Una prima assoluta. Il Moro di San Giovanni, bella e giovane realtà delle colline della Val d’Orcia, sarà a Palermo e Mosca insieme al noto cultore del vino, Gelasio Caetani d’Aragona Lovatelli.

Gelasio, personaggio famosissimo nel mondo del vino, infatti, ha inserito l’azienda della famiglia Cameli nella sua ultima fatica letteraria “A spasso con il vino” edizione Gribaudo e nel progetto di promozione di realtà di nicchia del vino italiano chiamato Ex Vinis.

Cinque giorni di promozione (tre a Palermo e due a Mosca) nei quali sarà presentata la filosofia di Ex Vinis con il libro e durante i quali Il Moro sarà partner per le degustazioni.

Si parte con Palermo il 5, 6 e 7 settembre (rispettivamente a Villa Florio, Palazzo Branciforte e la Focacceria San Francesco) per poi passare a Mosca (allo Store Smeg) il 19 e 20 settembre.

Un’occasione per conoscere il vino di questa realtà vinicola italiana che ha giocato tutto sull’eccellenza e la qualità del prodotto.

 

STORIA

Sebastiano Cameli e Daniela Keousseoglou Cameli, sposati da più di quarant’anni, sono stati armatori genovesi da generazioni. Dopo una vita d’intensa attività imprenditoriale, che li ha portati a girare il mondo, si sono avvicinati alla campagna.

Sebastiano, purtroppo scomparso, e Daniela hanno sempre continuato ad accarezzare l’intenzione di intraprendere un progetto insieme che li legasse ad una vita con ritmi meno frenetici e vicina alle loro passioni, fino a quando la contessa Afdera Franchetti (moglie di Henry Fonda), parlò loro del nipote Andrea Franchetti.

Nel 2002 nasce l’Azienda “Moro di San Giovanni”: si costruisce la cantina e si impiantano cinque ettari di vigna. I vitigni impiantati sono: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot.

In origine il “Podere Moro” faceva parte di una grande proprietà terriera denominata “Belsedere” appartenente ad un’antica famiglia senese, tant’è che “Il Moro” è già accatastato dal Gran Ducato di Toscana agli inizi del ‘600.

L’azienda si chiama “Moro di San Giovanni”, perché di fronte alla casa padronale dimorava un bellissimo albero di gelso (che in Toscana è chiamato moro).

A questo punto, Andrea Franchetti contatta Jolanda Tinarelli, consulente strategico, già imprenditrice e produttrice di vino, proponendole questo progetto, che prende corpo intorno all’idea di un vino strepitoso, che segua il gusto di chi lo produce e ne rispecchi la personalità, senza essere necessariamente legato alla scelta di vitigni autoctoni ad oltranza, ma piuttosto alla creazione di un prodotto di grande qualità, qualcosa di sobrio elegante, di grande equilibrio, mai eccessivamente austero, che mantenga caratteristiche di grande piacevolezza e bevibilità.

Le strade di Franchetti e del Moro si sono divise perché l’azienda è cresciuta e può camminare con le proprie forze sulla strada della qualità.