Le previsioni per la vendemmia a cura dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini, presentate al Mipaaf dipingono un quadro più che soddisfacente, in termini di quantità e qualità, nonostante il grande caldo e la siccità che hanno caratterizzato questa estate 2022.

La siccità e il caldo record di quest’anno infatti non hanno compromesso il vigneto Italia che, all’avvio della campagna vendemmiale, promette uve di qualità dal buono all’ottimo, con una quantità in linea con la media delle ultime annate.

A garantire la tenuta del prodotto finale, oltre alle provvidenziali piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche.

Secondo i dati presentati alla presenza, tra gli altri, del ministro e del sottosegretario alle Politiche agricole, Stefano Patuanelli e Gian Marco Centinaio, la produzione 2022 dovrebbe infatti attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità dello scorso anno (50,23 milioni di ettolitri di vino il dato Agea 2021) e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021, anche se rimane cruciale l’andamento meteorologico delle prossime settimane.

Condizioni climatiche favorevoli alla maturazione delle uve potrebbero infatti far virare le previsioni in segno positivo, mentre un clima inadatto per le varietà tardive influirebbe negativamente sul prodotto vendemmiale.

“La vendemmia in corso ci sta consegnando una qualità delle uve che va da buona a ottima – ha dichiarato Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi -. Molto dipende dalle aree di riferimento, mai come in questa stagione il giudizio quanti-qualitativo è totalmente a macchia di leopardo e questo è dovuto essenzialmente a un clima estremo che ha pesantemente condizionato, in particolare, i mesi di maggio, giugno e soprattutto luglio con punte di calore che hanno superato i 40 gradi e una siccità tanto prolungata.

Fortunatamente, in agosto, su gran parte del Paese – tranne che per qualche eccezione – sono arrivate delle piogge ‘intelligenti’ e cioè che non hanno procurato danni, così da permettere alla vite la sua ripresa vegetativa e di portare a maturazione le uve senza particolari stress. Ma a contenere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici è stato anche l’approccio scientifico che noi enologi abbiamo messo in campo a sostegno dei vigneti.

Oggi più che mai sono fondamentali scienza e ricerca nella viticoltura e in cantina, spazio ad apprendisti stregoni del vino non c’è più, se mai ci fosse stato in passato. Da qui alla fine di settembre confidiamo in un tempo soleggiato, caldo il giusto e magari accompagnato da una leggera brezza, così che le uve ancora da raccogliere possano arrivare alla perfetta maturazione così da andare a produrre vini capaci di imporsi ancora una volta sugli scenari enologici nazionali e internazionali”.

Geografia dei vigneti

Resta stabile la classifica delle Regioni italiane, capeggiata dal Veneto che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre 1/5 del vino italiano.

Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con rispettivamente 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, per un prodotto complessivo delle tre Regioni pari al 59% dell’intero vigneto italiano.

Per quanto riguarda la qualità, in linea generale si aspettano vini eccellenti in Trentino Alto Adige e Sicilia, mentre puntano l’asticella sull’“ottimo” Piemonte, Val d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna, con Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute su previsioni “buone/ottime”. “Buone” invece le attese per le etichette lombarde e venete.

Anche nel Vecchio Continente si registra un’alta variabilità delle produzioni dovuta al clima. Nel complesso il vigneto Europa ha tenuto, con una crescita della Francia sulla media del quinquennio (+3,5%, a 44 mln di hl), mentre scala la Spagna, dove è prevista una contrazione sul periodo del 16%. Stabili i livelli produttivi in Germania e Portogallo.

Vendemmia in Abruzzo

Il mercato tricolore

Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo mentre quello del fatturato rimane in casa francese.

Sul fronte del mercato, secondo le ultime elaborazioni su base Istat, l’Italia ha chiuso il primo semestre con il record in valore di 3,8 miliardi di euro (+13,5% sul pari periodo 2021) mentre è piatto il trend dei volumi esportati: +0,4%.

I fermi e frizzanti imbottigliati segnano un +10,3% in valore ma cedono in volume l’1,2%. Inarrestabile la performance del comparto spumanti, che nella prima parte dell’anno sfiorano il miliardo di euro in valore (+25,5%), con i volumi a +10,6%.

In netta crescita – soprattutto per effetto dell’inflazione – il prezzo medio che sale del 13,1% e addirittura di quasi il 18% negli Stati Uniti, il cui mercato è tenuto in piedi anche dal dollaro forte. Nel primo buyer al mondo la crescita tricolore in valore è infatti del 13,3%, con i volumi in contrazione del 3,8%.