Lunedì 25 febbraio al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, da quest’anno nei nuovi spazi del Salone delle Cavallerizze, si è tenuto Il wine tasting di Civiltà del bere dedicato al Top delle Guide Vini 2019 con protagonisti i vini più premiati d’Italia secondo le 7 principali guide enologiche 2019: Ais Vitae, Bibenda, Cernilli – Dr. Wine, Espresso, Gambero Rosso, Slow Wine e Veronelli.

Il merito di Alessandro Torcoli, direttore ed editore della storica rivista fondata nel 1974, e del suo “dream team”, come a ragion veduta gli pace definire, non è stato quello di aver selezionato i vini, compito riservato ai giudici delle varie guide, bensì quello di stilare la superclassica divertendosi così a scoprire quali sono le etichette ed i produttori più apprezzati dagli esperti del settore.

Se a questo si aggiunge anche la capacità dimettere insieme ben 51 Cantine per 147 vini  da tutta Italia con una selezione di bottiglie ormai iconiche, piccole produzioni ed etichette da addetti ai lavori, il lavoro è degno di lode e orgoglio!

Qualcuno obietterà che dovremmo andare oltre il solito mainstream, probabilmente ci sono ancora troppi produttori #unconventional che non vogliono confrontarsi a livello nazionale con chi invece accetta di esser “giudicato”. Ovviamente qui si rispetta l’enoico pensier di tutti, quindi godremo di tali vini in altre tipologie di eventi e/o manifestazioni, in ogni caso molto interessanti.

Ecco i 10 assaggi over 90 che ci hanno maggiormente impressionato durante questa giornata:

  1. Tenuta San LeonardoSan Leonardo, Vigneti delle Dolomiti Igt 2014(Cabernet Sauvignon 60%, Carménère 30%, Merlot 10%): 96. Il nobile SuperTrentin dei Marchesi Guerrieri Gonzaga che ininterrottamente dal 1982 lo si può considerare uno dei migliori tagli bordolesi prodotti in Italia. Stile rigoroso senza compromessi, piglio aristocratico, spalla poderosa, portamento fine ed elegante, passo agile, sapido e deciso.
  2. Le MacchiolePaleo, Toscana Igt 2015(Cabernet Franc 100%): 95+. Primo Cabernt Franc in purezza della Costa Toscana a rappresentare la spasmodica ricerca della migliore espressione possibile per il territorio di Bolgheri. Per la sua produttrice Cinzia Merli è come un figlio prediletto, quello delle grandi emozioni, quello che non dimentichi, quello che ti entra nell’anima, lascia un segno indelebile e ti tiene legato alla sua terra. Energico, armonico, dinamico!
  3. MonteverroMonteverro, Toscana Rosso Igt 2015, in anteprima (Cabernet Sauvignon 40%, Cabernet Franc 30%, Merlot 20%, Petit Verdot 10%): 95. Ancora un taglio bordolese in Toscana, ma proveniente dalla zona “più selvaggia e forse più vera”, la Maremma. Un terroir ben presente nel bicchiere, con quella macchia mediterranea e i suoi sentori di sottobosco, eleganti sì ma molto più scalpitanti e potenti rispetto alle annate precedenti. Un cavallo di razza che solo il tempo riuscirà a domare.

  1. Gianfranco FinoEs, Primitivo di Manduria Riserva Doc 2014 (Primitivo 100%): 94. Non ci stancheremo mai di ricordare quanto Gianfranco, insieme a sua moglie Simona, ha fatto per questa terra. Salvare dall’oblio, recuperandoli, difendendoli e preservandoli, ben 22 ettari di vigne ad alberello pugliese quasi centenarie. In questa riserva siamo “oltre il primitivo”, anno per anno si scelgono gli appezzamenti migliori e si allunga il periodo di affinamento in bottiglia (18 mesi). Intenso, complesso, tannino autorevole e vena iodata che sa di Mar … Ionio!
  2. Castelbuono Tenute LunelliCarapace, Montefalco Sagrantino Docg 2014 (Sagrantino 100%): 93. Un luogo e un vino dove si intrecciano tradizioni di famiglia, stile, eleganza e soprattutto arte. Ventaglio olfattivo che spazia dalle erbe aromatiche alle spezie, frutti scuri che riemergono dal bicchiere grazie ad un sorso sapido e sontuoso. Maestosa la trama tannica.
  3. ArgiolasTurriga, Isola dei Nuraghi Igt 2014(Cannonau 85%, Bovale, Carignano, Malvasia nera): 92+. La storia del vino sardo che affonda le radici nel profondo di questa terra, che esprime energia e un’irruenza quasi primordiale. Una sinfonia molto sfaccettata di sentori e di sapori che ci avvolgono, ci prendono e ci portano in giro tra le vigne della tenuta Sa Tanca. More selvatiche, mirto, echi balsamici e sentori di tabacco si fondono armonicamente in un sorso ampio, avvincente, lungo e persistente.

  1. TommasiDe Buris, Amarone della Valpolicella Classico Riserva Doc 2008 (Corvina 62%, Corvinone 25%, Oseleta 8%, Rondinella 5%): 92. L’Amarone di una volta, una pazienza e dedizione lunga 10 anni. Un classico senza tempo, realizzato secondo il rigore che il metodo storicamente impone, dove è il tempo e non l’uomo che detta le regole. Un vino austero dal colore impenetrabile, potente e raffinato, molto accattivante al palato. Trascorre 5 anni in botti di rovere da 15 a 35 hl, un anno in acciaio e 4 anni in bottiglia prima di veder la luce.
  2. Cantina SantadiTerre Brune, Carignano del Sulcis Superiore Doc 2014 (Carignano 95%, Bovaleddu 5%):92. Lì dove c’erano solo miniere, su quelle terre brune, da oltre 50 anni battono i cuori delle oltre 200 famiglie, socie della cantina cooperativa di Santadi, linfa vitale per il vino simbolo, anche internazionale, della rinascita del Sulcis. Antichi alberelli a piede franco su terreni sabbiosi donano eleganza, regalità ed equilibrio, bilanciando egregiamente possanza tannica, alcolicità e sapidità.
  3. LibrandiEfeso, Val di Neto Igt 2017 (Mantonico 100%): 91+. A dimostrazione che la Calabria è terra di grandi potenzialità, rappresenta la consapevolezza che in questo territorio si possono produrre vini di valore, che non temono il confronto sui mercati internazionali. L’autenticità del Mantonico in purezza a valorizzare una tradizione che guarda oltre, uso sapiente del legno in fermentazione e affinamento “sur lie” per 8 mesi in rovere di Allier. Un bianco complesso dai sentori vegetali freschi e erbe aromatiche, in bocca è agile, il sorso si allunga e chiude con un retrogusto di zest a limone che richiama ad una beva compulsiva. Ottima la persistenza.

  1. SuaviaMonte Carbonare, Soave Classico Doc magnum 2016 (Garganega 100%) 91. Un vino vulcanico, proprio come le tre sorelle Alessandra, Meri e Valentina, alla guida dell’azienda famigliare tutta al femminile che produce solo vini di territorio in purezza da Garganega e da Trebbiano di Soave. Prati fioriti, erbe di campo e freschi agrumi, lasciano spazio a intese scie balsamiche e a sentori di pietra focaia. Un sorso esplosivo, come un colpo di pistola, capace di arrivar molto lontano.

Fuori concorso Tenuta San Guido Bolgheri Sassicaia Doc 2012, 93/100, per non essersi presentato nell’annata presente nelle guide.

Antonio Cimmino

[Photo Credit: Antonio Cimmino; Civiltà del bere]

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