Possiamo svelare il fatto di essere di parte? Penso proprio di sì. Di parte perché Frecciarossa è un’azienda che ho vissuto davvero, dormendoci più volte, passeggiando per le vigne e per la Villa. Vivendola con la neve e con il caldo. Posto magico, reso ancor più tale da una Signora del vino quale Valeria Radici che, con la sua famiglia, ti fa sentire davvero a casa.

Valeria Radici Odero

La produzione, poi, ha un alto livello e l’eleganza dei padroni di casa si riflette sui vini. Stiamo parlando della storia del vino perchè l’azienda ha festeggiato lo scorso anno i suoi primi cento anni (di vini imbottigliati con documentazione di export importanti).

Oggi degustiamo il loro Anamari, frutto di un uvaggio di autoctoni che comprende croatina, uva rara, barbera e vespolina. Una piccola produzione che in questo anno conta 2297 bottiglie.

Ci racconta Valeria Radici che viene da una singola vigna piantata come facevano una volta, con Croatina, Barbera, Uvarara e un pochino di Vespolina. «È un uvaggio – dice – vinificato quindi come un Buttafuoco, ma abbiamo voluto dargli un taglio più leggero. Quindi ci sono circa un 30% di ogni uva e un 2% circa di Vespolina. Che tra l’altro sono le proporzioni di quello che è rimasto nella vigna (ha circa 40 anni) e che abbiamo lasciato così senza aggiunte di più Croatina perché era esattamente quello che volevamo».

Anamari Frecciarossa

Anamari Oltrepo’ Pavese DOC Rosso Riserva 2017

Il colore è un rosso rubino leggermente scarico ma brillante. Il naso ricorda la fragola di bosco, un tocco di balsamico, una punta di spezia. In bocca bella freschezza con una sapidità gradevolissima e ricca che fa salivare ed invoglia a tornare sul vino. Nel bicchiere si apre e diventa sempre più ricco. La bocca cresce e ti avvolge con delicatezza. Vino di grande piacevolezza. Valutazione 94

Riccardo Gabriele