“Oltre alle bollicine c’è di più”, scopriamo l’eccellenza dei vini fermi da una famiglia che lavora con passione, con professionalità e sempre con il sorriso sul volto. Sara Ceschin, il fratello gemello Andrea e il maggiore Francesco sono giovani e dinamici nel guidare un’azienda vinicola che, di anno in anno, migliora la qualità, aumenta l’eleganza dei suoi vini che si declinano nel Cartizze, nel Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg, nella linea “Le Rive”, esclusivamente da vigneti impervi, quasi impraticabili, ma motivo del novero a Patrimonio dell’Unesco, di quel meraviglioso angolo di Veneto.

Non manca il Prosecco Doc Rosè Millesimato e tre varietà di Prosecco di Treviso Doc.
Ma non finisce qui, perché, “galeotto fu il Vinitaly 2025” è sorto un poderoso affetto, quasi un amore per il “Prosecco Tranquillo”, un Conegliano Valdobbiadene Docg da uva Glera cento per cento.
«Produciamo due diverse varietà di Prosecco fermo – racconta Sara Ceschin nel suo elegante stand alla Fiera di Verona – il Tranquillo, come ci piace chiamarlo, dalla zona del Conegliano Valdobbiadene Docg e il Verdiso dei colli trevigiani. Grande cura e attenzione in campagna e in vigna con la raccolta compiuta esclusivamente a mano.
Nel primo troviamo la purezza dell’uva Glera e tutte le sue caratteristiche di aromaticità. Nel secondo abbiamo voluto ritrovare il vitigno Verdiso e lavorarlo in purezza per trarne le spiccate doti di freschezza e acidità».

Un ritorno all’uva quello scelto dalla famiglia Ceschin con la linea dei fermi, una intuizione che ha consentito di proporre vini di carattere, identità e grande bevibilità, sempre caratterizzati dall’eleganza della linea stilistica della cantina.
Simbolo della volontà di papà Fabio, scomparso troppo presto nel 2019, è anche il “Masello” colli di Conegliano Rosso. Solo duemila bottiglie per restituire alla storia del territorio la prerogativa della produzione dei rossi. Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Marzemino che raccogliamo insieme. Un passaggio in Barrique rende il carattere di nobile eleganza.

Un lavoro impegnativo sulle colline del Conegliano Valdobbiadene, cosa più vi stimola e cosa più vi impegna ?
«La parte che più mi appassiona – risponde Sara – è quella di raccontare i nostri vini testimoniando ogni giorno il lavoro che la nostra famiglia compie da molto tempo in queste terre secondo le regole che mio padre ci ha insegnato.
La parte più difficile è quella di cui si occupa mio fratello Francesco, ovvero la coltivazione dell’uva.
Molto complicato perché la terra è viva, ha bisogno di attenzioni, di essere curata, dobbiamo saperla amare e preservare. Queste sono le ragioni per cui la nostra raccolta è sempre effettuata a mano».
Un amore profondo per la sua famiglia quello che muove Sara nel conquistare, passo dopo passo, nuovi clienti e nuovi mercati, tra i quali è entrato il Kazakistan.
Soddisfazioni non solo per la famiglia Ceschin, ma esempio della dinamicità dei produttori italiani nel saper diversificare, spingere sulla qualità e avere successo.

«Come quella sera in Germania – ricorda Sara Ceschin – quando salendo sulla terrazza del Mandarin Oriental di Monaco trovai tutti gli ospiti con in mano un calice del nostro Prosecco».
Andrea Radic