il podio dei primi quattro

Promosse a pieni voti le prime, doverosa riflessione sull’utilità del Concorso sul Pinot nero.

Egna e Montagna (Neumarkt e Montan) sono due cittadine che s’incontrano entrando in Alto Adige provenienti da Sud, dal Trentino. Montagna un po’ più in alto, dominata dal Castello di Enna, Egna nella piana a ricordare oltre i vigneti anche i meleti. Ambedue delimitano la “zona sacra del Pinot nero”: l’area vitivinicola dell’Altopiano di Mazzon.

Forse Egna (Neumarkt) è più conosciuta e ricordata  per essere il primo casello autostradale entrando in Alto Adige che condivide con Ora (Aurer). Uscita per i vacanzieri estivi ed invernali per raggiungere le località della Val di Fiemme e di Fassa.

Verticale Domaine des Lambrays

Solo gli appassionati di vino e in particolare del Pinot Nero ricordano i nomi di queste due cittadine per essere in primavera sedi di due eventi interconnessi tra loro per una dedica particolare al vitigno che localmente viene chiamato Blauburgunder, il Pinot Nero.

Montagna sede del Concorso Nazionale, Egna e in parte ancora Montagna, per la tre giorni dove assaggiare i Pinot in concorso, i Pinot “ospiti” provenienti da tutto il mondo e approfondimenti tematici dedicati a storie e vendemmie di questo vino amato da folle di veri appassionati.

Il concorso

L’edizione 2018 ha visto, per il Concorso Nazionale, la partecipazione di oltre 80 campioni, vendemmia 2015, provenienti principalmente dall’Italia centro-settentrionale con prevalenza Trentino-Alto Adige.

Il risultato, per alcuni scontato, ha registrato 11 vini altoatesini nei primi dieci posti (presenza di un ex aequo al secondo posto). I nomi nella foto.

Ad un attento lettore, osservando la foto, non possono passare inosservati i punteggi tutti sotto i 90 punti. Vendemmia difficile la 2015? Non direi, anzi. E allora? I misteri dell’Alto-Adige.

Egna ed in parte Montagna, sono state le sedi delle Giornate del Pinot Nero (Blauburgundertage) giunte alla 20esima edizione. Tre giorni intensi ricchi di verticali, degustazioni, banchi d’assaggio e tavole rotonde con l’obiettivo raggiunto di aver acceso nuovamente i riflettori sui Pinot Nero provenienti da tutto il mondo.

Verticale “Best of Domaine des Lambrays”, il Pinot Noir della Côte-de-Nuits, raccontata da Felix Peters;

Top of Pinot Nero, degustazione delle migliori bottiglie delle Cantine maggiormente premiate nelle diciassette edizione del Concorso Nazionale;

Banchi d’Assaggio dell’annata 2015. Gli oltre 80 italiani presenti al Concorso (non poche le discussioni circa le premiazioni) insieme ad alcune decine di bottiglie provenienti da varie nazioni come Francia, Austria, Germania, Svizzera, Bulgaria, Paesi Bassi, Oregon, California, Cile, Argentina, Nuova Zelanda, Australia e Sud Africa;

Tavola Rotonda sul tema “Pinot Nero in Alto Adige: dalla riscoperta al successo”. Ristoratori, enologi e giornalisti hanno fatto il punto sugli ultimi trent’anni di Pinot Nero in Alto Adige. Tutti d’accordo?

S’impone, alla fine, qualche considerazione.

Il format dell’avvenimento “Le giornate del Pinot Nero” è vincente se destinato, così come adesso,  alla valorizzazione del territorio “vocato” dell’Alto Adige. Non ha più senso il Concorso Nazionale dove i Pinot del resto d’Italia fanno la parte, salvo qualche rara eccezione, degli sparring partner relegati nel profondo delle classifiche.

Lunga vita alle Giornate altoatesine del Pinot Nero e profonda riflessione sull’utilità di un Concorso “nazionale”.

Urano Cupisti

(Foto di Laura Sbalchiero)