Sarà un percorso work in progress che analizzerà la situazione per dare risposte precise e dettagliate alle esigenze delle aziende. Potremmo sintetizzare così la nostra conversazione con Susanna Cenni, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

L’onorevole Cenni è una donna dell’agricoltura. Ha una grande esperienza in questo mondo e nel settore del vino. Ci conosciamo da tempo ed ha tenuto, per il Corriere del vino, una rubrica sugli aggiornamenti tematici del settore per tre anni. Ha una competenza maturata sul campo, in anni di confronto e lavoro con e nel mondo dell’agricoltura. Per questo ho pensato che fosse la persona giusta per cercare di leggere in maniera più approfondita il Decreto Cura Italia.

«Parto da un presupposto – ci dice –. Il decreto Cura Italia è un primo atto che va incontro alle esigenze del Paese e contiene misure per tutti, come hanno ripetuto il Presidente del Consiglio ed il Ministro Gualtieri. Il quale ha già evidenziato come si andrà verso ulteriori disposizioni».

Un atto che guarda all’emergenza e che pone al centro una risposta per la salute, prima di tutto. Stanziando soldi per personale, strutture, mezzi. «La priorità è la sanità, ovviamente. Ma il decreto riguarda molti aspetti del mondo del lavoro. Mi preme sottolineare – continua –come sia riferito a tutti i settori, con un’apertura ed un’estensione a molte categorie professionali e imprenditoriali di normative che prima riguardavano grandi aziende (come ad esempio la Cassa integrazione per attività con un solo dipendente NdA). Erroneamente, infatti, si pensa che sia rivolto solo ad alcune aree, ma non è così. Penso, ad esempio, ai lavoratori a tempo determinato dell’agricoltura che sono inclusi nella normativa».

Certo è che la situazione è in continuo evolversi e bisogna comprendere ed approfondire le esigenze dei vari comparti per dare risposte più mirate, considerando anche nell’insieme gli effetti di tutte le filiere del comparto agricolo.

«Il comparto florovivaistico – porta come esempio l’onorevole Cenniè in una situazione drammatica e di grande incertezza come quello lattiero-caseario, (oltre a la pesca, ed ovviamente l’agriturismo che assieme al turismo ha subito immediatamente grandissimi danni), che arrivano già da una situazione difficile. Bisogna, quindi, fare un ragionamento su tutto il nostro settore produttivo e vedere, con maggiore chiarezza, quali sono gli effetti e dove intervenire con precisione».

Eravamo appena usciti con un respiro di sollievo dal rischio dazi su ulteriori nostri prodotti, e siamo adesso dentro ad una crisi che nessuno avrebbe potuto prevedere. Adesso bisogna intervenire sugli aiuti di prima necessità e il Governo lo ha fatto con ammortizzatori e sospensione pagamenti e mutui, poi con lucidità concentrare gli aiuti in modo mirato per reagire, ripartire guardando anche a tutta la questione dei fondi europei.

Fondamentale sarà capire, ad esempio, per le aziende vinicole, la questione legate all’OCM vino e i PSR. «Dobbiamo assolutamente confrontarci con il Commissario Europeo quanto prima– spiega –. L’utilizzo delle misure, infatti, dovrà essere reso più flessibile. Personalmente ritengo di dover andare in questa direzione anche per le scadenze delle risorse comunitarie.Come Partito Democratico, lo scorso 6 marzo, abbiamo inviato al Ministro Bellanova un documento con alcune misure da adottare sia per l’immediato che per il prossimo futuro».

Un documento di circa due settimane fa, che, alla luce di questi giorni, probabilmente ha necessità di essere rivisto, ma che è «un contributo serio e per molti aspetti ancora utile».

«Adesso – conclude – dobbiamo lavorare per comprendere maggiormente i vari problemi, analizzando la situazione e le sofferenze dei vari settori, poiché non sono per tutti uguali».

Comprensione, analisi e risposte. Questa sembra la strada migliore.

Riccardo Gabriele