

Sempre in Piemonte è coltivato con ottimi risultati nelle Denominazioni di Lessona, Boca, Bramaterra, Fara, Sizzano, Ghemme, Gattinara e Carema, dove regala Vini di grande finezza ed eleganza.

Dei Vitigni di Nebbiolo è autorizzata una parziale coltivazione in alcune Regioni limitrofe al Piemonte, quali Lombardia (in Valtellina, con il nome di “Chiavennasca”) e in Provincia di Varese, in Valle d’Aosta (col nome di “Picotener”, “Picotendre” o “Picotendro”), oltreché in alcune Zone della Sardegna (nel Comune di Luras in Provincia di Sassari); è coltivato anche in una piccola Zona dell’Umbria, a Marsciano in Provincia di Perugia.

Il “Nebbiolo” viene inoltre utilizzato per la vinificazione e l’assemblaggio di alcuni Vini in Abruzzo e Basilicata, mentre all’Estero esistono alcune coltivazioni in vari Paesi, senza però che tali vigne diano grandi risultati. Secondo le Zone di coltivazione, come già accennato, viene chiamato anche con altri nomi come: Nebiolo, Prunenta, Brunenta, Marchesana, Martesana, Melasca, più altri Vitigni Cloni denominati Lampia, Michet, Rosé, Bolla.

Il termine “Nebbiolo” sembra che derivi dalla parola “nebbia”, ma non è chiaro né specificato in nessun testo se si riferisce all’aspetto dell’acino scuro e appannato (annebbiato) da abbondante “pruina” (patina bianca protettiva naturale composta da una sostanza cerosa), oppure se viene considerata la maturazione molto tardiva delle Uve che porta spesso a vendemmiarle nel periodo delle nebbie autunnali.

Il Nebbiolo è uno dei vitigni con le radici più lunghe: possono raggiungere e superare i 7 metri, una peculiarità che consente alle piante di estrarre dal Terreno sfumature articolate, complesse, che danno al vino una profondità di aromi preclusi a Cultivar dalle radici sensibilmente più corte. Tra le sue Caratteristiche Morfologiche principali troviamo che il Germogliamento avviene nella prima decade di Aprile, la Fioritura nella prima decade di Giugno, l’ Invaiatura (quando i grappoli cambiano colore) nella seconda decade di Agosto e la Maturazione dell’Uva nella seconda-terza decade di Ottobre.

Tenuta Torre San Quirico. Una Vista dall’Alto. Foto TSQ

Il “Nebbiolo” produce Uve di altissima qualità (l’unico confronto possibile in tali termini è probabilmente quello con il Pinot Nero) grazie al perfetto equilibrio di tutte le sue caratteristiche:  colore, corpo, acidità, aromi persistenti e volatili oltre alla robustezza alcolica. Quindi è un’Uva particolarmente adatta a essere vinificata in purezza, o con minimi apporti, per produrre Vini  “nobili” di gran corpo e durata, previa adeguata maturazione e affinamento.

Vini famosi come il “Barbaresco” il “Barolo” e il “Nebbiolo d’Alba” sono realizzati in purezza con 100% di Uve di Nebbiolo.

Le prime citazioni storiche del “Nebbiolo” risalgono a testi risalenti alla fine del 1200 dove vengono indicati vari luoghi, primariamente in Piemonte, dove è nominato tra le coltivazioni. Pietro de’ Crescenzi (noto anche come Pier Crescenzio, 1233 – 1320) Scrittore e Studioso di Medicina e Scienze Naturali, considerato il maggiore Agronomo del Medioevo, esaltava nel 1304 le caratteristiche del “Nebbiolo” all’interno del “Trattato della Agricoltura” (redatto in Latino e tradotto successivamente in Lingua Volgare o Vernacolo). Nel 1431 poi il “Nebbiolo” è citato (assieme al Pignolo) negli Statuti del Comune Piemontese di “La Morra” oggi in Provincia di Cuneo.

Solo a partire dal XIX secolo il “Nebbiolo” viene frequentemente ricordato nelle opere dei più famosi Ampelografi. Da sottolineare che fino a metà ‘800 il “Nebbiolo” era vinificato dolce e rosato, infatti i Vini Rossi erano considerati troppo aspri e popolari, poco eleganti: il Vino Nobile era quello bianco o rosato, dolce e mosso.

Tenuta Torre San Quirico

Oggi Vi voglio raccontare di un Nebbiolo e di una Annata in particolare, si tratta di un elegantissimo e innovativo “Cru Extra Fine” dell’Azienda “Torre San Quirico”, ubicata ad Azzate (Varese), di Alessio Fornasetti: “SommoClivo 2013”.

