“Lo champagne (vino) è la cultura della distinzione”. Così fu detto da uno che di perlage se ne intende. Tal Roland de Calonne, ex direttore generale di Ruinart. Una di quelle frasi entrata a far parte di diritto nell’enciclopedia delle frasi storiche che questo vino è riuscito ad attrarre su se stesso a partire dal secolo XVII (Dom Pérignon docet).

“La distinzione è il riflesso della bellezza dell’anima su tutto ciò che la circonda. Non si acquisisce, né si può cedere; non appartiene alla nascita, né al ceto, né al patrimonio” (F.G-M., Manuel de politesse à l’usage de la jeunesse, Maison A.Mame &Fils, 1919).

Champagne. Il tour eseguito

Anche nel viaggio compiuto in questo mese di ottobre 2021 la cultura della distinzione e il sogno fragile sono state fonti di ispirazione e scelte determinanti nelle visite, vuoi alle aree, micro-aree, vuoi alle piccole e grandi Maison scelte.

“Ricordo le banalità del conduttore di un importante Tg della sera, lo scorso Natale, che raccomandava ai milioni di telespettatori di brindare con “Champagne italiano. Il nostro Paese ha bisogno di cultura, di conoscenza dell’arte del bere giusto e, soprattutto, di presa d’atto che il vino è cultura e come tale è cittadino del mondo”. (Franco M. Ricci nell’introduzione della pubblicazione a firma Roberto Bellini “Champagne e Champagnes, Bibenda Editore 2009).

E con questo mi vien da ricordare quanto sancito dalla giurisprudenza francese nel lontano luglio 1824: Il n’est champagne que de la champagne”.

L’inizio: Épernay

Domenica 3 ottobre, a bordo di un minivan con amici amanti del perlage, alla volta di Épernay scelta come base logistica per i nostri spostamenti.

Épernay, affascinante cittadina di circa 25.000 abitanti, è considerata da tutti come la vera capitale della regione Champagne. Posta sulle rive del fiume La Marne, adagiata sopra chilometri di gallerie scavate in profondità nel craie del cretaceo.

Quel sottosuolo gessoso, mix di più elementi, vitale energia che nasce come roccia per poi sciogliersi in polvere alla superficie. Nelle giornate dove la Bise ,il vento gelido dell’Est, soffia con forza, la polvere gessosa segue le folate che scuotono i vigneti.

Tomba di Dom Perignon

Avenue de Champagne

Épernay ci ha dato il suo benvenuto al calar del sole. Percorrere l’Avenue de Champagne, il percorso più prestigioso della città, è uno dei riti “obbligatori” al quale ogni visitatore “deve” sottoporsi. Percorrerlo a piedi nella notte profonda è immergersi nell’autentica seduzione, in momenti di meditazione e riflessione.

Questa strada rettilinea di oltre un chilometro, fiancheggiata da edifici di un’architettura marcata della fine del XIX secolo, mostra  dimore private e grandi Maison insieme, allineate una di fronte all’altra, punteggiate da alte porte massicce e ornate. Benvenuti nella Champagne.

Dom Pierre Pérignon

Altro rito “obbligatorio” è la visita alla tomba di Don Pierre Pérignon, nell’Abbazia di Hautvillers, poco distante da Épernay. Raggiunta subito il mattino seguente prima di iniziare il nostro tour. Preghierina, lumino acceso; il tutto come richiesta per un buon viatico nel sogno fragile.

Gallerie della Maison Mondet

Maison Mondet

Le bercau magique, la culla magica dell’anfiteatro di Romery (inizio della Vallée de la Marne), si è presentata a noi appena scollettato a nord-ovest il fianco della Montagne de Reims. Un mare di vigneti a perdita d’occhio.

Con il nostro minivan ci siamo tuffati tra le vigne per raggiungere il villaggio di  Cormoyeux. Ad attenderci  Line e Laurent BEAUPUITS della Maison Mondet.

