Azienda agricola Giovanni Chiappini e il suo motto: “La terra vale quanto chi la lavora”.

Sembra che sia passato un secolo da quei primi anni ’90, quando percorrevo  il tratto della Via Bolgherese da Bibbona a Bolgheri. Era ancora completamente sterrata e la macchina si riempiva di polvere grassa e rossastra.

Nel tratto tra Bolgheri e Castagneto Carducci si intravedeva ogni tanto qualche vigna, ma pochi poderi illuminati. La DOC esisteva già dal 1984, ma solo per i bianchi e per i rosati, con il famoso Rosè di Bolgheri degli Antinori reclamizzato con grandi cartelloni sulla vecchia Aurelia.

La vigna aveva cominciato a diffondersi da poco, a seguito dei primi successi del Sassicaia, mentre la terra era fittamente lavorata a cura principalmente di coltivatori marchigiani.

BOLGHERI TERRA D’IMMIGRATI

Federico Zileri, in qualità di presidente del Consorzio Bolgheri, ha pubblicamente ringraziato, durante le celebrazioni dei 25 anni di DOC Bolgheri dello scorso agosto, la comunità senegalese per aver contribuito massicciamente con il proprio lavoro allo sviluppo del vigneto bolgherese.

All’inizio furono invece i marchigiani a fortificare le colture di Bolgheri. Nei primi anni ’50 i proprietari terrieri di Castagneto si trovarono di fronte alla riforma agraria di Fanfani. Per paura che i terreni fossero espropriati e venduti  ai comunisti, preferirono metterli in vendita, scegliendo però gli acquirenti.

Martina Chiappini, Divina Vitale, Giovanni Chiappini, Emiliano Falsini

Lo racconta Nilo Chiappini, padre di Giovanni, nelle sue memorie riportate nel libro “Quelli di lieggiù. I Marchigiani di Bolgheri” (Europolis  2009). “Il fatto che scelsero noi come proprietari dei terreni” racconta il padre di Giovanni “fu dovuto ad una ricerca degli Incisa che mandarono addirittura il prete, Don Alfredo Barsacchi, a cercare persone non comuniste” e le Marche furono proprio il serbatoio dal quale Bolgheri attinse nuove forze e nuove competenze.

Molti tra i “piccoli” produttori di vino bolgherese di oggi vantano origini marchigiane. Oltre a Chiappini troviamo Sgariglia, Fuselli, Frollani, Merli-Bartolomei, e tutti, prima di dedicarsi al vino, avevano portato come bagaglio un metodo di coltivazione molto più produttivo di quello locale, dedicandosi a ortaggi e frutta.

Giovanni Chiappini, in occasione dei 25 anni della DOC Bolgheri, ha organizzato una degustazione di 20 annate del suo vino Guado de’ Gemoli riservata alla stampa.  Ho suggerito ad Andrea Gori di chiedere a Giovanni Chiappini, prima di tutto, come fossero buone le sue patate prima di sostituirle con la vigna,  e ne è scaturita una simpaticissima intervista che vi invito a vedere su Intravino https://youtu.be/OylUdYGI69g

BOLGHERI E TERROIR

Ho seguito Giovanni Chiappini fin dai suoi esordi nel mondo del vino e con grande interesse perché le sue bottiglie si distinguevano sempre per equilibrio e piacevolezza di beva, riuscendo a non sfigurare rispetto ai mostri sacri. Non poteva essere altrimenti, visto che oltre alla sapienza contadina, i terreni in cui giacciono le vigne sono di primissima qualità, incastonati tra Ornellaia, Macchiole e Guado al Tasso.

In questa zona c’è una delle più alte eterogeneità pedologiche dei suoli, situazione dovuta probabilmente alla vicinanza di torrenti dove l’erosione è maggiore e più alto il deposito di sedimenti colluviali a granulometria grossolana. Si passa da litologie plioceniche a quelle pleistoceniche e i suoli virano da argilloso limosi a argillo-sabbiosi, calcarei con scheletro. Una variabilità che, in definitiva, conferisce ai vini una grande complessità gustativa e olfattiva, suoli unici e preziosi.

