Ormai Collisioni, il festival Agri-Rock di Barolo, ha acquisito lo status di evento simbolo
Dopo le collaborazioni culturali è arrivata anche la volta, sempre sotto l’attenta regia di Ian D’Agata che ne è il curatore, della versione “on the road” del Progetto Vino. Da Barolo a Jesi quindi, con oltre 30 esperti di tutto il mondo in visita alle terre del Verdicchio dal 2 al 5 settembre, sotto l’attenta regia dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) del direttore Alberto Mazzoni.
“Collisioni dal Verdicchio alle Marche”, questo il nome dell’appuntamento, ha visto la platea di buyer, sommelier e giornalisti andare alla scoperta del già citato vitigno bianco più premiato d’Italia ma anche di Rosso Conero, Bianchello del Metauro, Colli Pesaresi e Colli Maceratesi Ribona, Lacrima di Morro d’Alba, Serrapetrona e Pergola. Un viaggio arricchito dalle visite naturalistiche e culturali, le prime con protagoniste le grotte di Frasassi e la baia di Portonovo, le seconde con i centri storici e i teatri di Jesi e Matelica. Ma, seguendo uno dei dettami del Progetto Vino di Collisioni, non potevano mancare le specialità gastronomiche delle Marche, esaltate dagli chef stellati Mauro Uliassi e Errico Recanati.
Occhi puntati sul Verdicchio quindi, con una degustazione completa a spasso tra le produzioni dei Castelli di Jesi e di Matelica per cominciare. Poi grande panoramica sulle produzioni della regione, cominciando sempre dal Verdicchio per passare poi a vitigni e denominazioni semi-sconosciuti sui contesti internazionali, Biancame e Maceratino ma anche i rossi da Montepulciano, la Lacrima di Morro d’Alba e la Vernaccia.
Conclusione con una magnifica doppia verticale Jesi e Matelica con 32 etichette a partire dal 1991 fino al 2010, arricchita dal fuori programma delle tre bottiglie prelevate dalle Grotte di Frasassi. Un progetto partito alcuni anni fa, con l’inserimento in un cunicolo delle grotte di alcune bottiglie di Verdicchio, che negli ultimi 7 anni hanno riposato al buio, con circa 14 gradi centigradi costanti e una umidità di circa il 98%. Le tre bottiglie degustate erano un Le Vaglie 2007 di Santa Barbara, Vigna Novali 2007 di Moncaro e Grancasale 2006 di Casalfarneto.
Un successo completo per il Verdicchio, capace di impressionare tutti i presenti per longevità e freschezza, sia nel Castelli di Jesi sia in quello di Matelica, fino alle vibranti note del quartetto più “anziano”: Garofoli e Moncaro del 1994, Fratelli Bucci del 1992 e Colonnara (Marchedoc) del 1991.
Molti degli operatori intervenuti hanno sottolineato la grandezza di questi vini, come lo statunitense Levi Dalton, conduttore di “I’ll Drink to That”, che si è detto molto colpito dalle etichette degustate. Indicazioni precise sempre per gli Stati Uniti sono arrivate da Laura Depasquale, general manager di Artisanal Fine Wine&Spirit (gruppo di distribuzione Southern Wine&Spirits Florida) così come ulteriori approfondimenti sono stati richiesti da Monty Waldin di Decanter. Senza dimenticare Wai Xin Chen, Italian Wine Ambassador a Singapore e proprietario del business blog Winexin.sg o Lingzi He, giornalista di Modernweekly (Cina) e Wine Mag (Hong Kong).
Un successo totale quindi, che ripaga degli sforzi sia l’organizzazione di Collisioni, intervenuta al completo con Filippo Taricco che del Festival è l’ideatore, sia l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini con in prima fila l’onnipresente direttore Alberto Mazzoni.
“Credo profondamente nella necessità di promuovere i grandi vini italiani nelle città chiave dei marcati esteri. Ma è altrettanto importante – ha detto Ian D’Agata – portare gli esperti che contribuiscono a determinare la fortuna di un vino nel mondo, a visitare e a toccare con mano il territorio di produzione e la cultura agricola in cui un vino nasce. Non sono l’unico a ritenere il Verdicchio una delle due-tre migliori uve autoctone bianche italiane, che raggiunge vertici qualitativi importantissimi nelle migliori espressioni di Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica. Ma il bello enologico delle Marche sono anche vitigni poco noti che danno vita a grandissimi vini, come ad esempio la Lacrima di Morro d’Alba e il Serrapetrona, che meriterebbero di essere più conosciuti. Collisioni dal Verdicchio alle Marche né nata con questo preciso obiettivo”.
Fabio Ciarla