“Cru” è il participio passato del verbo Francese “Croître” e significa “cresciuto”, viene usato nel Mondo del Vino per indicare un particolare Vigneto sviluppatosi in una determinata e specifica Zona e dal quale si ottiene un Vino fuori dell’ordinario e in alcuni casi magnifico.

Alessio Fornasetti

È nato a Romagnese il 10 Agosto (giorno famoso per la “Notte di San Lorenzo” e conseguente romantica caduta di stelle) del 1946. Alessio è venuto al mondo sul “tavolo di cucina” della Nonna Materna, infatti la sua Famiglia, una Famiglia borghese di Milano, era ancore sfollata, per la Guerra, presso i parenti a Romagnese dove, in realtà, rimase fino al 1949 prima di tornare nella Metropoli Lombarda.

Romagnese è un piccolissimo (circa 600 abitanti), fascinoso e antico Comune della Lombardia in Provincia di Pavia. Si trova nella Zona montagnosa dell’Oltrepò Pavese, alla testata della Val Tidone, non lontano dal Passo del Penice, per le sue molteplici positive prerogative nel 2012 è stato inserito tra i “Gioielli d’Italia” di Boscolo Etoile Editore.

Alessio Fornasetti è cresciuto e ha studiato a Milano, nel 1973 si è unito in matrimonio con Anna Carla Bassetti, la cerimonia è avvenuta a Brunello un piccolo Comune (meno di 1000 abitanti) il cui Centro Abitato sorge a 411 m. s.l.m. a soli 8 chilometri dal Centro di Varese, questa Collina è proprio di fronte a quella della già citata Azzate. Dalla Loro unione sono nati tre bellissimi Figli: Alice, Maddalena e Pietro. Nel 1975 Alessio ha iniziato la sua importante carriera come “Advertising Manager” (Responsabile della Pubblicità) in due notissime Agenzie Pubblicitarie Internazionali, la “Young & Rubicam” e la “SSCB Lintas”.

Nel Gennaio 1988 è stato chiamato da Luciano Benetton a Ponzano Veneto (TV) come Responsabile della Pubblicità “Benetton” nel Mondo. Nel Dicembre 1991, convocato dall’Ing. Guido Mosterts ha avuto l’incarico di General Manager Associato del “Gruppo Somma” a Mornago (VA), e successivamente ha lavorato a Trento per “Vestimenta”, la S.p.a. di abbigliamento del Gruppo (Marchio “Hilton”). Nel 2001 il “Gruppo Somma” è stato ceduto e per Alessio Fornasetti giunse il momento di seguire un altro suo grande “sogno nel cassetto”: trovare un terreno per produrre un Vino di eccellenza.

Dopo che varie ricerche di Terreni non avevano avuto esito positivo una casualità fu la svolta. Trovandosi a Casa del Suocero prese una telefonata, all’altro capo c’era un Dirigente del Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi della Lombardia che avvisava del pericolo di cancellazione dall’Elenco delle Imprese Agricole della Proprietà Bassetti, ubicata su Colle San Quirico ad Azzate, in quanto abbandonata alla natura: fu una “illuminazione” e Alessio assicurò l’interlocutore che la Proprietà sarebbe stata nel breve tempo  riportata a nuova vita.

Nacque cosi nel 2001 la nuova “Tenuta Torre San Quirico” frutto di grandi investimenti, grande amore per la Terra e una straordinaria passione Vitivinicola condivisa con la Moglie AnnaCarla Bassetti in Fornasetti vera importante protagonista della strategia Aziendale. Attualmente i Figli hanno altri interessi e non si occupano della Tenuta.

La “Tenuta Torre San Quirico” si trova alla sommità di una “collina morenica” situata nel mezzo di un’onda di colline frutto della passata presenza del primitivo Ghiacciaio del Monte Rosa. Un’orografia ideale per una viticoltura di grandissima qualità con terreni dall’alta capacità di drenaggio, grazie alla notevole presenza di ciottoli e granuli sabbiosi, molto ricchi di sali minerali. Qui a 480 m. s.l.m. con esposizione a sud il clima è estremamente favorevole favorito anche da una ventilazione fresca e regolare.

Nel terreno della Tenuta si produceva vino in anni passati ma da subito è stato necessario reimpiantare nuovi vitigni e la scelta di Alessio Fornasetti è stata precisa, legata alla coraggiosa ed eroica decisione di produrre un solo “Vino Rosso Varietale” e pertanto ha creato Vigne di “Nebbiolo Biotipo Lampia” (VCR) quello tipico di Langa. Con il supporto di grandi esperti come Edoardo Monticelli, Professore all’Istituto di Istruzione Superiore di Stato “Umberto I” (Scuola Enologica di Alba) e dell’Enologo Alberto Morando, uno dei massimi esperti di “nebbiolo”, sono state realizzate in tutto Vigne per 3,5 Ettari. “Vigna Vecchia” e “Vigna Ginestre” all’interno della Tenuta, mentre “Vigna Caidate” è un più recente appezzamento preso in Località Caidate Frazione del Comune di Sumirago, Provincia di Varese.

