Check-up della vendemmia 2013

Leggendo i dati, ma soprattutto camminando le loro vigne di Castellina in Chianti, emerge chiaro un dato: la vendemmia 2013 a Rocca delle Macie (entità per certi versi emblematica del comprensorio) segna un ritorno al’antico. Ciò significa semplicemente una maturazione delle uve in sensibile ritardo rispetto alle due annate precedenti che ha ricondotto l’epoca di raccolta a date nella norma sino ad un po’ di anni fa.

 

Qualche esempio. Il sangiovese, varietà principe nel Chianti Classico,  si è iniziato a vendemmiarlo il 26 di Settembre 2013, contro il 10 Settembre del 2012 ed addirittura il 31 agosto del 2011. Non è andata diversamente nel Morellino, altro polo produttivo di Rocca delle Macie, ove al 25 Settembre di quest’anno si contrappongono il 24 ed il 29 agosto del biennio precedente.

Non cambiano i  parametri per le varietà internazionali, merlot e cabernet sauvignon. La raccolta del primo, notoriamente precoce, ha avuto inizio il 4 Settembre (il 29.8 in Maremma) mentre per il secondo si e’ deciso di cogliere dal 23 Settembre (dal 27.9 in Maremma); in entrambi i casi 20-25 giorni dopo rispetto al 2012-2011.

 

Calendari a parte ma com’è l’uva 2013? Risponde tra i filari di Fizzano, ove prende vita il Chianti Classico Riserva di Rocca delle Macie, Lorenzo Landi, enologo di meritata fama e consulente aziendale: grappoli sani, non “bruciati”, problema riscontrato purtroppo nel 2012 ed in parte nel 2011. Uva a parere suo (e l’assaggio del chicco lo conferma) con una spiccata acidità, di giusto grado zuccherino e buon corredo aromatico, magari con una maturazione fenolica (ndr: dei tannini) che andrà ben decifrata nelle fasi di vinificazione, quando tutta  sarà giunta al riparo in cantina.

Nell’attesa, un veloce quanto piacevole ripasso dei più recenti vini imbottigliati da Rocca delle Macie assieme a Sergio Zingarelli, “patrone” dell’azienda. Un assaggio tra calici già visti e qualche anteprima. Al di la delle singole valutazioni, una conferma: anche con grandi numeri l’alta qualità non e’ un’utopia. Provare per credere.

 

Chianti Classico Riserva di Fizzano

Tre annate in degustazione, tra passato, presente e futuro, di questo vino, per certi versi il simbolo dell’azienda. Il plus dell’assaggio: “sentire” la vendemmia, fattore che rende merito ad un prodotto “fatto in vigna”, secondo quanto madre ha concesso quell’anno.

Il 2009: Colore tipico, di media intensità e luce. Il naso è pronunciato, complice qualche decimo di volatile in più del solito che lo agevola. Sul palato, già di buona evoluzione, scorre agile, con frutto maturo e media persistenza.

Il 2010: Il più “chiantigiano” della triade, ha ottime prospettive di ulteriore crescita grazie ad una materia di tutto rispetto. Il naso propone note floreali che vanno via via dispiegandosi. La bocca è nervosa, fresca, con tannini generosi ma già ben disposti.

Il 2011: Pur appena imbottigliato il vino è già generoso al naso come in bocca. L’annata si coglie nella maturità del frutto, molto gradevole pur non oggi di grande complessità’ Ha margini di crescita, forse pero’ inferiori al fratello 2010.

 

Roccato IGT

Due annate in assaggio per il blend sangiovese/cabernet della famiglia Zingarelli. Un vino di tecnica precisa che si avvale dell’apporto del vitigno internazionale per far breccia su mercati meno avvezzi al fare talvolta scorbutico del nostro sangiovese.

Il 2009: Gran bel bicchiere! Il cabernet la fa da padrone (il 2009 non sembrerebbe essere stata annata “memorabile” per i sangiovese a Rocca delle Macie), suggerendo una beva sul frutto nero decisamente piacevole e di insospettabile profondità. Goloso.

Il 2010: Il sangiovese riconquista visibilità in quest’annata sicuramente a lui più propizia. Ancora piuttosto indietro nella sua evoluzione, non ha la facilità del 2009 ed oggi è vino di non immediata lettura. La struttura, quella si, già si avverte.

 

Daniele Bartolozzi