Alle 12.30 di oggi, lunedì 21 ottobre, Il nostro amico e collega Kyle Phillips si è arreso alla malattia che da più di anno cercava di combattere…

E’ morto sereno, letteralmente tra le braccia della moglie Elisabetta, con accanto i figli. Ancora non è stata decisa la data ed il luogo del funerale, ma vi terremo informati.

Era bello stare accanto a Kyle perché ti sentivi sempre il più importante. Lui era talmente forte che lasciava volentieri agli altri i ruoli di primo piano. Gli piaceva osservare e poi dire la sua, sempre con rispetto, profondo rispetto. Era forte dentro Kyle ma non abbastanza forte per chi non gioca a carte scoperte, per chi si nasconde dentro di te e ti distrugge senza dirtelo. Quando lo ha scoperto ce lo ha detto con lo stesso tono con cui avrebbe commentato un vino: tranquillo, apparentemente sereno, come se non lo riguardasse, ma in realtà lo faceva per non far pesare sugli altri quello che lui riteneva un suo errore, il non aver fatto alcuni esami di controllo.

Era bello stargli accanto, guardarlo mentre camminava beato per chilometri con macchine fotografiche e obiettivi che pesavano quanto un bambino; era bello vedere il fanciullo che era in lui, quanto ti guardava senza strizzare gli occhi, sorridendo.

Sorrideva anche quando lo prendevi in giro perché per ogni vino che degustava scriveva un poema ma lui era così, un metodico forte e tranquillo, che alzava gli occhi dal suo lavoro, ti concedeva quell’attimo, e poi continuava senza battere ciglio.

Era bello averlo come amico e sono convinto che era ancora più bello averlo come marito, come padre.

Sono certo che se potesse direbbe “Tranquilli, non è successo niente. Andrete avanti benissimo anche senza di me.” con quella scherzosa cadenza fiorentina che nessun americano e forse anche nessun toscano può sognarsi di emulare.

Ma non è vero. E’ successo che te ne sei andato, per di più avendo sempre la consapevolezza, negli ultimi tempi, che non potevi fare niente per rimanere.

Che ti sia lieve la terra caro amico.