Da sempre le degustazioni in Sala Dante a San Gimignano, durante l’annuale manifestazione dell’Anteprima Vernaccia di San Gimignano, mi affascinano e sono momenti di studio, di crescita conoscitiva, di confronto.
In questa sala si ricordano eventi memorabili come i bianchi di Borgogna verso la Vernaccia e i bianchi da vitigno Bourboulenc della zona La Clape (Linguadoca) a confrontarsi con il bianco principe toscano: la Vernaccia di San Gimignano.
Ancora una volta chiamato ad assistere all’incontro di due vitigni che “hanno percorso strade diverse ma che per certi versi mostrano comunanze di linguaggio”.
Così Leonardo Romanelli ha aperto l’evento che di per sé avrebbe significato l’anima dell’incontro: Mare Antico e Mare Moderno ovvero legami particolari sul filo del Mediterraneo. Ansonica e Vernaccia di San Gimignano.
Il legame che accomuna questi due vitigni: il Mare.
Mare Antico
Quello pliocenico di milioni d’anni fa che ancora è parte integrante dell’evoluzione della Vernaccia di San Gimignano, vitigno stanziale, “orgogliosa e verace”, che rivendica a pieno titolo la sua volontà di rappresentare questo territorio.
E il mare lo ritrovi nei calici con la sua sapidità e mineralità fossile unica e marcata. Un marchio di fabbrica.
Mare Moderno
La strada tra le isole e i litorali del Mediterraneo tracciata dal vitigno Ansonica, vero vitigno migrante che, nei luoghi dove ha lasciato il suo segno, ha assunto nomi diversi come in terra siciliana: Insolia.
Diversità verso la Vernaccia: “espressione quasi orgogliosa di una viticoltura particolare e non conforme, che a seconda del luogo dà origine a vini unici, plasmati dal terreno, dal clima e dalle persone” (Leonardo Romanelli).
Sbagliato chi si è seduto in Sala Dante per assistere ad un match pugilistico tra i due vitigni o meglio ad evidenziarne le differenze in una gara materiale al limite del ridicolo. Questo è meglio di quello o viceversa.
L’obiettivo del Consorzio (promotore dell’evento), tramite le parole ed il pensiero di Leonardo Romanelli è stato di far capire, solleticare l’attenzione dei presenti, sull’elemento Mare come, mi ripeto, comunanza di linguaggio.
Personalmente l’ho capito, compreso e sono uscito da Sala Dante con entusiasmo, consapevole di aver aggiunto al mio personale bagaglio di esperienze, nuove conoscenze nel vasto e in parte inesplorato mondo vitivinicolo.
Gli assaggi
Ma veniamo all’esperienza degli assaggi.
Da una parte 6 bottiglie a rappresentare i diversi terroir dell’aerale di San Gimignano con il mio giudizio:
– Podere Le Volute 2017. Ottimo, voto 89/100
– Vigna Cellori Casa Lucii 2016. Ottimo, voto 88/100
– Il Palagione Riserva 2016. Eccellente, voto 90/100
– San Benedetto Riserva 2016. Ottimo, voto 88/100
– Le Mandorle Riserva 2016 Fattoria Poggio Alloro. Eccellente, voto 90/100
– Signorina Vittoria Riserva 2015 Tollena. Ottimo, voto 88/100
Dall’altra 6 bottiglie di Ansonica/Insolia provenienti da altrettante zone diverse, isole e litorale del Mar Mediterraneo, sempre con il mio giudizio:
– Ansonica dell’Elba Lazarus 2017 Valle di Lazzaro. Ottimo, voto 89/100
– Insolia Fondo Filara 2017 Nicosia. Ottimo, voto 89/100
– Isola del Giglio Carfagna 2017 Altura. Eccellente, voto 90/100
– Maremma L’Oro di Giacomo 2017 Poggio Brigante. Eccellente, voto 90/100
– Isola del Giglio Bugia 2016 Bibi Graets. Fuori dagli schemi. L’ho definito: interessante (in linea con la produzione di questo particolare produttore).
– Insolia Piana degli albanesi Cubia 2014 Tenuta Ficuzza Cusumano. Ottimo, voto 88/100 (molto francese).
Chiudo questa esperienza con le parole di Leonardo Romanelli quanto mai “conclusive” e riassuntive dell’intero evento: “Vitigni e vini non facili da gestire, ma d’altronde per le emozion, la sofferenza fa parte del gioco, da comprendere e da amare per la loro unicità”. Chapeau!!!
Urano Cupisti