Civitella e Grechetto: un amore che dura da secoli.

Civitella d’Agliano, uno di quei “borghi italici” che trasudano di Storia. È posto su di una rupe tufacea nella Tuscia viterbese, in un ambiente collinare e boschivo. A metà strada tra Orvieto e Viterbo è parte integrante di quel paesaggio suggestivo reso ancor più affascinante e attraente da quelle “lingue” di argilla biancastra che prendono il nome di “calanchi”.

Civitella d’Agliano trasuda di Storia, quella con la maiuscola.

Abitata e popolata prima  dagli Etruschi e poi dai Romani. Numerosi reperti visibili ancora oggi a ricordare l’importanza di queste terre e i loro abitanti.

Con la caduta dell’Impero Romano e la “fuga” dalle pianure intorno al Tevere, le allora popolazioni contadine si rifugiarono sulle colline per meglio organizzare la loro difesa dalle varie orde di barbari calati da Nord.

Vitigno di Grechetto

Oggi il borgo ricorda nella sua struttura architettonica il classico agglomerato collinare costituito “a castello” con mura di recinsione.

Successivamente  ghibellina poi guelfa e nuovamente ghibellina, nel medioevo fu definita “ribelle” fino alla sottomissione, nel 1517, al “vicariato perpetuo” dello Stato Pontificio. Dal 1564 è Comune e tale rimane anche dopo l’annessione al Regno d’Italia nel 1870.

Il Grechetto. Si ritiene che il Grechetto, come suggerito dal nome, sia originario dalla Grecia così come tutti gli altri vitigni che portano il nome di Greco.

Sarebbe stato portato nell’Italia Meridionale dai coloni che a suo tempo popolavano la Magna Grecia. Vero? Può darsi.

Al di là dell’antica provenienza di questo vitigno che ancora oggi “accalora” gli storici enoici, noi che viviamo l’epoca del DNA, dobbiamo registrare l’esistenza di due cloni con diversi caratteri genetici: il clone g109 (Grechetto di Orvieto, Greco di Tufo DOCG) e il clone g5 (Greco di Todi, Pignoletto e Rebola riminese).

Le due varietà così distinte ma dalle caratteristiche molto simili portano poi ai numerosi sinonimi che incontriamo lungo lo stivale: Grechetto nostrale o Greco spoletino, Greco bianco di Perugia, Grechetto bianco, Stroppa volpe, Pignoletto, Pulcinculo bianco, Pulce, Greco, Pizzinculo, Strozzavolpe, Occhietto, Montanarino bianco, Grecherello, Pistillo, Grechetto di Todi, Greco gentile, Montanaro, Uva di San Marino.

E così ci troviamo di fronte a zone di coltivazioni più disparate e disciplinari di utilizzazione diversi.

La confusione totale sembrerebbe prendere il sopravvento se non fosse per la caparbietà dei vignaioli umbri e dell’alto Lazio che, constatata la diffusione di ambedue i cloni particolarmente nelle loro terre, considerano il Grechetto l’uva più rappresentativa della Tuscia reputandolo Vitigno autoctono.

All’interno di questa visione, tradizione e constatazione, Civitella d’Agliano e il Grechetto rappresentano una storia d’amore che continua nel tempo.

A rinnovare questo vincolo, i viticoltori dell’intera area “civitese” da diciassette anni promuovono con il supporto del Comune, Pro-Loco e varie associazioni civiche, l’evento “Nelle Terre del Grechetto”.

Evento incentrato sul Grechetto in tutte le sue variazioni clonali e territoriali.

Per l’edizione 2019 presenti  alla degustazione ben 63 campioni sia del Clone g109 che del g5. Tradotto in semplicità grechetti provenienti dalla Tuscia (Lazio, Umbria, Toscana) ed Emilia Romagna.

Ecco la mia Top Ten vendemmia 2018 (in ordine sparso):

– Lazio Propizio Donato Giangirolami

– Umbria Vardano Cantine Neri

– Civitella Poggio della Costa Sergio Mottura

– Lazio Trappolini

– Lazio Ametis Papalino

– Umbria Perticaia

– Umbria Arvore Zanchi

– Umbria Colle Ozio Leonardo Bussoletti

– Montefalco San Marco Antonelli

– Montefalco La Gaita del Falco Benedetti & Grigi

La degustazione

Vendemmia 2017

– Lazio Poggio Triale Tenuta La Pazzaglia

– Umbria Fior Fiore Roccafiore

Vendemmia 2016

– Civitella Latour a Civitella Sergio Mottura

– Lazio Galante Tenuta Olivieri

Vendemmia 2015

– Colli Bolognesi Gaggioli

– Umbria Sole Uve Tenuta Le Velette

Infine nella categoria “seduzione”

– Civitella Muffo 2016 Sergio Mottura

– Colli Bolognesi Pignoleto Passito 2013 Ambrosia Gaggioli

Sergio Mottura

Il drappello di vigne che diradano da Civitella verso la piana tiberina sono di valore assoluto assimilabili a quelle più ricercate.

Ne è convinto “un pioniere del Grechetto” che con dedizione, intuizione e umiltà è riuscito a portare alla luce quello che ama chiamare “il suo tesoro”.

Il suo piacere? Condividere e assaporare vini di grande personalità che passione, cultura ed entusiasmo hanno permesso di realizzarli: Sergio Mottura, il viticoltore (come ama definirsi).

E l’etichetta Latour a Civitella non è un caso. Chapeau!

Urano Cupisti