Ancora una volta a Sator, ad assaggiare due suoi gioielli: il bianco Artume e il rosso (new entry) Atteone. Gianni, al secolo Gianni Moscardini patron dell’azienda, sapevo essere in giro per l’Italia con l’addetto alle vendite.

A ricevermi Daria Mazzoni, responsabile dell’accoglienza clienti, pronta a raccontarmi la Storia, il Terroir, i Vigneti, i Vini.

È sempre interessante risentire, seguire i racconti, il ripetersi di rituali nelle visite. Non annoiano affatto, anzi. Tutte le volte c’è sempre qualcosa che ti resta dentro, arricchisce il proprio sapere.

Ho ascoltato Daria come se fosse stata la prima volta a Sator e la visita pensata per assaggiare quel bianco e quel rosso, alla fine, mi ha sorpreso ed incantato.

Sotto il pergolato di fronte alle vigne vicine e lontane, con il Lago di Santa Luce ai piedi dei monti del Gabbro (vulcanici), sorseggiando un calice di vermentino misto a fiano, a parlare di  storia della famiglia Moscardini, dei terreni calcarei, argillosi, vulcanici, dei vigneti ubicati in diversi appezzamenti dove allevano Vermentino toscano, Fiano d’Avellino, Ciliegiolo, Sangiovese pisano, Teroldego, Merlot e l’ultima scelta e fatica di Gianni: il Cabernet Franc. E delle nove etichette dai nomi mitologici.

Sator. Le vigne

13 ettari di vigneti posizionati ad una altezza media di 180 metri s.l.m. nella vallata di Pomaia (Pi) molti dei quali rientranti nel comprensorio della Doc Montescudaio.

La famiglia Moscardini che da circa due secoli è presente in questi luoghi e dal 2004 ha deciso di produrre vini che esprimessero “le potenzialità delle singole varietà scelte e dell’esclusivo terroir”.

Per questo il mio quarto ritorno a Pomaia, a Sator.

L’assaggio

I vini per l’assaggio sono pronti. Daria decide la scaletta della degustazione.

Sator Artume

Vermentino 2019. Vermentino toscano 85% e Fiano d’Avellino 15%. Criomacerazione, fermentazione in inox dove affina sulle fecce nobili. Già da questo bianco s’intuisce la mano precisa del vignaiolo. Mineralità quasi rocciosa, purezza di frutto, sfumatura blanda di pietra focaia, il tutto per un vino verticale. Ottimo, voto 88/100

Rosato 2019Ciliegiolo 100%. Colore provenzale, accattivante. Di quei vini che si fanno bere velocemente. Classica pressatura molto soffice, fermentazione in inox e affinamento, sempre in inox, per ¾ mesi a contatto con i lieviti. Fruttato in riferimento al vitigno ciliegiolo: fragola e ciliegia. Fresco, sapido, beverino: Buono 86/100

Sator Montescudaio 2018. Sangiovese pisano 85% e Terodego trentino 15%. Mix di uve provenienti da singole parcelle vinificate e affinate separatamente. L’affinamento molto diversificato. Il Sangiovese parte in legno e parte in cemento, il Teroldego tutto in legno. La permanenza nelle barriques è di 3/4 mesi. Un rosso che definirlo vino da tavola è riduttivo. Fruttato e speziato dona gradevolezza al palato. Buono, 87/100

Sileno Merlot 2018. Merlot in purezza. Assemblaggio di un monovarietale. Singole parcelle di Merlot vinificate separatamente. 6/8 mesi in legno e 6 in bottiglia. Fiori violacei macerati, frutti rossi di bosco, cenni balsamici e speziature diffuse. Al palato sono i tannini morbidi che accompagnano l’acidità il tutto sorretto da una impalcatura di morbidezze. Lungo.Ottimo, voto 89/100

Artume 2018. Fiano d’Avellino 65% e Vermentino toscano 35%. Le uve provengono dal vigneto Campo al Pino su terreni vulcanici. Fermentazione separata in barriques e l’affinamento, sempre in barriques, sulle fecce fini per 10 mesi. Già il colore risulta intrigante. Paglierino dorato. Al naso tanta frutta, vaniglia e speziature esotiche. Un vino di classe, elegante che ricorda bianchi prodotti al di là delle Alpi. Assetto da Grand Cru. Si conferma eccellente, voto 92/100

Sator Atteone

Ed infine la New Entry:

Atteone 2018. Cabernet Franc in purezza. 10 mesi in barrique e 8 in bottiglia. Il Cabernet Franc, da quelle parti, si è sempre dimostrato vitigno importante dalla spiccata propensione a dare il meglio di se. Ricco ed elegante come un ottimo cabernet franc sa essere. Tannini nobili, sapido e lungo. Lunga vita all’Atteone di Gianni. Eccellente, voto 92/100.

“I segreti di un vecchio sapere si sposano con una lavorazione attenta e sapiente, forgiata nel tempo e padrona del tempo”.

Così sta scritto nella presentazione aziendale. Aggiungerei “Declinazione di un territoprio”. Il tutto sotto lo sguardo del Grande Saggio: Babbo Piero.

A quando, Gianni, un nuovo progetto? Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 6 luglio 2020

Azienda Agricola Sator

Via Macchia al Pino – Pomaia (Pi)

Tel   050  740529

info@satorwines.com

www.satorwines.com