Querceto di Castellina. L'Aura, la verticale
Querceto di Castellina. L'Aura, la verticale

Siamo tra Radda e Castellina in Chianti, sulle pendici delle dolci colline disegnate dai vigneti, dove i tramonti sono quadri e ci si perde facilmente nella bellezza della natura e nel respiro della storia.

Proprio qui si trova Querceto di Castellina, nel cuore del Chianti Classico, caratterizzato dal simbolo del Gallo Nero, storico emblema dell’antica Lega Militare del Chianti e riprodotto, fra l’altro, dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento, nel fiorentino Palazzo Vecchio.

Arrivando la prima emozione è di grande fascino, lo sguardo volge subito al piccolo borgo, adiacente la cantina e risalente al 1400, trasformato in agriturismo, il tempo pare essersi fermato.

Querceto di Castellina
Querceto di Castellina

Le origini

L’azienda fu fondata da Guido Masini nel 1945, ma è alla fine degli anni ‘80 che la famiglia Di Battista sceglie di vivere qui, sviluppando i talenti di ogni componente nell’ospitalità, nella viticoltura e nella cucina.

La signora Laura, cuore e anima di Querceto, grande esperta di cucina toscana incanta gli ospiti con i suoi piatti e tiene corsi di cucina che affascinano i numerosi turisti italiani e molti americani, che adorano la Toscana.

Giorgio Di Battista, marito innamorato di Laura, è architetto e appassionato del bello. È stato lui, alla fine degli anni Ottanta a restaurare il complesso principale del piccolo borgo e renderlo un contemporaneo Agriturismo di classe, un vero rifugio tra i colli toscani.

Querceto di Castellina. Jacopo Di Battista
Querceto di Castellina. Jacopo Di Battista

In azienda lavorano anche Jacopo e Filippo, figli di Laura e Giorgio. Filippo il più giovane dirige l’agriturismo e l’accoglienza.

Il primogenito Jacopo inizia a lavorare nell’azienda di famiglia nel 1998, quando viene costruita la cantina e prodotto il primo vino con etichetta “Querceto di Castellina”. Vola negli Stati Uniti per fare esperienza e torna con nuove idee e Mary sua moglie, una donna americana di grande energia, il suo apporto nel marketing e nella comunicazione di Querceto, si rivelerà una carta vincente.

È Jacopo ad occuparsi con grande passione e da imprenditore, come ama definirsi, di sviluppare il progetto vinicolo. Fa sbancare la collina, movimenta il terreno, uno dei massi più grandi svetta sul crinale, quasi a confermare che si è lavorato duramente. Introduce novità e disegna, nella sua mente e poi nella realtà, una nuova parcella di vigneto a corona, quasi ad abbracciare con il Sangiovese, vitigno principe dell’azienda, il sogno realizzato della famiglia Di Battista.

Prodotti biologici e sostenibilità

Querceto di Castellina è una cantina sostenibile dal 1998 e certificata biologica dal 2012. «Il nostro approccio ai vini è fatto di semplicità e ascolto – racconta Jacopo – e ogni nostro vino racconta una storia diversa».

Querceto di Castellina. Vigneto Livia
Querceto di Castellina. Vigneto Livia

Nel 1998 viene prodotto il primo vino con l’etichetta “Querceto di Castellina”. Oggi dagli 11 ettari vitati vengono prodotti: “L’aura” Chianti Classico, “Sei” Chianti Classico Gran Selezione, da singolo Cru, “Podalirio” di forte identità e “Furtivo” Rosato di Sangiovese. Ultimo nato, da un’idea che risale al 2008, “Jac” da uve Cabernet Franc in purezza. In qualche modo il sogno di Jacopo Di Battista, un vino che lo ritrae perfettamente.

«La scintilla scoccò a Bordeaux durante un viaggio formativo nelle maggiori denominazioni e cantine da Latour a Cheval Blanc, dove rimasi affascinato dal vitigno Cabernet Franc e con l’enologa Gioia Cresti decidemmo di piantarlo sulla nostra collina a 450 metri». Un vino che ripaga con grande eleganza la perseveranza di Jacopo. Il segno olfattivo è composto dagli elementi fruttati e dai profumi del territorio, il sorso è di fascino assoluto, pieno e vellutato con una precisa linea stilistica che lo rende molto originale.

In etichetta l’altro amore di Jacopo, quello per le automobili. Il design rende infatti omaggio all’iconico motore V8, riflettendo la raffinatezza, la potenza e l’equilibrio racchiusi in ogni bottiglia.

