Storia di formazione e sull’inutilità di una legge
“…il vero insegnamento che tutta questa vicenda mi lascia è l’idea che l’alcol non sia il vero problema. Lo sono la cultura, l’informazione che girano intorno ad esso, come intorno a tutte le cose a cui siamo abituati e che consideriamo parte della nostra vita quotidiana.”
La storia raccontata da Maddalena De Donato nel suo esordio letterario “Diario di una portatrice sana di Gewurztraminer” è insieme un racconto di formazione, con l’evoluzione in positivo di una ragazza che diventa donna, e allo stesso tempo denuncia di un sistema di repressione assurdo e fuorviante. La scelta delle parole nel titolo non è casuale, tutto parte da un controllo di polizia sulla strada in seguito al quale – per un paio di bicchieri di Gewurztraminer (protagonista negativo senza alcuna colpa in realtà) – la protagonista della storia viene trovata con un tasso alcolemico di 0,80 e quindi, da neopatentata, catapultata nel tunnel dell’alcoldipendenza. Si, non è uno scherzo, perché la Legge ideata per arginare il fenomeno della guida in stato di ubriachezza in Italia considera le persone con valori al di sopra di quelli consentiti dei veri alcolisti, li condanna penalmente e li inserisce in un percorso di recupero e controllo che neanche ai tempi dell’eroina. Un semplice test chimico, che non valuta assolutamente la capacità di una persona ma solo la “media” di reazione, è quindi sufficiente in Italia per farti diventare a tutti gli effetti un delinquente, privarti della patente per mesi e condurti a una serie di controlli medici costosissimi nonché complicati dalla burocrazia che tutti conosciamo. Chi più chi meno, tutti abbiamo avuto amici o parenti incappati in questo sistema, maturando la convinzione che non siano i controlli annuali a prenotazione a eliminare il rischio così come, per due bicchieri di vino, non diventiamo esattamente degli alcolisti. Sui danni poi che questa repressione cieca e dettata forse più dal fare cassa (visto che non distingue nemmeno tra valori di poco superiori e valori decisamente fuori controllo di alcol nel sangue) ha generato sul sistema vino, accomunato ai superalcolici, siamo altrettanto coscienti.
Ma torniamo al “diario” della De Donato, che nel raccontare nei dettagli le procedure di controllo, dal dover urinare sotto osservazione al taglio di ciocche di capelli per finire con la partecipazione al gruppo di sostegno per alcolisti, narra anche della crescita della protagonista. Che passa dall’età della giovinezza, divertimento e serate in discoteca, alla realtà di una crescita per certi versi inevitabile. Il diventare donna, forse anche sollecitato dalle difficoltà dell’accaduto, è quindi il filo conduttore del libro, fino al fatidico matrimonio. Un percorso che mescola denuncia vera a passaggi più leggeri, forse anche semplici, ma che nel complesso si legge bene. Un breve romanzo, o un racconto lungo, che diventa più godibile proprio quando pone domande sull’utilità del sistema e in alcune delle citazioni utilizzate in apertura di ogni capitolo, Virginiana Miller e Afterhours su tutti.
Se la curiosità vi assale a questo punto non rimane che partecipare ad uno degli eventi di presentazione del libro con l’autrice, il prossimo è previsto per giovedì 5 giugno alle 18.30 al Caffè Letterario Giubbe Rosse, in piazza della Repubblica 13/14r a Firenze.
Fabio Ciarla
Titolo: Diario di una portatrice sana di Gewurztraminer
Autore: Maddalena De Donato
Editore: Eclettica Edizioni
Prezzo: 10 €
91 pagg.
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