A noi il Merano Wine Festival piace e continueremo a seguirlo come appuntamento fisso nella nostra agenda di viaggiatori del vino

Il Wine festival è qualcosa di più di un luogo dove poter andare a degustare vini di aziende importanti italiane ed estere (magari assaggiando anche prelibatezze gastronomiche). E’ la fiera che molti di noi del vino frequentano anche per godersi il nostro meraviglioso mondo. Alcune importanti eventi, infatti, assorbono tantissimo chi lavora nel settore, talmente tanto che alla fine i ritmi sostenuti ti lasciano poco spazio per apprezzare la piacevolezza di un lavoro. A Merano abbiamo tutti ritmi più rilassati e possiamo dedicarci con calma anche ad incontrare amici, produttori, colleghe e colleghi e magari assaggiare insieme scoprire qualche novità, ritrovare etichette che ci piacciono.

Il contesto poi è delizioso. La cittadina offre veramente un’aria rilassante (a partire dai 10 minuti che metto ad arrivare in fiera alle 9,30 del mattino grazie anche alla navetta organizzata dal mio storico Hotel di Scena Hotel Erzherzog Johann gestito dalla famiglia Pickler, ma anche poco stress quando cerco parcheggio). Ho avuto modo di parlare con diverse persone ed aziende e su questo siamo tutti concordi. Anche il post Festival è un momento di ritrovo, che può anche essere utile per nuovi contatti e conoscenze oltre che per confrontarsi. Insomma a noi il Merano Wine festival piace e continueremo a seguirlo come appuntamento fisso nella nostra agenda di viaggiatori del vino.

Alcuni assaggi.

Messorio de Le Macchiole (2012). Vino straordinario ricco e dinamico in bocca. Piacevolissimo anche il Paleo.

Assaggio completo da Bibi Graetz con un Colore da applausi.

Ho riassaggiato Montevertine (della mia degustazione verticale ha dato spazio il collega Luciano Pignataro sulla sua testata) con un grande Pian del Ciampolo 13.

La Gerla. Bella espressione di Montalcino. Passaggio veloce a Campo alla Sughera dove il Campo alla Sughera 12 mi ha dato belle emozioni.

Capezzana con l’ultima annata del Trefiano (di cui ho recentemente degustato un 1998 di una longevità incredibile). Una bella versione del Ca’ Florian di Tommasi.

Ovviamente il “mio” terzetto Boscarelli, Il Marroneto, Tua Rita.

Gran finale con Il Poggio 1969 di Monsanto… standing ovation…

Purtroppo non molti assaggi quest’anno.. ma mi rifarò il prossimo anno. (r.g.)