Marco Bacci1. Foto aziendale

Con Marco Bacci cerchiamo di immaginare il futuro della vitivinocoltura italiana nella speranza di una ripresa veloce e immediata dopo questa terza ondata del coronavirus ed in presenza di una vaccinazione diffusa.

Chi è Marco Bacci?

Fiorentino di nascita, da sempre con solide e profonde radici nella sua terra. Entra nell’azienda di abbigliamento della famiglia e, nello stesso periodo, avvia una società immobiliare. Nel 1984 compra l’azienda vinicola Castello di Bossi”, come investimento immobiliare. Nel 1996, il vino e la tenuta diventano il suo obiettivo principale. Nel 1998 acquista l’azienda Renieri a Montalcino. Di seguito Terre di Talamo a Manciano (Gr).

Oggi il gruppo Bacci Wine è leader di qualità in tutto il mondo.

Bacci Wines. Castello di Bossi

Ci sarà la tanto agognata ripresa, veloce e immediata, dopo questa terza ondata del coronavirus?

Sicuramente ci sarà; non solo una ripresa ma un’autentica euforia. Le persone sono state costrette e private della loro libertà per un anno. La pandemia, cosa mai successa prima, ci ha trovati un po’ tutti impreparati. Nessuno di noi ha mai visto niente di simile, a parte le persone più anziane che hanno passato la guerra. Dopo un anno, abbiamo preso le misure, le vaccinazioni stanno prendendo il verso giusto. Sono ottimista. Penso che nei prossimi 2 mesi ci sarà una evoluzione positiva eclatante”.

Penso che molti abbiano i miei stessi sentimenti, riprendere a “calpestare le vigne”. Si aspetta un nuovo boom di visite dei wine lover e la ripresa del “turismo del vino”?

Tutti hanno voglia di calpestare la terra delle vigne. Noi siamo in Toscana, siamo molto fortunati di poter godere le bellezze dei luoghi che ci circondano. Quale miglior occasione per riscoprire luoghi dove si producono i migliori vini del mondo. Qui a Castello di Bossi abbiamo moltissime prenotazioni per la stagione dopo Pasqua in poi. Sembra ci sia la consapevolezza che finalmente questo incubo finirà”.

Bacci Wines. Renieri a Montalcino

L’aria che tira non è delle migliori, molte vendite di aziende vinicole, alcune “imbarazzanti”. Però sento dire in giro di giovani che avrebbero il coraggio, alla ripartenza, di investire. Ed altri già affermati pronti con nuove idee per affrontare le sfide future. I suoi futuri progetti?

“Il gruppo Bacci Wine con Castello di Bossi in Chianti classico, Renieri a Montalcino e Terre di Talamo nella denominazione Morellino di Scansano, continua a crescere a dispetto di tutto quello che accade. Il mio prossimo progetto si sta materializzando con la tanto desiderata “cantina sommersa” all’ Argentario. Il Vino rosso TALAMO, un assemblaggio di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Sirah, sarà immerso a 35mt di profondità con un termoclima perfetto di 16 gradi tutto l’anno. Ci rimarrà per almeno 18 mesi. La posa delle bottiglie (10.000) avverrà a fine maggio”.

Marco Bacci

Sarà il green (biologico, biodinamico e naturale) a prevalere nella produzione e comunicazione?

“Il gruppo Bacci Wine è ormai da anni certificato Biologico. Non ci sono alternative a questa direzione. Siamo responsabili di quello che facciamo e che lasceremo ai nostri figli. La qualità ha solo da guadagnare. Le piante pure. È ormai certo che le viti godono nel non essere avvelenate. Vivono di più e danno frutti migliori”.

Molti credono che ci sarà un ritorno alla cucina tradizionale, a consumare i pasti tra le mura domestiche. Nelle strategie di venditadel gruppo Bacci Wine ci sarà una  particolare attenzione verso le enoteche?

“Tutti hanno imparato o si sono affinati in cucina durante il primo vero lockdown. Tutti i miei amici hanno messo su peso. Comunque, la voglia di uscire è tanta. Penso che quando ci sarà la possibilità, in molti avranno voglia di risocializzare con le gambe sotto il tavolo di un buon ristorante. Verrà naturale “aiutare” la ripresa di una categoria che ha pagato un prezzo altissimo alla pandemia. Sicuramente la ricerca nelle enoteche, quando non si è potuto fare nelle carte dei vini al ristorante, ha insegnato molto e questo sistema di distribuzione continuerà ad evolversi e da parte nostra a seguirlo con attenzione”.

Ricerche clonali verso i monovitigni o insistere su assemblaggi?

“Il vino è come musica. Quando mi chiedono: ma tu che vino preferisci? Quello buono, rispondo. Come la musica, quella bella. Che sia rock, Jazz, classica etc. Pertanto, non ci sono limiti. Che sia assemblaggio o monovitigno. Quello che importa è che sia buono. Che rappresenti il meglio di quello che riusciamo ad avere dalla terra”.

Infine il valore delle “Guide”. Ancora bicchieri, tralci, stelline e stellette per giudicare un vino? Non pensa che forse serva un po’ di soggettività nel gusto?

Il valore delle guide fa parte del gioco. Essere giudicati da terzi fa comunque piacere. L’anno passato siamo stati giudicati con il Brunello Renieri 2015, 100 centesimi, secondo miglior vino del mondo (James Suckling ). In una concorrenza quasi illimitata e pensando a quanti vini vengono prodotti nel mondo, la cosa non può che far piacere. Ma il godimento più grande è sicuramente quello di scoprire individualmente qualche bottiglia che ti emoziona. Che ti fa sentire più importante di qualsiasi giudizio”.

Terre di Talamo. Foto aziendale Bacci Wines

Durante l’intervista Marco Bacci ha accennato al progetto TALAMO, “Il mio prossimo progetto che si sta materializzando con la tanto desiderata cantina sommersa all’Argentario”.

Sul fondo del mare di Talamone dove far maturare 10mila bottiglie di vino rosso a base di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet  Franc e Sirah. Non è la prima volta; anche l’Azienda Arrighi di Porto Azzurro (Isola d’Elba) ha in corso un progetto simile assistito dal Prof. Attilio Scienza.

Terre di Talamo

A differenza del tentativo di Antonio Arrighi questo della Bacci Wine è sicuramente su più vasta scala: vini che verranno posati tra fine aprile e inizio maggio a 35 metri di profondità, all’interno di 15 gabbie metalliche, a circa 500 metri di distanza dalla costa.

Un ettaro di fondale dove il vino Talamo rimarrà per almeno un anno e non più di due. Il tempo necessario per completare la sua maturazione a una temperatura di circa 16 gradi che, a quella profondità, rimane praticamente costante per tutto l’anno.

Non vedo l’ora di assaggiarlo e parlarne. Grazie Sig. Bacci per la sua disponibilità. Chapeau!

Urano Cupisti

Intervista del 30 marzo 2021