Carolina Gatti e Marta Rinaldi. Due ragazze del vino secondo natura, produttrici e testimoni di due territori simbolo dell’Italia vinicola, il Raboso Piave e le Langhe

Un progetto di solidarietà. Due vini, “Pushutà e Namaste”, prodotti in collaborazione appositamente per finanziarlo.

Quella tra Carolina e Marta è un’amicizia nata alle fiere del settore, consolidata da bicchieri, scambio di esperienze, comune sentire su dimensione artigianale, identità, tradizione di vitigni e territori.

Un intreccio di sensibilità che si è cristallizzato nell’impegno sociale e progetti da condividere. Come quello, che vede la luce in questi giorni, dei vini “Pushutà e Namaste”.

Carolina Gatti da anni è una volontaria di Operazione Mato Grosso, un movimento di volontariato educativo missionario fondato dal padre salesiano Ugo de Censi attivo con molte missioni in America Latina: attualmente è presente in Perù con 40 comunità, 17 in Ecuador, 9 in Bolivia e 12 in Brasile. Qui i volontari – giovani, famiglie, sacerdoti che offrono il loro lavoro in forma totalmente gratuita, realizzano attività nel campo educativo, sanitario, agricolo e sociale.

Proprio in una di queste, a Macate, 2400 metri tra le Ande, nel nord del Perù, Carolina ha lavorato qualche anno fa per sei mesi aiutando Padre Vittorio nella sua missione, curando la casa e seguendo le varie attività e i campi di lavoro.

Preso il timone dell’azienda vinicola di famiglia è rimasto forte il legame con Padre Vittorio e padre Hugo e la volontà di fare qualcosa di concreto per aiutare il loro lavoro per i più bisognosi. Nasce così l’idea di produrre delle bottiglie di vino per sostenere l’attività delle missioni OMG.

Carolina ne parla con l’amica Marta Rinaldi, che l’anno precedente aveva creato il vino “Namaste” per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto in Nepal. E’ un si colorato di entusiasmo. Parte immediatamente lo scambio di idee: su come fare un unica etichetta con due nomi diversi, su come definire il prezzo delle bottiglie, sulla scelta del nome del vino. Nel giro di poche settimane i propositi diventano realtà

Marta chiede a Gianni del Bue di disegnare un apposita etichetta. Padre Vittorio battezza il vino prodotto da Carolina “Pushutà”, che in lingua quechua significa bollicina.

Insieme decidono prezzo e modalità di vendita.

Il risultato sono “Pushutà”, bollicina sui lieviti non filtrata data da un taglio di 70% di Prosecco clone Balbi e 30% Tocai Marca Trevigiana, prodotta in 600 bottiglie nell’annata 2013 e “Namaste”, un assemblaggio di Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Freisa e Ruchè dell’annata 2015 prodotta in 600 bottiglie.

Ogni bottiglia di  “Pushutà” e di “Namaste” viene venduta in coppia  a 20 euro che saranno interamente devoluti in beneficenza per sostenere le missioni di Operazione Mato Grosso in America Latina.

Carolina e Marta infatti per questo progetto si sono auto-tassate tutte le spese: dalle bottiglia al vino, dall’etichetta ai tappi, alle capsule fino all’imbottigliamento, in modo che i 20 euro siano puliti, direttamente disponibili, nello spirito proprio di OMG.

Entrambi i vini sono reperibili nelle rispettive cantine:

Az. Agr. Giuseppe Rinaldi, via Monforte 5, Barolo (Cn)

Az. Agr. Carolina Gatti, via Campagne 29, Ponte di Piave (Tv)

 

Nelle foto (photo Donatella Arione) le etichette dei vini “Pushutà e Namaste” e le due produttrici con le due bottiglie