Quando i vini arrivano a domicilio. C’è un vecchio detto che recita così: “Quando hai dei peccati da scontare ritirati in un Monastero e Ora et Labora (in silenzio)”.
Non credo di aver dei “grandi peccati da scontare” ma il solo toccare le bottiglie arrivate dal Monastero San Masseo di Assisi e letta la storia della loro produzione è stato come essere catapultato nell’ambiente monastico dove i giorni sono cadenzati dalla preghiera, il lavoro nei campi, dal silenzio.
Maddalena Mazzeschi, amica PR, inviandomi quel comunicato press, con poco testo ma diretto che recitava così: “Con piacere vi parlo dei monaci di San Masseo di Assisi e dei vini… e non solo, che producono”, è riuscita a colpire il mio interesse portandomi a chiederne una campionatura per una conoscenza diretta.

Ed eccomi nella mia stanza adattata a luogo di degustazione ed assaggi, con di fronte un rosso, un bianco ed un vermout, frutto ed opera dei monaci, a volte aiutati dagli ospiti lì giunti per “meditare, pregare, in silenzio”, ricavati da un vigneto di circa 2 ettari con allevate varietà di Grechetto di Todi e Merlot.
Ma dove si trova questo Monastero?
“Dall’anno 1059 a San Masseo i monaci curano l’umanità anche curando la vite”. Ci troviamo nelle vicinanze di Assisi, alle pendici del Monte Subasio. Da alcuni anni sono i monaci della comunità di Bose (provincia di Biella) ad aver ridato vita all’antico monastero, ristrutturandolo ed accogliendo chiunque desideri trascorrere un periodo di pace (Ora) e magari aiutandoli nel loro lavoro quotidiano come produrre uva (Labora).
La vite, dicono i monaci, è “un simbolo di morte e resurrezione perché ogni anno perde le foglie, va in quiescenza, viene potata, piange, nascono le gemme, riparte e arriva il frutto. Ci aiuta a ripercorrere, anno dopo anno, una dimensione di preghiera e liturgica legata alla vita”.
Oggi, per migliorare la qualità dei prodotti, le uve, vendemmiate manualmente, vengono portate in una cantina “amica”, comunque attrezzata, dove un giovane enologo, operando in ambienti consoni alla fermentazione, ne trae vini degni di questo nome.

L’assaggio
– Rubeum 2022 Rosso Umbria Igt, Merlot, vol 14,00%. Fermentazione in acciaio. Sentore di confetture di fragole, mirtilli. Fresco dai tannini levigati e discreta struttura. Il mio giudizio: buono, adatto al consumo quotidiano, voto 87/100;
– Grechetto d’Assisi 2022 Dop, vol 13,00%. Fermentazione in acciaio. Riconoscimenti iodati e fruttati all’olfatto, accompagnati dal floreale di biancospino. Discretamente fresco, abbastanza morbido, sapido. Finale minerale. Il mio giudizio: buono, adatto al consumo quotidiano, voto 87/100;
– Vermout vino aromatizzato a base di grechetto con infusi di erbe come assenzio, ginepro e botaniche mediterranee provenienti dal Monte Subasio. Il mio giudizio? Un grande risultato altamente raccomandabile.

Ma la civetta in etichetta, simbolo pagano, che c’entra? Mi risponde Maddalena:
“Non è un caso neppure che nelle etichette di tutti i vini di San Masseo sia riportata la civetta simbolo della dea della Sapienza, Atena o Minerva, che fin dall’antichità era stato preso come simbolo dai primi monaci con l’intento di affermare che “loro” erano i veri sapienti. La civetta è anche un uccello che veglia nella notte, normalmente solitario e quindi ricorda altre due caratteristiche che i monaci cercano di vivere: la vigilanza e la solitudine”.
Cenni sull’ordine monastico: “La comunità monastica di Bose è una comunità religiosa cristiana, formata da monaci di entrambi i sessi e provenienti da Chiese cristiane diverse, fondata da Enzo Bianchi nel 1965 e con sede a Bose, frazione del comune di Magnano, in provincia di Biella. Sin dalla fondazione promuove un intenso dialogo ecumenico fra le differenti Chiese e denominazioni cristiane. Formalmente, dal 2000 è riconosciuta dalla Chiesa cattolica come ‘associazione privata di fedeli’ ai sensi del Codice di diritto canonico (canoni 298-329), all’interno della diocesi di Biella”.
Il monastero è visitabile in qualunque periodo dell’anno (previa prenotazione) ed è anche possibile fermarsi a dormire nelle camere che si trovano in uno degli edifici. Si avrà così modo di passeggiare tra i filari dei vigneti, vedere come vengono lavorati e assaggiarne il frutto. Questo l’invito dei monaci: “Attraverso il lavoro della terra, che è al contempo lavoro sulla nostra umanità, possiamo rimanere capaci di riconoscere nel volto di chi accogliamo, conosciuto o straniero, innanzitutto un volto di umanità di cui ringraziare, magari bevendo insieme un bicchiere di vino buono”. Chapeau!
Urano Cupisti
Assaggi effettuati il 7 Luglio 2024
Comunità Monastica di Bose
Monastero San Masseo
Agribose s.a.s.s. Unità locale di Assisi c/o Monastero San Masseo
Via Petrosa snc – Assisi (Perugia)
Tel: 075 8155261