Il toponimo Clanti, di probabile origine etrusca, è attestato intorno all’ VIII secolo a indicare grosso modo quella porzione di Toscana, compresa tra Firenze e Siena, che confluiva sotto l’egida della Lega del Chianti. Questa fu un’alleanza politico-militare creata dalla Repubblica di Firenze nel 1384 con la missione di difendere e amministrare il territorio. Per stemma ebbero l’immagine di un Gallo Nero su fondo oro.
Perché scelsero proprio questa simbologia?
Il gallo ha da sempre attirato l’attenzione dell’uomo, icona di aggressività, vigore, le piume sontuose e il proverbiale canto mattutino hanno suscitato numerosi commenti in ambito letterario, popolare, simbolista, alchemico e addirittura teologico.
Anticamente si pensava che, essendo gli spiriti maligni più attivi nella notte, il vociare del gallo prima dell’alba scacciasse i demoni e segnalasse il graditissimo arrivo del Sole. Nell’arte funeraria paleocristiana è divenuto un simbolo di resurrezione. Inoltre, nel cristianesimo il gallo è legato alla figura del predicatore, in quanto metaforicamente, la predicazione della buona novella (il canto del gallo) risveglia il cuore degli uomini. Infatti, in Italia e molto più frequentemente in Francia, la figura di un gallo sormonta spesso le croci dei campanili e delle chiese.
Probabilmente queste analogie e simbolismi hanno contribuito all’identificazione della Lega del Chianti, ma dietro questi fatti si interseca anche una affascinante leggenda che viene rivendicata su ogni bottiglia di Chianti Classico sfoggiando l’inconfondibile Gallo Nero.
Siamo nel Medioevo, tra le due acerrime rivali Firenze e Siena si respira tensione ormai da troppo tempo. Le truppe delle due repubbliche ormai esauste dalle continue lotte intraprese per il possesso del territorio chiantigiano, decisero di risolvere la questione in un modo particolarmente curioso: le due città avrebbero scelto come rappresentanti due cavalieri, non appena questi avessero udito il canto del gallo, si sarebbero messi al galoppo e il nuovo confine tra i comuni sarebbe stato fissato nel punto d’incontro.
I senesi scelsero un gallo bianco, che nella giornata precedente alla disfida fu ben pasciuto al fine di farlo svegliare allegro e di buon mattino. I fiorentini invece scelsero un gallo nero tenuto a digiuno che, a causa dei morsi della fame, cantare ben prima dell’alba.
Il cavaliere gigliato, celere e solerte, partì quindi prestissimo e percorse molta più strada del rivale, incontrandolo nel Castello di Fonterutoli, presso Castellina in Chianti. Qui venne firmato il trattato di pace tra i due paesi toscani, che fissarono il loro confine a Castellina, a pochi chilometri da Siena.
E così, oltre ad accaparrarsi territori ed allargare confini, Firenze conquistò il simbolo che sarebbe poi diventato marchio di uno dei vini più conosciuti ed apprezzati al mondo: il Chianti!
Alice Romiti