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Che cosa intendiamo per “vino dealcolato”
Il termine “vino dealcolato” (o “no-alcohol wine”) indica una bevanda ottenuta a partire da vino tradizionale che viene sottoposto a un processo tecnico volto a ridurre la gradazione alcolica a valori molto bassi — tipicamente inferiori a 0,5% vol. — oppure ad eliminarla quasi completamente.
- Il contesto normativo in Italia
Fino a poco tempo fa, la produzione e la commercializzazione di vini dealcolati in Italia erano ostacolate da limiti normativi. Per esempio: fino al decreto del 20 dicembre 2024, la legge italiana stabiliva che potesse essere definito “vino” solo un prodotto ottenuto da fermentazione con gradazione minima (es. ≥9% alcol) e altre restrizioni. Il Fatto Alimentare+2lbmw.com+2.
Con il “Decreto Ministeriale DM 672816” del 20 dicembre 2024, è stata aperta la possibilità per la produzione di vini dealcolati, con etichettatura adeguata, purché non si tratti di vini riconosciuti DOP o IGP. Gambero Rosso+2Vanity Fair Italia+2
Dal 1° gennaio 2025 l’Italia ha formalmente dato il via libera alla produzione di vini dealcolati/parte‐dealcolati, recependo le norme europee (in particolare il Regolamento UE 2021/2117). essedielle+1

Resta però una zona grigia: ad esempio, i vini a DOP/IGP non possono essere dealcolati se vogliono mantenere la denominazione. Vanity Fair Italia+1
- Mercato, numeri e trend in Italia
Il mercato del vino dealcolato in Italia è ancora una nicchia, ma in forte crescita. Alcuni dati:
- Nel rapporto “Rapporto Coop 2025” viene segnalato che il vino tradizionale ha registrato un calo di circa -3% in volume in Italia, mentre il vino non alcolico è cresciuto del +31,3%. WineNews
- In uno studio internazionale si stima che le vendite italiane di vino dealcolato abbiano raggiunto circa 62 milioni di dollari, con un aumento del valore pari al +7× in qualche anno. com
- Le previsioni indicano che la crescita possa essere consistente nei prossimi anni. nss magazine+1
- Sfide, tecnologie e criticità
Nonostante l’interesse crescente, ci sono ancora diverse sfide che il settore deve affrontare:
- Qualità e percezione sensoriale: rimuovere l’alcol cambia struttura, corpo, aroma del vino. Molti produttori segnalano che senza alcol manca una componente importante di pienezza. Il Fatto Alimentare+1
- Costi produttivi e investimenti: l’impianto e le tecnologie per dealcolare sono costosi, e il ritorno può essere lento, motivo per cui molte aziende restano in attesa. Il Fatto Alimentare+1
- Distribuzione e diffusione: in Italia spesso questi vini sono difficili da trovare nel canale tradizionale, reperibili principalmente online o tramite e-commerce specializzati. Il Fatto Alimentare+1
- Etichettatura, regolamentazione e denominazioni: come accennato, la normativa sta evolvendo, ma c’è ancora un gap tra regolamentazione e applicazione concreta. In particolare, l’impossibilità di applicare il modello DOP/IGP ai vini dealcolati è vista come un limite competitivo. Gambero Rosso International
- Perché cresce la domanda? I consumatori e le motivazioni

Le ragioni alla base dell’aumento dell’interesse verso il vino dealcolato sono varie:
- Stili di vita più attenti alla salute, al benessere, al controllo dell’ WineNews+1
- Target nuovi come donne in gravidanza, guidatori, astemi, giovani generazioni (Millennial, Gen Z) che mostrano maggiore disponibilità verso prodotti low/no alcohol. WineNews+1
- Per i produttori: diversificazione dell’offerta, apertura verso mercati esteri, risposta alla crisi dei consumi tradizionali del vino. Gambero Rosso International+1
- Quali sono gli spunti per le aziende vinicole italiane?
- Valutare l’investimento in linea con le normative vigenti (il regolamento UE 2021/2117, il decreto italiano, etichettatura).
- Curare la parte tecnologica: selezione dell’uva, della vinificazione, del metodo di dealcolazione perché la qualità finale dipende molto dal materiale di partenza. Il Fatto Alimentare+1
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Food&Wine Influencer Monitorare il canale distributivo: visto che è ancora piccolo, potrebbe essere più opportuno puntare su e-commerce, export, vendita diretta, eventi. Il Fatto Alimentare+1
- Comunicare il valore aggiunto: lifestyle “senza alcol”, ridotto impatto alcolico, funzione sociale, benessere, innovazione.
- Collaborare con influencer e piattaforme social che promuovono stili “dry / low”, perché possono essere veicolo efficace di storytelling.
Dunque, il vino dealcolato non è più solo una curiosità: grazie alle evoluzioni normative, alle tecnologie e ai cambiamenti nei consumi, si sta affermando come un segmento a potenziale crescita significativa in Italia. Non è senza sfide — qualità, distribuzione, percezione del consumatore — ma rappresenta un’opportunità sia per produttori che per operatori della comunicazione vinicola e turistica.
Alice Romiti




