Un momento della Verticale storica

La ciliegina sulla torta, poi, è costituita dalla presenza di Emiliano Falsini, ottimo e efficiente agronomo e enologo interprete di molti grandi vini toscani e non solo.

LA VERTICALE STORICA

DEGUSTAZIONE DI 18 ANNATE DI GUADO DE’ GEMOLI

Guado de’ Gemoli – Bolgheri Superiore DOC

Cabernet sauvignon circa 70%, Merlot circa 20%, Cabernet franc circa 10%, con percentuali variabili. Uve provenienti principalmente dai vigneti di trent’anni situati vicino al corpo aziendale sulla  via Bolgherese. 20 mesi in barrique per il 15% nuove e 12 mesi in bottiglia. Biologico certificato dal 2010.

2000 – C’era una grande attesa per l’annata di inizio del nuovo millennio, invece un’ondata di calore in agosto ha creato qualche difficoltà, rimediata con attente selezioni delle uve. A dispetto di queste difficoltà, la 2000 alla fine della degustazione delle 20 annate, sarà una di quelle che mi hanno colpito di più in positivo.

Profumi ancora inaspettatamente freschi di frutto nero avvolti di note speziate di rovere ben integrato, cioccolato amaro, chiodo di garofano. In bocca si conferma la freschezza con gusto sorprendentemente vivo dinamico con trama tannica levigata e finale lungo. 92

2001– Annata molto regolare, ma qui il rovere si fa ancora sentire. Ci sono sentori di caffè torrefatto e un lato balsamico che precede un frutto nero maturo. In bocca ha un bello sviluppo con trama tannica fine. 87

2002 – Una delle vendemmie più piovose e difficili degli ultimi decenni, un grande lavoro in vigna per arieggiare i grappoli e in vendemmia per selezionare le uve sane. Tutto questo ha dato un risultato di ottimo livello. Il vino c’è, con il suo frutto pulito, spezie e note mentolate,  una bella distensione appena frenata da un tannino appena ruvido, una buona lunghezza. Ottima qualità a discapito, ovviamente della quantità. 86

2003– Annata torrida e senza piogge. Anche qui una selezione severissima ha portato ad ottenere un risultato accettabile, sempre a discapito della qualità. La cosa che risalta con maggiore evidenza è come Bolgheri sia più a suo agio con annate fredde piuttosto che con annate calde (“piuttosto” qui è usato come Accademia della Crusca comanda). Il frutto ha un accenno di confettura molto evidente e in bocca ha struttura compatta piena di materia. Buono, ma non proprio finissimo. 82

2004– Annata di recupero con buona piovosità, ma con notevoli ritardi in tutte le fasi, dall’allegagione alla vendemmia. Il vino ha profumi di frutta matura con liquirizia, prugna e cacao in prevalenza. Lo sviluppo non è continuo, ma si riprende nel finale piuttosto fresco. 84

I vini protagonisti

2005– Annata piuttosto fresca che ha richiesto cure complesse e una viticoltura di precisione, ma come in tutte le annate fresche di Bolgheri, il risultato sfocia in un vino dai bei profumi freschi e fruttati con tocchi floreali e balsamici di mirto. Anche in bocca ha una notevole freschezza con frutto avvolto da una speziatura fine, bella trama tannica e finale lungo. 92

2006– Estate molto calda, ma qualche pioggia di fine agosto ha permesso un buon finale di maturazione. Il frutto nero ricorda la mora,  il mirtillo e la prugna californiana e si avverte al naso la potenza alcolica. In bocca ha un bello sviluppo di frutto maturo con finale fresco e vivo. 88

2007 – Un bella e regolare annata che ha offerto uve di qualità eccezionale. Il frutto è integro, spinto dal soffio alcolico, ma di giusta maturità, sorretto da spezie, cioccolato amaro e note balsamiche. In bocca ha un bello sviluppo succoso con trama tannica avvolgente e finale di buona lunghezza. 90

