Vigneti del nord Tirolo vicino a Fussen

Unire e non dividere. Oggi più che mai è il vino l’elemento del far conoscere questa via, questo viaggio in terre diverse tra loro

Tutti noi sappiamo del ruolo ed importanza delle vie dell’Antica Roma. In particolare le Strade Imperiali e Consolari che permettevano alle legioni dell’Impero di raggiungere “velocemente” le terre conquistate. Non solo.

Ricoprirono il ruolo altrettanto importante di scambio delle merci e di culture. Era grande festa quando a Roma arrivavano l’olio spagnolo, il vino di Creta, della Tracia, le spezie asiatiche.

Dai porti importanti sul suolo italico partivano quei tracciati la cui costruzione era legata al nome di quell’imperatore anziché l’altro. La via Aurelia, la Domizia, la Cassia ed altre importanti come la via Claudia Augusta.

Affascinante pensare all’arrivo a Roma del formaggio delle Alpi o il vino “rhaetico”. Avvincente e sotto certi aspetti seducente trovare nei  thermopolium romani  assaggi di specialità provenienti da terre lontane.

Pur con molte incongruenze storiche e dibattiti tra studiosi, la via Claudia Augusta, costruita nel I secolo d.C., iniziata dal Generale romano  Druso e completata da suo figlio l’Imperatore Claudio, a differenza di altre vie imperiali, è testimonianza ancora oggi di quella mescolanza, eterogeneità di culture, ambienti, emozioni.

Il suo tracciato attraversa tutt’oggi tre nazioni: Italia, Austria e Germania. Unisce culture diverse: quella veneto-lombarda, trentina, sud-tirolese, nord-tirolese e bavarese. Due inizi: Ostiglia (Hostilia ramo padano), Altino (Altinum ramo veneto) per congiungersi a Trento (Tridentum) e raggiungere il Danubio passando da Bolzano, Merano (Maia), Val  Venosta, Passo Resia (Reiza), scendendo  nell’ovest del Tirolo ed infine arrivare in Baviera ( Burghöfe-Mertingen, Submuntorium).

A testimoniare parte del tracciato tre pietre miliari rinvenute in località Rablà, Cesiomaggiore e Passo Resia con sopra incisi gli anni di costruzione, la lunghezza, l’appartenenza.

Oggi la riscoperta di questo antico tracciato in chiave e lettura turistica, con i luoghi di vacanza e cultura eno-gastronomica. Nel percorrerla significa riscoprire la cucina di 2000 anni fa con ricette e antiche usanze rivisitate per renderle appetibili nei nostri tempi.  E il vino?

Oggi più che mai è il vino l’elemento del far conoscere questa via, itinerario, questo viaggio in terre diverse tra loro.

Pochi conoscono i vini nord-tirolesi in particolare quelli prodotti nell’Alto Tirolo, nel Gurgltal e Inntal proprio sui pendii soleggiati della via Claudia Augusta.  Nel passato storico vi era una buona produzione e rappresentavano i vini Rheiza, ambiti dagli antichi romani. Oggi la riscoperta con vitigni Chardonnay, Weißgipfler (Grüner Veltliner), Müller Thurgau, Blauer Zweigelt, Blauburgunder (Pinot Nero). Difficile procurarsi una bottiglia se non in loco.

I vini sud-tirolesi al contrario sono molto conosciuti e rappresentano un elemento importante nell’eno-turismo dell’Alto Adige. Ma pochi sanno che la via Claudia Augusta ha fatto conoscere ai Romani, proprio in questi luoghi del sud-tirolo, nella Valdadige, la botte più indicata per lo stoccaggio e il trasporto.

I vini del Trentino non hanno bisogno di presentazioni. Quasi tutte le roccaforti del Teroldelgo, del Marzemino, del Nosiola ed altri famosi vitigni coltivati in queste valli  si trovano lungo l’antica strada romana.

I vini dell’Altinate, l’area che da Trento arriva fino ad Altino passando da Feltre, anche ai tempi dell’antica Roma si coltivavano vigneti per l’approvvigionamento vuoi per le legioni di passaggio, vuoi per soddisfare le richieste della vasta area fino a Roma.

I vini della Padana, il ramo attraversato dalla Claudia Augusta che raggiungeva  Ostiglia sul Po, i vigneti della zona collinare del Lago di Garda, la contesa zona di confine della Terra dei Forti. Tradizione vuole e racconta come i vini “Rhaetici” che arrivavano a Verona fosse diffusa.

I vini nel tratto “lombardo” della via imperiale le aree più fertili e ricche. Non dimentichiamo che le origini e conoscenze del lambrusco, compreso il mantovano,  risalgono al tempo dei Romani.

Incontri , scambi commerciali e viaggiatori da ogni dove. Collegamenti tra Nord Europa e sud, conoscenza di persone con tradizioni diverse senza dimenticare culture differenti. Tutto sul tracciato di una strada imperiale romana caratterizzata da duemila anni che ancor oggi tenta di unire e non dividere.

La Via Claudia Augusta, 45 d.C.

Urano Cupisti

 

 

Nelle foto, dall’alto:

La mappa

Trasporto di vino

La pietra miliare descrittiva