La Creazione della Maison de Champagne Mondet comincia nel 1926 con Jules MONDET che inizia la vinificazione su piccoli appezzamenti di vigneti. Il loro SAVOIR FAIRE?

Dopo la prima fermentazione in vasche d’acciaio, vengono degustati i “vins clair” per determinare gli assemblaggi tra i diversi vitigni e diversi anni di raccolta. Si procede poi alla seconda fermentazione in bottiglia. Terminata la presa di spuma quello che ormai possiamo definire champagne  invecchia (permanenza sui lieviti)  da 3 a 7 anni nelle cantine della Maison. Già, le cantine della Maison.

200 metri di cantine naturali di gesso a 30 metri sottoterra che permettono una conservazione e un invecchiamento ottimale delle bottiglie ad una temperatura costante di 10-12 ºC.

La prima parte della cantina risale al 1886, è stata estesa negli anni ’70, poi si è aggiunta una seconda galleria parallela. Oggi, i fossili incastonati nella volta in tufo da 95 milioni di anni, vegliano sul riposo delle bottiglie di champagne.

Fossile nella cave di Mondet

Due parole sui vigneti

La Maison utilizza i 3 vitigni tipici della Champagne; lo Chardonnay che apporta finezza ed eleganza; il Pinot Noir che da struttura, robustezza e fruttato; il Pinot Meunier che infonde rotondità equilibrio ed ancora fruttato.

I vigneti sono situato sui terreni di Cormoyeux e Romery, con una superficie totale coltivata di 11 ettari, di cui una piccola parte a Passy Grigny. Il terreno è caratterizzato da un sottosuolo gessato che funge da vero e proprio regolatore termico, cattura l’umidità e la restituisce quando la vite ne ha più bisogno. L’età media dei vigneti è di 30 anni, e alcuni appezzamenti selezionati per le migliori cuvée sono di 60 anni.

Maison Pannier

Lasciato il paese fleury di Cormoyeux abbiamo raggiunto l’estremità ovest della Vallé de La Marne: Château-Thierry, sede della Maison Pannier.

La cave di Pannier

La Maison ospita magnifiche cantine medievali di oltre due chilometri, scavate a partire dal XII secolo. Nella penombra e nella freschezza di questo labirinto sotterraneo, le cuvée acquisiscono lentamente la loro piena maturità. La scoperta di questo eccezionale patrimonio e la degustazione che ne è seguita ha reso la visita indimenticabile.

Nel 1999 fu scoperta un’incisione del XIV secolo raffigurante un arciere medievale. Da quel momento ne è divenuto emblema dello champagne PANNIER. Qualità, equilibrio e maestria, valori forti della Maison sono perfettamente rappresentati da questa figura che veglia sull’invecchiamento dei vini. Il motto coniato del tiro con l’arco? « Tendre à la perfection ».

Nel rientrare ad Épernay, una scoperta per caso non prevista nel panel delle visite. Un ricordo di una degustazione di alcuni mesi fa e, visto che il paesino di Vandières era sulla nostra strada, perché non fermarsi?

Maison Delouvin-Nowack

Delouvin-Nowak

Incontriamo Geoffrey Delouvin, un vigneron giovane molto accogliente che dedica il suo ottimo lavoro quasi esclusivamente al  Pinot Meunier. Del resto nella Vallée de La Marne questo vitigno ne è il Re assoluto.

I Delouvin iniziarono a commercializzare champagne dal 1949; oggi Geoffrey coltiva i 6 ettari di proprietà (5 vitati a Meunier e 1 a chardonnay per la cuvée millesimata Extra Sélection) in modo rigoroso, effettuando personalmente tutte le operazioni di vinificazione e di analisi, per garantire la specificità dei suoi champagne ed il risultato? Champagne piacevolissimi  che incontrano il favore di molti degustatori grazie alla particolarità del puro Pinot Meunier vinificato in modo semplice, senza eccessi.

Urano Cupisti

(fine prima parte)