I dati dell’Osservatorio Federvini curato da Nomisma e TradeLab evidenziano un nuovo record per l’export agroalimentare italiano, che dovrebbe superare i 59 miliardi di euro a fine anno (+16% rispetto al 2021) trainato anche dalle vendite oltre frontiera di vini, spiriti e aceti.

Per il vino si prevede il record di 8 miliardi di euro (+12% rispetto all’anno precedente), così come per gli spirits (1,7 miliardi di euro). Buono anche il risultato per gli aceti, in particolare balsamici, che vedono chiudere l’anno con una crescita delle esportazioni (a valore) del 15%.

I fattori che hanno contribuito alla crescita spaziano dall’andamento del cambio euro-dollaro, la ripresa del turismo e alla diversificazione dei mercati.

Aceto balsamico

Il mercato degli Spirits ha mantenuto salda la leadership nel mercato statunitense dove registra un aumento a valore del +23%, tuttavia la dipendenza dai primi 5 mercati è diminuita nel corso del tempo: se nel 2011 la concentrazione dell’export per la categoria nei top mercati di sbocco era pari al 65,8%, dieci anni dopo è diminuita al 58,3% per calare ancora al 53,7% nel 2022.

Micaela Pallini, presidente Federvini dichiara: “I dati sulle performance del nostro export evidenziano l’importanza della diversificazione dei mercati. Tale strategia può essere coadiuvata da un lato dalla leva promozionale e dall’altro da una maggiore proattività dell’Unione Europea nel concludere ulteriori accordi di libero scambio con i paesi extra-Ue.

È evidente che ci muoviamo in uno scenario complicato ed in continua evoluzione, non si escludono rallentamenti economici nel 2023 che dovrebbero interessare alcuni mercati europei come l’Italia e la Germania”.  

Sempre secondo i dati dell’Osservatorio Federvini, con la crescita del mercato dei consumi fuori casa registrata nei primi 9 mesi del 2022, anche il consumo fuori casa di vini e spiriti torna a crescere (+38%), generando 1,1 miliardi di consumazioni, valore destinato ad aumentare fino a 1,5 miliardi con la chiusura dell’anno. 

Altrettanto positivi ma leggermente inferiori, sono invece le categorie che trovano il loro sbocco principale nella ristorazione, un canale che aveva già mostrato recuperi importanti da maggio 2021. In particolare si segnala +34% per gli amari e dopo pasto, +30% per il vino e +31% per le bollicine.

Da parte degli operatori del settore c’è grande aspettativa per il mese di dicembre, durante il quale gli Italiani torneranno alla convivialità in virtù delle festività natalizie e di fine anno. Questo lascia ipotizzare, malgrado il difficile contesto macroeconomico, che il mercato del fuori casa possa chiudere il 2022 raggiungendo i 90 miliardi di euro (+38% verso 2021; +6% verso 2019). 

Aspettative per le festività natalizie

Nonostante lo scenario complicato, restano alte le aspettative dei consumi da parte degli italiani durante il periodo delle festività. Il vino emerge ancora come uno dei prodotti più regalati ad amici e parenti (circa il 36% degli italiani).

Anche per il Natale 2022 sulle tavole non mancherà lo spumante, ritenuto immancabile per il 45% degli intervistati, con il Prosecco a farla da padrone soprattutto tra i consumatori più giovani (gen Z e Millennials), seguito dai rossi del Sud come Primitivo di Manduria e Montepulciano d’Abruzzo (18%) e dai bianchi dell’Alto Adige (8%), quest’ultimi preferiti soprattutto dai baby boomers.