Il mondo del vino di fronte ad una nuova crociata, questa volta dell’Oms che proporrebbe una serie di misure punitive per l’intero comparto come: divieto di pubblicità, promozione e attività di marketing, aumento della tassazione, giro di vite sulla disponibilità delle bevande alcoliche, obbligo di health warning in etichetta.

È quanto emerso nei giorni scorsi a Tel Aviv, nell’ambito del 72esimo Comitato Regionale dell’OMS UE. Un incontro che ha partorito un documento che si pone come obiettivo quello di ridurre il consumo pro-capite del vino a livello mondiale entro il 2025.

Un vero e proprio schiaffo in pieno volto a un comparto che, pur vivendo un momento di estrema difficoltà, ha mostrato, soprattutto in Italia, grande vitalità e capacità imprenditoriali che lo rendono un asset fondamentale nella bilancia economica dell’intero Paese, con oltre 1 milioni di posti di lavoro e un export in costante crescita.

Un settore che si appresta ad affrontare i prossimi mesi con la voglia di confermare una leadership mondiale e che vede nel documento di Tel Aviv un pericolo non solo a livello economico ma anche di immagine.

Bonaldi, presidente Federdoc: “Un’indicazione discutibile che confonde consumo consapevole e abuso, ponendoli sullo stesso piano. il comparto chiede al mondo politico italiano una decisa presa di posizione a protezione di un settore fondamentale nell’economia, nella storia e nella cultura del nostro paese”.

Il Gruppo di Contatto europeo

Sulla stessa linea anche le associazioni nazionali del comparto vitivinicolo francese, italiano e spagnolo che si rivolgono ai rispettivi Governi e alla Commissione europea.

Il 13 e 14 settembre a Conegliano ha ospitato l’incontro annuale delle associazioni nazionali di Francia, Italia e Spagna: un momento unico di dialogo in cui le associazioni nazionali che rappresentano il settore si incontrano e discutono al fine di giungere a posizioni comuni sui principali temi di interesse per il comparto vitivinicolo.

Nella riunione di Conegliano si è discusso della situazione del mercato ma hanno altresì espresso forte preoccupazione per la nuova ondata di “proibizionismo”.

I prossimi mesi saranno cruciali, in quanto la Commissione europea lavorerà su alcune importanti iniziative legislative: le delegazioni hanno chiesto di tenere conto di quanto espresso dal Parlamento europeo nel parere sul Piano europeo di lotta contro il cancro la scorsa primavera, di concentrarsi sulla lotta all’abuso di alcol e evitare politiche sproporzionate – come la recente norma irlandese – che minano le comunità e i territori produttori di vino, il patrimonio immateriale dell’umanità, l’arte di vivere europea e la cultura gastronomica, di cui il vino è parte inestricabile.