A Parma durante Taste of Future si è discusso, assaggiato, degustato

Parma città del buon Gusto. Questa l’aspirazione che è uscita dalla due giorni, Sabato 28 e Domenica 29 Giugno, dalle sale del Palazzo del Governatore nella centralissima Piazza Garibaldi. Incontri e degustazioni, aperti al pubblico, sulle “tipicità considerate le eccellenze del territorio parmense: il Prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, i Vini dell’intera provincia tra i quali spicca la Malvasia dei Colli di Parma accanto all’onnipresente Lambrusco Maestri”.

Ho vissuto un’esperienza esclusiva e preziosa di approfondimento. In particolare quando sono stato coinvolto in un Focus dove l’attenzione è stata focalizzata (il bisticcio è d’obbligo) sull’importanza della biodiversità come “elemento imprescindibile del territorio”. L’Azienda Sperimentale Stuard, che opera a livello interprovinciale in stretto rapporto con i ricercatori dell’Università di Parma, da oltre 30 anni si occupa di preservare e valorizzare il patrimonio collettivo fatto di vecchie varietà vegetali e razze animali. Interessante, affascinante e notevole (per l’alto livello di preparazione) il dibattito che ne è seguito a dimostrazione che l’eccellenza raggiunta da Parma è meritevole del titolo “Città del Buon Gusto”.

E a sancire questa investitura ormai prossima (dovrebbe coincidere con l’Expo 2015) è stato l’incontro “politico”, inteso come scelte, che si è svolto nell’Auditorium del Palazzo. Il Sindaco di Parma, l’Assessore al Turismo, il Presidente della locale Camera di Commercio, il Presidente del Consorzio Tutela Vini dei Colli di Parma a nome anche dei rappresentanti degli altri Consorzi di tutela, tutti quanti intervenuti a spiegare le motivazioni di questa candidatura e quanto, tutti insieme, stanno preparando per rendere Parma una vicinissima “succursale del Buon Gusto” dell’Expo 2015.

Ma l’organizzazione dell’evento parmigiano è andata oltre; la consapevolezza di riuscire nel raggiungere il traguardo di Parma città del Buon Gusto ha fatto sì che fosse necessario costituire un Comitato Scientifico Permanente chiamando a farne parte personaggi quanto di meglio e superiore (nella preparazione) c’è nell’ambito dell’eno-gastronomia intesa in senso lato.

Prof. Giorgio Calabrese, docente e nutrizionista di fama internazionale; Gualtiero Marchesi, rettore di ALMA, la Scuola di cucina italiana; Donato Lanati, l’enologo scienziato; Ian D’Agata, noto giornalista del settore; Bernard Burtschy, uno dei massimi esperti di vino al mondo; Marco Massarotto, esperto di comunicazione; Domenico Fucigna, giornalista; Alessandro Garofalo, esperto di formazione manageriale; Daniele Degl’Innocenti, ricercatore alimenti e salute; Roberto Dell’Aglio, esperto in farmacologia.

Non c’è che dire, quando Parma si muove…non si scherza.

In onore al periodo di grande ricchezza culturale portato dall’imperatrice Maria Luigia, duchessa di Parma, l’evento si è arricchito della presenza di una selezione di prodotti e produttori di Bourg-en-Bresse, cittadina della Regione del Rodano situata ad est di Mâcon, gemellata con la provincia emiliana. Assaggiati i prodotti della Fédération Départementale des Coopèratives Laitières, dell’Acquaculture Liatout e il Cedron di Bugey, il vino frizzante rosato prodotto con uve Gamay e Poulsard e vinificato con il metodo ancestrale per ottenere un prodotto amabile e piacevole.

Ma i protagonisti della Manifestazione sono stati loro, i prodotti come elementi portanti del progetto Parma, città del Buon Gusto. Vediamoli

Prosciutto di Parma, cura nelle fasi di stagionatura, equilibrio dei profumi e dei sapori;

Salame Felino, rosso rubino dalla consistenza compatta;

Culatello di Zibello, un’arte tramandata da generazioni;

Coppa di Parma, semplicemente diversa;

Parmigiano Reggiano, il Re dei formaggi con i suoi nascosti segreti.

 

Ed infine un po’ di vino. Consorzio tutela vini dei Colli di Parma. Alcuni dei miei assaggi:

Antonio Aldini: Malvasia aromatica di Candia extra dry 2012. Paglierino deciso, quadro olfattivo complesso, seducente al palato con una carbonica fine. Lunga persistenza fruttata.

Monte delle Vigne: Nabucco 2010, Barbera 70% e Merlot 30%. Rubino intenso, profumi che vanno dal fruttato allo speziato al floreale viola, tannino in evidenza e lunga persistenza. Ottimo

Ariola Vigne: Gran Cru Marcello 2013, Lambrusco Maestri. Porpora, profumi netti di lampone e mirtilli. Al palato il brio che ti conquista.

Ceci: un’altra classe. Otello Nero di Lambrusco e Terre Verdiane. Lambrusco Maestri in purezza il primo, al 50% con ulteriore 50% di Lambrusco Marani il secondo. I Lambruschi di questa terra che ti fanno sognare. E poi dicono che il Lambrusco “è un vinello” per la sua ridotta alcolicità. Ė la passione che può ogni cosa e quando la si nota non resta altro che innamorarsene.

A Parma durante Taste of Future si è discusso, assaggiato, degustato. Nuove idee per il prossimo futuro, esperienze sensoriali gratificanti: il palcoscenico della cultura del cibo e del vino che sarà un appuntamento annuale irrinunciabile.

Urano Cupisti