Tantissime le realtà vinicole nazionali che hanno partecipato all’appuntamento, felici di confrontarsi e far conoscere i propri vini a sommelier, giornalisti, ristoratori e buyer

Il record è forse nei numeri, oltre 70 esperti di tutto il mondo con nomi di altissimo livello come Steven Spurrier, ma soprattutto nei risultati raggiunti dalla quarta edizione del Progetto Vino ideato e coordinato da Ian D’Agata per il Festival Agri-Rock Collisioni a Barolo. Primato assoluto anche nella durata della presenza degli ospiti, provenienti da 15 Paesi diversi, con più di una settimana di visite e degustazioni nelle Langhe dal 12 al 19 luglio. Nel Castello di Barolo, come sempre, si sono concentrati gli appuntamenti di degustazione distribuiti in tre sale con l’aggiunta di un quarto spazio, denominato Agrilab, che diventerà sede permanente delle iniziative collegate al progetto vino e da quest’anno anche “food” di Collisioni.

Tantissime le realtà vinicole nazionali che hanno partecipato all’appuntamento, felici di confrontarsi e far conoscere i propri vini a sommelier, giornalisti, ristoratori e buyer molto curiosi e attenti, spesso grandi conoscitori dei vari terroir italiani. In questa edizione Ian D’Agata e lo staff di Collisioni hanno puntato a massimizzare le possibilità di dibattito e conoscenza tra produttori ed esperti, con sessioni più lunghe e un minor numero di vini in degustazione, lasciando quindi ampi spazi alla conversazione. Per realizzare al meglio questa opportunità oltre ad allungare i giorni di permanenza, gli esperti sono stati divisi in tre gruppi (mescolati quasi quotidianamente) lasciando a un terzetto di “amici” di Collisioni il compito di fare da moderatori di ciascuna sala, scegliendo sempre almeno un italiano così da fornire una visione d’insieme ai presenti.

Ecco quindi da una parte Laura De Pasquale, Monty Waldin e Samuele Calistri, dall’altra spazio a Steven Spurrier, Levi Dalton e Fabio Ciarla, per finire con Michaela Morris, Bernard Burtschy e Michele Longo. Senza dimenticare ovviamente Ian D’Agata, che ha guidato diversi appuntamenti girando tra le varie sedi e facendo da collante per tutti i gruppi. Ma non bastava, ovviamente, su richiesta di molti partecipanti delle scorse edizioni l’organizzazione ha sfruttato al meglio la collaborazione delle aziende del territorio realizzando visite in cantina di spessore assoluto, basti pensare alla disponibilità della Elvio Cogno con due verticali di Nascetta e Barolo e una cena a bordo piscina con la cucina de La Ciau del Tornavento, oppure alla Sordo che ha realizzato una magnifica degustazione dei suoi 8 cru di Barolo, senza dimenticare l’approfondimento ampelografico realizzato da Vajra o il racconto dell’approccio biodinamico di Rivetto. Ma Collisioni è anche musica e spettacolo, quindi Marchesi di Barolo e la terrazza affacciata sul centro cittadino e il palco principale, in cui assistere ad uno dei grandi concerti dell’anno magari in compagnia del presidente del Senato Pietro Grasso.

Collisioni è tutto questo e anche di più, non basta certo un unico articolo per raccontarlo in tutte le sue sfumature, la speranza è però di fornire quegli spunti utili a riflettere su un appuntamento del tutto unico nel panorama enologico nazionale. Non è pensabile infatti avere a disposizione così tanti esperti di tutto il mondo pronti a degustare e conoscere, con calma, vini e territori d’Italia, anche poco noti.

Accanto infatti alle Langhe che ospitano l’appuntamento e ai grandi progetti di promozione di Marche e Vulture (per fare due nomi), sono stati degustati e apprezzati prodotti di aree in crescita o molto piccole come la provincia di Latina nel Lazio, i vini della Valle d’Aosta, l’entroterra siciliano e tanto altro. Un modo per far conoscere, e spesso distribuire direttamente grazie alla presenza di ristoratori e buyer, una parte della ricchezza enologica tricolore.

Fabio Ciarla