2008– Annata con alternanze tra piovosità eccessiva primaverile e caldo estivo, che però ha chiuso con un andamento favorevole nella fase finale delle maturazioni. Ha un bell’impatto olfattivo con note balsamiche di macchia mediterranea, alloro e mirto che accompagnano il frutto nero e la speziatura del rovere. Al palato è pieno, denso, di grande concentrazione materica, ma sempre accompagnato da buona freschezza . Finale non lunghissimo. 91

2009– Annata piuttosto regolare, maturazioni lente e progressive. Naso di bella profondità, con spezie, cardamomo e cacao amaro che avvolgono mirtilli e prugne in confettura. Nota di caffè torrefatto. Un vino di bella struttura sostenuta da freschezza acida che lo rende comunque slanciato, muscolare ma non stucchevole. Finale lungo. 92

2010– Andamento regolare fino a metà agosto, poi variabilità continua e grosso lavoro di selezione. Il vino dimostra ancora una volta come Bolgheri sia a suo agio nelle condizioni di clima fresco. Ancora un naso profondo con note terrose e di ruggine, frutto nero fresco, erbe di macchia e sottobosco. Struttura importante ma agile con un tannino che frena un po’ lo sviluppo finale. Molto carattere nella sua spigolosità. 89

2011– Luglio fresco e agosto caldo, ma le forti escursioni termiche nella fase finale hanno permesso un’ottima maturazione. Il profumo è caratterizzato da frutto nero fresco, mora, susina, accompagnato da erbe di macchia, mirto, lentisco. Anche in bocca la polpa fruttata è domata da questa freschezza mentolata. Molto piacevole anche se la persistenza non è eccezionale. 88

2012– Annata abbastanza calda ma con mitigazione delle temperature da settembre. I profumi richiamano un frutto fresco e integro molto preciso, la speziatura è fine e piacevole. In bocca è molto agile, con freschezza di frutto e succosità. Trama tannica felpata e rigorosa, bella lunghezza finale. Condivisibile il giudizio aziendale su “eleganza, freschezza, armonia”. 90

2013– Annata sostanzialmente fresca, con forti escursioni termiche giorno/notte in agosto e maturazione regolare. Grande freschezza nei profumi che richiamano anche note floreali. In bocca si conferma di una leggerezza accattivante, tutta eleganza e succosità, con materia ben distribuita e buona presa sul palato. 92

2014– Annata molto fresca e vendemmia ritardata. Freschezza che si avverte al naso con note vegetali piacevoli, non verdi, e un frutto di leggera diluizione. Molto piacevole al palato, con un bello sviluppo dal frutto fresco e buona polpa con tannino dolce e levigato. Vino molto godibile. 89

2015– Annata piuttosto calda con poche precipitazioni. Forti sbalzi termici hanno contribuito a dare uve con tipicità varietale spinta. Il complesso olfattivo è intenso e variegato, molto piacevole. Frutti di bosco, macchia mediterranea umida, alloro e cacao. In bocca ha frutto e freschezza, un bell’allungo finale che lascia il posto al desiderio di un secondo assaggio. Si avverte una leggera prevalenza del tannino, ma sarà molto interessante seguire l’evoluzione di questa annata, soprattutto in confronto con la 2016. 92

2016– Annata abbastanza fresca e regolare e che qualcuno aveva sottovalutato. A mio parere, invece siamo di fronte ad una grande vendemmia, almeno per Bolgheri. I profumi sono esplosivi, tra frutti neri, spezie fini e freschezza ariosa di note balsamiche. In bocca è assolutamente armonico, equilibrato in ogni aspetto e in ogni fase, pastoso, ma scorrevole e succoso con finale decisamente lungo. 90+

2017– Annata molto difficile e che si è aperta con gelate primaverili. Piogge e temporali frequenti, alternati da vampe di calore, hanno richiesto grande pazienza e forte selezione in vendemmia. Il vino è ancora in fase di assestamento, con una struttura notevole e tannino ancora da levigare.

Paolo Valdastri

 

Az. Agr. Chiappini s.s.a.

Loc. Le Preselle – Podere Felciaino 189/C

57020 Bolgheri LI

0565 765201

info@giovannichiappini.it

http://www.giovannichiappini.it