A Parma il palco del Regio si trasforma in un teatro Di…vino per celebrare i primi cinquant’anni del Sassicaia, il grande rosso toscano.

Una notte a teatro per i 50 anni del prezioso nettare della Tenuta San Guido di Bolgheri: l’incontro fra il miglior vino al mondo e la città regina della creatività gastronomica italiana non poteva che avvenire sotto gli stucchi del Regio in “Un teatro di vino, Sassicaia… 50 anni in una notte”.

Una sinfonia di gusto che, fra le note di Verdi e piatti stellati firmati da Enoteca Pinchiorri ed Antica Corte Pallavicina, ha portato sul palco un centinaio di ospiti fra esperti del settore, imprenditori, autorità e giornalisti per discutere di eccellenza, gusto e assaporare, ancora una volta, il meglio del made in Italy.

AUGURI SASSICAIA

Parma e il suo sistema di Unesco City of Gastronomy hanno messo a disposizione il tempio cittadino della lirica e le suggestioni della città tutta, per realizzare, grazie alla collaborazione con Flippo Polidori, esperto di enogastronomia, un omaggio a Sassicaia.

A fare gli onori di casa sono stati il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti che ha annunciato che il prossimo premio Parma Unesco City of Gastronomy sarà conferito proprio a Sassicaia, mentre Anna Maria Meo, direttore generale del Regio, ha ricordato come gli antichi riconoscessero in un unico dio, il Dioniso greco, sia le origini delle creatività teatrale, sia l’estasi del nettare più buono. Un “gemellaggio” scritto già secoli fa che oggi trova una nuova dimensione proprio a Parma.

DOCTOR WINE

A condurre la serata è salito sul palco un vero esperto in materia, il giornalista Daniele Cernilli, in arte “Doctor wine” come il magazine web che ha lanciato nel 2011, dopo aver contribuito alla fondazione, nel 1986, de Il Gambero rosso.

Nicolò Incisa della Rocchetta

“Il Sassicaia – ha spiegato Cernilli – è stato un vino biodinamico ante litteram: inizi sperimentali, anche deludenti, poi una grande storia”. Nato proprio “Davanti San Guido” e all’ombra dei celebri cipressi di Bolgheri, messi in poesia da Giosuè Carducci, il Sassicaia è stato raccontato anche per immagini.

Un docufilm ha ripercorso l’epopea di Mario Incisa della Rocchetta, l’artigiano sognatore che non si arrese mai, arrivando all’eccellenza nel vino, come nelle vittorie con il mitico Ribot, il miglior purosangue al mondo. Dal Piemonte a quell’oasi fra Tirreno e colline che al marchese sembrò un “approdo tropicale”, ecco il luogo perfetto dove far attecchire i suoi sogni, come scrisse nel 1974 a Luigi Veronelli per convincerlo della sua impresa (la lettera scritta da Mario Incisa della Rocchetta è allegata a questo comunicato stampa).

LIBIAMO NEI LIETI CALICI

Sul palco intanto s’alzava anche la musica di gusto e sensi. Tre annate di Sassicaia, tre stagionature di Parmigiano Reggiano. A presentare la degustazione del re dei rossi hanno pensato Carlo Paoli, direttore generale di Tenuta San Guido, accompagnato da Alessandro Tomberli, direttore di sala di Enoteca Pinchiorri: “L’annata 2010 ha un sapore fresco, meno blasonato, che ricorda la macchia mediterranea; la 2013, più strutturata, racconta di un’estata calda e lunga, mentre la 2015 è l’annata delle annate, pluripremiata ed eletta come miglior vino al mondo anche dalla prestigiosa rivista americana Wine Spectator”.

Ad accompagnare i calici per un sapido “allegro con brio”, ecco una trilogia di Parmigiano Reggiano, 24 mesi, 40 mesi e 90 mesi: “Il legame con il territorio e una ricerca continua – ha spiegato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio – sono il comune denominatore alla base sia del nostro formaggio che del Sassicaia”.

CALICI, STELLE E … PARMIGIANO

A proseguire “l’esecuzione” d’eccellenza ecco due piatti stellati creati ad hoc per la serata. Presidente della Fondazione Parma Unesco Creative City of Gastronomy, Massimo Spigaroli, una stella Michelin alla sua Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, ha realizzato il “primo atto” di quest’opera: uno “Stuzzico” alla parmigiana con cappone lessato, verdure di fine inverno, alici e tartufo nero.

“Secondo atto” affidato a Riccardo Monco: lui, tre stelle Michelin all’Enoteca Pinchiorri di Firenze, proprio lo scorso anno ha ricevuto a Parma il premio Unesco Creative city of Gastronomy e in città è tornato con “Pane, olio e cioccolato”. Due piatti, un lungo applauso. Libiamo.