Progetto Terra Vocata: i Cru di sangiovese di Castelnuovo Berardenga hanno incontrato Pauillac. Checché se ne dica il Vinitaly appena conclusosi è stato il Vinitaly più grande di sempre. Sono i numeri a testimoniarlo.

Lo dico da sempre: il Vinitaly ti entusiasma solo se sei capace di organizzarlo per te stesso.

Partire mirato, dopo aver scelto le masterclass ad ognuno di noi più consone, i convegni, le conferenze dai temi innovativi e gli incontri su tematiche importanti, di studio, confronto su territori, vitigni, terroir.

Tra questi l’evento Terra Vocata – I Cru di Sangiovese di Castelnuovo Berardenga incontrano Pauillac ha destato da subito interesse, trasporto ed attenzione già nello sfogliare il programma della manifestazione veronese appena pubblicato.

La Presidente del Consorzio Elena Gallo insieme agli ospiti

Incontro

Questo mi ha da subito rassicurato che non mi sarei trovato davanti ai “soliti” anacronistici, inopportuni, ormai fuori tempo confronti per poi dire “siamo i meglio, come siamo bravi, meglio degli altri”.

Chi sono

“La mission dell’Associazione Classico Berardenga – Viticoltori di Castelnuovo è quella di dare voce al proprio territorio e ai suoi vini, preservando e valorizzando l’immenso patrimonio culturale, storia e tradizioni che contraddistinguono la terra di Berardenga”.  Orgogliosi di appartenere all’area più allargata del Chianti Classico ma con una loro specifica identità a rappresentare il Gallo Nero più senese.

I numeri

28 viticoltori associati, 1.360 ettari con una produzione annua di 6.300.000 bottiglie con un export del 73% del venduto.

Il territorio

Diversità geologica dei suoli, condizioni microclimatiche ottimali con altitudini che variano tra i 250 e i 500 metri s.l.m. e un ricco sistema caratterizzato da elevata biodiversità.

Arricchimento delle identità

Promozione e valorizzazione del territorio partendo da studio e analisi dello stesso e dei suoi vini, ricerca storica e studio delle radici vinicole dell’area definita la Farfalla del Granducato e arricchimento dell’identità dei produttori fino ad arrivare al primo vero studio sul maggiore interprete della “diversità geologica del territorio di Berardengail Sangiovese”.

La farfalla del Granducato e il logo Berardenga

E da tutte queste considerazioni arrivare ad uno studio multidisciplinare volto ad approfondire la conoscenza dei vigneti e dei vini il passo è stato breve se pur difficile.

Progetto di caratterizzazione dei CRU aziendali (che poi è stata l’anima dell’incontro al Vinitaly)

Scelta da parte delle aziende partecipanti al progetto, dei vigneti a maggior vocazione da sottoporre a micro-vinificazioni e  indagine per una durata di tre vendemmie a partire da quella del 2018 affidando la conduzione dello stesso progetto alle competenze di AGER, Agricoltura e Ricerca, che ha messo a disposizione i più avanzati sistemi informatici e di rilevamento. Insomma tutto quello che oggi passa sotto il nome di “viticoltura di precisione”.

Di fronte a tutto questo, l’incontro al Vinitaly ha assunto la veste di vero “laboratorio e studio” sulla base di un progetto che verosimilmente, in riferimento alle micro-vinificazioni, viene praticato anche nel Pauillac.

Territori e terroir diversi ma uniti da una visione di vitivinicoltura simile.

I francesi

Philippe Dhalluin, della Baron Philippe De Rothschild, presente all’incontro veronese, ha contribuito ad approfondire la consolidata esperienza, legata ai vitigni di “taglio bordolese” della denominazione francese di Pauillac nell’Haut-Medoc.

Marco Sabellico, della Guida del Gambero Rosso, ha condotto gli assaggi dei nove Cru di Terra Vocata e quattro bordolesi ancor prima degli assemblaggi.

Adesso, dopo l’esperienza al Vinitaly, non resta che andare a calpestare le vigne nei luoghi della farfalla del Granducato e “toccare con mano” l’evoluzione di questo progetto “che andrà a favorire nuove strategie di crescita nella prospettiva di una maggior conoscenza di tutto il territorio del Comune di Castelnuovo Berardenga. Chapeau!

Urano Cupisti