“Il vino muove la primavera, cresce come una pianta di allegria, cadono muri, rocce, si chiudono gli abissi, nasce il canto” (da “Ode al Vino” di Pablo Neruda).

Una delle tante “frasi enoiche” che troviamo qua e là “spippolando” su internet. L’ho fatta propria per introdurre il mio “approccio” ai vini di Lamole di Lamole presenti all’ultima edizione di Terre di Toscana nel marzo scorso. Soprattutto “il canto del vino” (ne sono un cultore) che, a volte, lo si sente quando esce dalla gabbia della bottiglia, si libera e da vita a quel componimento musicale che un attento assaggiatore coglie.

PROFUMI DI UN BORGO ANTICO

“La collina di Lamole è un altrove. Casali, fontanili, ponticelli e ville isolate si affacciano da strapiombi boscosi, qua e là costellati di terrazzamenti, fasce di terra strappate al costone. Lo sguardo, dalla sommità dei vigneti, abbraccia un orizzonte di meravigliosa vastità, nella direzione del tramonto; in tarda primavera, mentre il vento distribuisce il profumo degli iris e delle ginestre dischiuse, fioriscono anche le nostre viti”. Così l’inizio della “chiacchierata” con il responsabile aziendale che mi ha accompagnato negli assaggi.

Lamole di Lamole. Castello e vigneti

IL TERROIR DI LAMOLE

Lamole è un’alta frazione del comune di Greve in Chianti. Le sue vigne più alte superano i 650 metri sul livello del mare che ricopre il limite per il Sangiovese nella regione. I terreni, dal forte potere drenante, sono composti da arenarie ocracee, dette “macigno toscano” a sottolinearne consistenza e peso; vi si innestano inserti di alberese e galestro, e la formazione mista che ne risulta è uno dei segreti della completezza dei rossi locali, profumati e finissimi, vigorosi e persistenti.

I Terrazzamenti sono una testimonianza tangibile del rapporto dell’uomo con l’ambiente. Le terrazze di Lamole raccontano una storia di fatica, pazienza e coraggio. I chilometri di muretti a secco, issati per secoli a mano con le pietre locali, hanno una funzione vitale per la vigna: oltre a fornire spazio coltivabile, essi contengono il dilavamento della terra verso valle, riflettono la luce diurna stimolando le viti alla fotosintesi, e trattengono un calore che la notte restituiscono. La custodia del paesaggio, a Lamole, passa per la meticolosa manutenzione di questi muri preziosi: un impegno che, in azienda, sentiamo come un privilegio”.

Podcast di Lamole

Certo gli assaggi dei vini preceduti da descrizioni così minuziose, precise, che ti “trasportano” nelle dolci colline del Chianti classico, assumono tutt’altra autenticità. In poche parole sembra essere seduto in vigna tra i profumi selvatici e la gradevolezza di quell’ecosistema.

I NUMERI

La Tenuta di Lamole conta su 288 ettari totali di cui 77 vitati. L’età media dei vigneti è di circa 25-30 anni, con “punte” di 74 nella parte alta del vigneto Il Prato.

LA CANTINA

La cantina storica, in cui trovano posto ancora oggi i locali di affinamento e la vinsantaia, datata alla metà del XIV secolo, era parte del Castello di Lamole. La struttura è oggi affiancata da una cantina più moderna poco distante e da una struttura nel fondovalle, nella zona di Greti.

SOSTENIBILITÀ

“A partire dal 2005 abbiamo iniziato a Lamole un processo di riconversione sostenibile dei terreni, che ci consente oggi una conduzione interamente biologica dei nostri vigneti. Questo significa ad esempio l’utilizzo di compost organico, derivante dalle potature dei vigneti e dai raspi della vendemmia come correttivo naturale del terreno.

Lamole di Lamole, il logo

L’impiego di “induttori di resistenza” a base di alghe, aloe e propoli, per stimolare i sistemi di autodifesa della pianta e renderla più reattiva agli attacchi esterni; infine, il ricorso a sole sostanze naturali senza impiegare prodotti chimici in vigneto.

Tutte queste pratiche hanno lo scopo di valorizzare la caratterizzazione territoriale dei nostri vini. Siamo convinti che tutto ciò che deriva da un ambiente salubre, condotto con saggia misura nel rispetto dei cicli vitali, porti con sé un valore unico”.

Era giunto il momento degli assaggi.

– Chianti Classico 2017Note aziendali: Cerchiamo qui di far esprimere alle uve autoctone l’autentica quintessenza lamolese: trasparenze di colore, finezza e profumi floreali, delicatezza di tocco. E’ un rosso in cui il luogo di nascita trasfonde purezza, ispirazione, nitore, sobrietà. Sangiovese e una parte di Canaiolo. Vinificazione in inox con affinamento in botti grandi da 50 hl.

Le mie considerazioni: complesso e fitto mosaico fatto di energia ed intensità e persistenza. Ottimo, voto 89/100

– Chianti Classico Etichetta blu 2017. Note aziendali. È un’ipotesi alternativa, in cui la messa a fuoco è sulla gioiosa solarità della nostra terra: un vino che muovendo rigorosamente da uve di Lamole le declina in levigatezza di materia e sinuosità di linee.  Sangiovese 80%, Cabernet Sauvignon e Merlot 20%.  Vinificazioni in inox, affinamenti diversi: botte grande per il Sangiovese, barriques per i due internazionali.

Le mie considerazioni: Mi sono trovato di fronte un vino molto complesso sia al naso che al palato. Un vino da ricordare per la sua eleganga aromatica e persistenza gustativa. Marcata struttura tannica per un vino disteso, elegante. Eccellente, 91/100

Lamole di Lamole. I vini assaggiati

– Chianti Classico Riserva 2016. Note aziendali: Austerità e raffinatezza di aromi, forza tattile, densità di sapore, tenuta nel tempo. Questo è per noi il senso di una riserva: è il vino che, conservato in una cantina adatta, può accompagnarci per una generazione.  Sangiovese e Canaiolo Nero. Fermentazione in acciaio e affinamento di quasi trenta mesi in botti da 30 hl.

Le mie considerazioni: delicato al naso e fresco, ricco di sfumature al palato. Ne esce un vino seduttivo ed allo stesso tempo essenziale. Eccellente 92/100

– Chianti Classico Gran Selezione Vigneto di Campolungo 2015. Note aziendali:  Abbiamo devoluto alla tipologia di vertice del chianti classico il frutto del nostro vigneto migliore: uve di portentosa intensità di sapore si trasformano in un rosso complesso, solenne, durevole. Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Fermentazione in inox e affinamento per 30 mesi in botti da 30 hl.

Le mie considerazioni: Arrivo alla conclusione: una delizia. Al naso: un’incantevole complessità aromatica. Al palato: il lavoro di cesello sulla trama tannica in un contesto di accertata nobiltà. Eccellente 94/100

“IL FRUTTO DI UN TERROIR UNICO, il Chianti Classico, la splendida campagna che si stende tra Firenze e Siena, terra di straordinaria bellezza e abissale profondità storica, culturale e artistica. Tra le più affascinanti forme espressive cui ha fatto da culla c’è il vino”. Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 2 marzo 2020

Lamole di Lamole

Via di Lamole

Greve in Chianti (Fi)

Tel:  055 8547014

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www.lamole.com