SommoClivo Still-life della Bottiglia Realizzato da Christopher Broadbent

Nei 10 Ettari della “Tenuta Torre San Quirico” oltre alle Vigne un Bosco di Castagni e una Pineta che incorniciano la suggestiva Torre Panoramica alta 20 metri (costruita nel 1870, anni della filossera, da un vecchio proprietario) da cui si gode una meravigliosa vista delle Colline Moreniche delle Prealpi Lombarde Occidentali, la Casa prestigiosa realizzazione del noto Architetto Lodovico (Vico) Magistretti, la Cantina attualizzata nel 2008 e “Ca’ Vinea” un’accoglientissima Villa per Clienti e Ospiti. Dopo 4 anni di duro e appassionante lavoro nel 2005 è arrivato il Primo Vino da subito battezzato “SommoClivo” dal Latino “in summo clivo” (nella sommità della collina). Ma è stato solo l’inizio visto che con il succedere degli anni e della vendemmie c’è stata una ancor più puntuale e costante ricerca della qualità, e non della quantità, con una produzione estremamente limitata.

Sommoclivo 2013

Grazie a una cara Amica della Famiglia Fornasetti, introdotta nell’ambiente dell’Editoria con molte conoscenze di Ristoranti “Stellati” in Belgio e in particolare a Bruxelles, tra il 2010 e il 2011 il Vino “SommoClivo” è entrato con successo nelle “Carte Vini” di 6 di essi. Successivamente per merito di un grande personaggio come Calogero Licata (un vero Ambasciatore del Vino Italiano in Belgio) e la sua Distribuzione SommoClivo ha iniziato a essere conosciuto in molti altri importanti Ristoranti. Poi la Distribuzione è arrivata anche in Svizzera che ha caratteristiche di consumo simili al Belgio: interlocutori molto attenti e interessati. In Italia poi è stato scelto un Distributore per Bergamo e Brescia. Le richieste di “SommoClivo” sono notevolmente aumentate e dato che “è il mercato che fa il prezzo” il valore del Vino è cresciuto.

Tenuta Torre San Quirico. SommoClivo 2013 Semplicemente Fantastico. Foto di Giorgio Dracopulos

Per realizzare un Vino speciale come SommoClivo si segue un protocollo che tende a valorizzare oltre la qualità anche la freschezza della materia prima di ogni annata: la diraspatura e la pigiatura vengono effettuate la sera stessa della vendemmia, poi viene effettuata un’adeguata macerazione a freddo e l’inoculo di lieviti selezionati, segue la fermentazione alcolica, il riposo sulle bucce e la svinatura direttamente in barrique sempre nuove di Rovere Francese.

La fermentazione malolattica si attiva e si completa nelle barrique stesse. Poi si segue “il vecchio disciplinare del Barolo”: 2/3 anni di invecchiamento in barrique, due in acciaio e uno in bottiglia. Un Vino di tale fatta non poteva sfuggire agli occhi attenti della Critica e delle Guide specializzate che lo hanno premiato, nelle varie annate, con importanti riconoscimenti e alti punteggi.

Ho avuto il sommo piacere di degustare SommoClivo 2013 che già alla vista si presenta in maniera fuori del comune con il suo “Cartellino legato al Collo della Bottiglia con il Nastro Rosso Vino”. Un Vino 100% Nebbiolo, 14% Vol., dal colore rubino intenso e luminoso con riflessi granata, al naso è di esemplare tipicità, con note di cannella, ribes nero, viola appassita, marasca sotto spirito, prugna, liquirizia, fiori d’arancio e spezie, al palato è raffinato, vellutato e tannico, grande freschezza e mineralità rendono estremamente piacevole la beva, molto lunga e piacevole la persistenza: un Vino complesso, dall’equilibrio e dalla struttura semplicemente perfetti prodotto soltanto in 2600 rarissime bottiglie.

SommoClivo 2013  della Tenuta Torre San Quirico di Alessio Fornasetti e AnnaCarla Bassetti, è un Nebbiolo fantastico, non per niente la “Guida Oro I Vini di Veronelli 2022” lo ha Premiato con le “Tre Stelle Oro”.

Giorgio Dracopulos

https://sommoclivo.it/