Senza dimenticare “Livia”, un vino Bianco in Chianti Classico, che prende il nome dalla nipotina e a lei è dedicata l’etichetta con l’orma di un piedino. Le uve Viognier e Roussanne si fondono magnificamente e sviluppano sentori olfattivi di fascino che preludono ad un sorso intenso e fresco, davvero piacevole.

Querceto di Castellina. Le annate di L'Aura in assaggio
Querceto di Castellina. Le annate di L’Aura in assaggio

L’Aura: la verticale inizia nel 1998

L’occasione di tornare a Querceto di Castellina, è stata una degustazione verticale che vuole raccontare l’evoluzione del Chianti classico rispetto alle annate. «Il vino con cui siam partiti» dice Jacopo prima di iniziare.

Una degustazione che ha il sapore della sfida, perché proporre Chianti Classico, fin dalla prima annata, ovvero la 1998, non è cosa da tutti. «Fino alla 2006 si usavano le Barrique, poi solo Tonneaux».

Quasi trent’anni di storia del Chianti Classico e della passione, dell’attenzione, della voglia di cercare sempre il meglio. Dalle barrique ai tonneaux, fino al cemento, dalla scelta del blend, seppur di piccola percentuale, con cannaiolo e ciliegiolo, alla ricerca della purezza chiantigiana con il Sangiovese per il cento per cento.

Ma ciò che affascina nella verticale di “L’Aura” è la bellezza con la quale un Chianti Classico, relativamente semplice nella sua fattura e struttura, cavalca gli anni con sempre maggior eleganza, traendo dal passato il valore della tradizione e vedendo nel futuro la contemporaneità di un vino che invita al secondo sorso.

Querceto di Castellina. Igt Rosso 2022
Querceto di Castellina. Igt Rosso 2022

1998

Integro e dotato di freschezza ancora viva e coerente con il panorama olfattivo che, con bella profondità, definisce la matrice del vino. Una linea stilistica che ritroviamo con lo scorrere del tempo. Sorso aperto, con un ottimo equilibrio di acidità.

2000

Al naso pieno e intenso, di bellissima fattura olfattiva. Sorso di nobile struttura, composito e declinato con carattere. Grande annata ma sopratutto grande Chianti che esalta i profumi e si celebra con sicurezza.

2004

Al naso conquista subito per la profonda essenza fruttata e la piena concezione dei profumi ora aromatici, ora maggiormente vegetali. Intensità piacevolissima. Al palato scende con freschezza e portando con sé tutta quella espressività del frutto nelle sue morbidezze e acidità insieme.

2006

Il naso si presenta meno accogliente ma il sorso e di bel vigore pienezza gustativa e lunghezza. Permane la medesima bilanciata convivenza delle note acide con quelle sapide.

2016

Naso appagante e di composita vena aromatica, intenso a tratti e delicato in altri. Il sorso di bel vigore tiene vigili le papille gustative, regalando piacere e persistenza.

2019

Profumi seri quasi austeri, ampi e profondi nella struttura e nella consistenza. Anche il sorso segue questa linea di pienezza e ampiezza, senza fronzolo alcuno, ma con una persistenza al palato che è segno dello stile

2020

Fresco e gioioso al palato, un piacevolissimo sorso facile e godibile. Il panorama olfattivo è allineato e coerente con lo stile della casa.

2021

Morbidezza e carattere per questi profumi lunghi e questo carattere territoriale. Sorso pieno, intenso e freschissimo al medesimo tempo.

Querceto di Castellina. Da sinistra Andrea Radic, Jacopo Di Battista, Riccardo Gabriele
Querceto di Castellina. Da sinistra Andrea Radic, Jacopo Di Battista, Riccardo Gabriele durante la degustazione

2022

Buona esecuzione, netti i profumi, regolare il sorso. Nel complesso una nota di acidità che appare un filo eccessiva.

2023

Ottima presenza, profumi e sensazioni olfattive di bella eleganza e stile. Il sorso presenta un notevole esempio della denominazione e del territorio. Il tutto con un lato di bella armonia.

Un grazie speciale alla signora Laura che ha dedicato le sue arti culinarie ad una pranzo cucinato insieme, casa, famiglia, tavola imbandita. E, mentre impegnati ai fornelli, un calice di “Furtivo” ha svolto egregiamente il suo compito.

Andrea Radic