Il mondo dei vini Rosa. Quanto mi affascina. Da sempre.
Innamorato dei chiaretti veneti per poi dedicarmi alle infinite sfaccettature dei “provenzali” ovvero lo charme fatto vino. E questo amore dichiarato mi estraniava da tutte quelle definizioni “commerciali” che hanno tentato e tentano di collegarli ad un mondo che non è il loro.
Rosé da piscina, da aperitivo, da tutto pasto, vinello da femminucce fino ad arrivare a il non vino.
Al contrario la mia mission: la gradevolezza di bere rosa, vino dalle immense sfumature, dall’intensità olfattive uniche che preparano alla seduzione.
Giorni fa, nella Versilia in cui vivo, sono stato trascinato in una serata Rosé che ha visto coinvolti nove produttori di rosati delle Colline Lucchesi.
Un’occasione che mancava da molto tempo dove ho potuto degustare alcune “perle” che possono ambire al Gotha Rosé e giocarsela con i ben noti francesi.
La location sicuramente una delle più confacenti: il Ristorante on the beach dei Bagni Villa Grey a Forte dei Marmi.
Se poi aggiungiamo l’ora del tramonto con sfondo le isole del Golfo di La Spezia e Portovenere che accendeva in dissolvenza le proprie luci, piano piano in sincronia con il calar del sole, ebbene l’effetto rosé effondeva tutta la sua seduzione.
Ma i rosé com’erano? Eccoli tradotti in:
Note di degustazione
Luna 2018, Azienda Agricola Villa Santo Stefano. La vendemmia 2018 è la “prima” per questa azienda posizionata nei dintorni della Pieve di Santo Stefano. Ho avuto modo di assaggiarlo appena imbottigliato e, in quella occasione, mostrò solo i lati scomposti della propria infanzia. Questo successivo assaggio, dopo un anno dal precedente ha presentato un rosé degno di attenzione con il suo colore tenue, il naso con toni floreali di geranio e rosa, fruttati su fragoline di bosco. Al palato semplice e diretto . Forse manca ancora un po’ di persistenza. Buono 87/100
Mia Perilla 2018 Tenuta Maria Teresa. Merlot e Chardonnay. Naso floreale e fruttato. Lamponi, ciliegie, geranio. Fresco e sapido al palato. Uno dei rosé che è emerso all’attenzione dei presenti. Ottimo, voto 89/100
Mi’ele 2018 Il Calamaio. Sangiovese. Lo definirei un “rosso rosato da pasto” e forse così è nelle intenzioni di Samuele Bianchi, il vignaiolo proprietario del Calamaio, vigneti in San Macario. Scuro nel colore, articolato nelle componenti più fruttate che floreali. Al palato questo rosso-rosé collega l’acidità con la sapidità e la leggerissima trama tannica. Buono 86/100
Fattoria Sardi 2018. Sangiovese e Vermentino. Da sempre ho indicato questo “climat” come quello più armonioso per produrre rosé. Quello presentato da Mina e Matteo Giustiniani a questo evento è il primo rosé. Non chiamatelo base, sarebbe riduttivo. Oggi si può affermare che la Fattoria Sardi si è specializzata nei vini rosé anche se produce ottimi rossi e bianchi. La versione 2018 lo conferma in pieno con una purezza cristallina coinvolgente. Eccellente 91/100
Rosaspina 2018 Fabrica di San Martino. Se parlate con Giuseppe Ferrua, per gli amici Beppe, guru della biodinamica lucchese, questo Rosaspina “è un divertimento”. Non vuole scalare alcuna classifica. Semplicemente farsi bere. Rientra in quei Rosso-Rosé da “merenda”. Statene certi: alla fine la bottiglia sarà vuota. Buono 86/100
Sestilia 2018 Colle di Bordocheo sangiovese e canaiolo. Rosé provenzale. Inizialmente floreale si sposta sui toni di ciliegie e agrumi dolci. Sapido e fresco. La leggerezza è la sua anima. Eccellente Voto 90/100
Pittiere 2018 Tenuta Mareli. Se parlate con Daniele vi dirà che a Montemagno, “il passo” che unisce la vallata di Camaiore con la Freddana, da sempre si fa vino. Vero ma quello buono è da quando la famiglia Mareli ha iniziato a produrre qualità secondo le metodologie moderne. E il suo Pittiere Rosé ne è una dimostrazione. Accattivante, regala un intreccio di fiori e frutti di gran pregio olfattivo. Al palato la morbidezza sostiene una vivace acidità e sapidità. Ottimo, voto 88/100
Casa e Chiesa B-Side 2018 Tenuta Lenzini merlot. Altro affascinante rosé costruito alla maniera provenzale. Floreale e fruttato al naso, equilibrato con sapidità e freschezza in bella mostra. Eccellente, voto 90/100
Schiller 2018 Fattoria di Fubbiano Sangiovese. Un rosé particolare ottenuto con il metodo saignée utilizzando lieviti aromatici. Rientra tra i rossi-rosé interpretando quell’aspetto ricercato, chic.Ed in quest’ultimo termine lo riconosco. Ottimo, voto 88/100
Infine una azienda ospite, non delle Colline Lucchesi ma della Maremma che ha fatto la sua gran bella figura:
Belguardo Rosé 2018 Azienda Belguardo. L’Azienda del Gruppo Mazzei ospite della serata. Le vigne si trovano dopo Grosseto, a Montiano. Un rosé fatto bene, anch’esso provenzale. Ricco di profumi, molto luminoso. Al palato l’assaggio prende forma con leggiadrie e ritorni fruttati. Eccellente, voto 90/100
Mi sovviene quanto detto, alcuni anni fa, da uno che passava da intenditore di vino e pontificava nella materia: il rosé? Un “vinello” ne bianco ne rosso”. Orripilante!
Urano Cupisti