Le tre etichette degustate al CNR Artov

A causa della siccità e delle ondate di calore sempre più intense, il 90% delle tradizionali regioni vinicole in pianura e nelle zone costiere in Spagna, Italia, Grecia e California meridionale potrebbero essere a rischio entro la fine del secolo. Nel frattempo il riscaldamento globale sta costringendo la coltivazione in nuove regioni, come il Regno Unito meridionale, mentre la produzione di vino si sposta verso latitudini e altitudini più elevate, dove il clima è più fresco.

Il 2023 in Italia è stato un anno emblematico: a forti grandinate in piena estate si sono alternati lunghissimi mesi di estrema siccità. Queste condizioni hanno favorito lo svilupparsi della peronospora e oidio, che in molti areali hanno causato perdite dal 30% fino al 100% della produzione prevista.

I seminari

Viste queste tangibili criticità il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ARTOV), in collaborazione con Vino Sapiens, nota enoteca romana, ha dato il via ad un ciclo di seminari dedicato a scienza e sostenibilità nell’agroalimentare, il titolo: “La migliore scienza per un vino sostenibile”. 

Intervento del Prof. Corrado Di Natale – CNR Artov

Se la prima operazione da mettere in campo è l’uso di varietà di viti resistenti ai patogeni, cd. PIWI, la seconda è l’impiego della tecnologia. La ricerca condotta dal gruppo di lavoro della professoressa De Lorenzis si muove lungo tre direttrici, l’uso dei composti organici volatili (VOC), l’utilizzo esogeno di double-stranded RNA (dsRNA), e l’uso di sostanze naturali per contrastare le malattie.

È proprio la Prof.ssa Gabriella De Lorenzis, a prendere per prima la parola spegando come la produttività della vite sia fortemente influenzata, in termini sia quantitativi sia qualitativi, dall’incidenza di fitopatie causate da fitoplasmi, funghi, batteri e virus.

Attualmente, il controllo di queste malattie dipende strettamente dall’impiego di prodotti fitosanitari ad attività fungicida, il cui utilizzo è regolamentato dalla Direttiva 2009/128/CE. La forte incidenza di queste malattie, le limitazioni sull’utilizzo dei prodotti fitosanitari e la resistenza dei patogeni ai fungicidi hanno spinto la comunità scientifica a ricercare strategie alternative e di supporto all’utilizzo di tali prodotti.

Naso elettronico

A proposito di “impiego della tecnologia”, è stato già programmato un “naso virtuale” ce lo spiega prof. Corrado Di Natale. Si tratta di un naso elettronico, che attraverso dei sensori chimici cattura e aggancia le molecole odorose. Lo scopo è quello di valutare la qualità del vino. Le molecole vengono poi pesate su una microbilancia che trasforma la modificazione chimica della superficie in un segnale elettrico. Esso viene poi raccolto e processato da un computer.

Marco Felini – Costantina Vocino – Gabriella De Lorenzis – CNR Artov

A concludere e sintetizzare la conferenza, l’intervento della dott.ssa Costantina Vocino, titolare di Vino Sapiens, che, attraverso un excursus dal neolitico ai tempi odierni, ha evidenziato come il vino abbia accompagnato l’uomo fin dagli albori della sua storia. Protagonista della sua vita sociale, culturale, religiosa, il vino ha sempre rappresentato una chiave di lettura importante della tecnologia, dell’economia, del progresso scientifico di era in era, “tutto in ogni singolo calice”.

“Vino Sapiens – ha detto Vocino – crede fortemente nella capacità delle varietà resistenti di rispondere in maniera efficace e sostenibile al climate change, garantendo qualità, preservando la tradizione e proteggendo le generazioni future anche attraverso la biodiversità.

Se oggi ci occupiamo qui di comunicazione – ha concluso – dobbiamo tener presente che il vino non è solo una questione di prodotto, prima di tutto esso è relazione. Perché nasce in un territorio specifico, da un’annata unica e irripetibile, attraverso la mano sapiente di uomini e donne che decidono di volta in volta gli interventi che ritengono più adatti in base alla loro personalissima sensibilità.

Alice Romiti