I principi di questa filosofia si basano sul concetto che il complesso sistema di un’azienda agricola sia composto da: terreno, piante, animali, uomo e tutto ciò che sta intorno

Capita sempre più spesso di poter assaggiare vini biodinamici, che sono sempre più diffusi, sempre più richiesti e sempre più accattivanti.

Come era prevedibile, dopo un lungo periodo di rodaggio, tra gli addetti ai lavori e tra quelli che vivono con grande interesse le evoluzioni pindariche dell’enologia, l’onda lunga è arrivata dirompente.

Senz’altro la biodinamica suscita grande interesse e spesso viene ammantata un certo alone di magia, dovuta alle singolari pratiche colturali apparentemente a metà tra  la superstizione e le innovative acquisizioni olistico- scientifiche.

I principi di questa filosofia si basano sul concetto che il complesso sistema di un’azienda agricola sia composto da: terreno, piante, animali, uomo e tutto ciò che sta intorno.

Questi elementi contribuiscono attivamente ad un equilibrio che assicura la salute del sistema stesso, che viene concepito come un’unica entità vivente.

Questo organismo, è influenzato nei suoi ritmi e cicli vitali da molti fattori, non ultimi quelli provenienti dalle stelle, cioè dai pianeti che ci circondano.

E’ indispensabile dunque conoscere e rispettare le leggi naturali, che da sempre regolano perfettamente questo equilibrio.

Le basi dell’agricoltura biodinamica traggono i loro fondamenti dalla scienza spirituale delineata da Rudolf Steiner: “l’antroposofia”, sviluppatasi alla fine dell’800. Questa filosofia, non nasce da menti astratte, inclini allo sterile sofisma, ma al contrario nacque proprio per volontà di alcuni agricoltori, che stavano constatando quanto l’utilizzo di concimi chimici e di altri composti non naturali, stesse impoverendo inesorabilmente il terreno.

I principi della biodinamica sono: mantenere la fertilità della terra, rendere le piante sane così che possano resistere autonomamente alle malattie ed ai parassiti ed in fine produrre alimenti di qualità superiore.

Diciamo che furono i precursori di uno stile di pensiero non certo popolare, in un’epoca in cui lo sfruttamento delle ricchezze naturali sembrava essere la via più breve e vantaggiosa per raggiungere il tanto agognato benessere e allo stesso tempo ancora non aveva palesato le sue controindicazioni, rendendole così evidenti, come ai giorni nostri.

Dire che la biodinamica è un metodo di coltivazione senza concimi chimici né veleni risulta estremamente riduttivo. La biodinamica si propone di considerare i singoli elementi, non in maniera settoriale, ma inseriti in un contesto molto più ampio, parte di una sorta di equilibrio cosmico che risponde a delle leggi ben precise e collaudate da un tempo infinito.

La chiave è inserirsi in questa armonia senza creare il caos, ma al contrario sfruttarne il naturale corso a nostro vantaggio.

Nell’azienda agricola ideale i tipi di frutta e verdura coltivati si scelgono in base alla loro idoneità ad un tipo di terreno e le coltivazioni sono rigorosamente di tipo organico, senza cioè l’utilizzo di artifici chimici.

L’allevamento del bestiame inoltre deve essere limitato solo a quei capi che possono trovare naturalmente il foraggio necessario per la loro sopravvivenza. In un sistema biodinamico il terreno deve essere mantenuto in uno stato fertile e vitale utilizzando metodi naturali, come: il compost, il prodotto da concime solido da cortile, il materiale vegetale come fertilizzante, le rotazioni colturali correttamente studiate, la lotta antiparassitaria meccanica e i pesticidi a base di materiali vegetali.

Il concetto non è quello di fornire sinteticamente i nutrienti alla terra, ma attivare la vita nel suolo, evitando di uccidere con i veleni: vermi, lombrichi e d altri microorganismi, responsabili della trasformazione di vari componenti in humus, un fertilizzante naturale.

La biodinamica come si evince dalla parola è un equilibrio tra la vita ed il movimento. La parte dinamica di questo metodo comprende l’influenza che le forze cosmiche esercitano sulla crescita e lo sviluppo delle piante e dell’intero sistema. Gli agricoltori che adottano questa pratica, scelgono il momento della semina e del raccolto in base alle forze cosmiche attive in quel momento.

I pianeti con il loro passaggio esercitano delle forze che si ripercuotono sull’ambiente terrestre: la luna influisce sul contenuto idrico di tutti gli organismi, il sole contribuisce alla crescita delle piante, gli altri pianeti operano sia direttamente attraverso l’atmosfera, che indirettamente.

Una rivoluzione lunare dura 27 giorni, periodo che impiega per attraversare tutti e 12 pianeti dello zodiaco, le dodici regioni cosmiche si raggruppano secondo quattro diversi impulsi di crescita: terra, acqua, aria e calore, che durano nove giorni ciascuno e dunque abbiamo tre impulsi ad ogni ciclo lunare.

Ci saranno i giorni di “frutti”, che mostrano tendenza al calore, i giorni di “foglie” in cui si verifica il massimo delle precipitazioni, nei giorni di “radici”, nei quali si avrà una maggiore tendenza alle gelate notturne ed al freddo  ed infine nei giorni di “fiori” che si presenteranno prevalentemente con cielo sereno e sole brillante.

I semi ottenuti sotto influssi zodiacali diversi sono diversi e se ne possono avere 144 varianti diverse. L’elemento terra legato ai segni zodiacali di toro, vergine e capricorno sarà propizio per la crescita di radici e tuberi, l’elemento acqua, legato ai segni pesci, cancro e scorpione, favorirà lo sviluppo delle foglie; l’elemento aria e luce, legato a gemelli, bilancia, acquario, agevolerà lo sviluppo dei fiori; ed infine l’elemento fuoco, legato ad ariete, leone e sagittario influenzerà positivamente la maturazione di frutti e semi.

Con il sommarsi degli influssi di più congiunzioni, cioè quando due o più pianeti si trovano nella stessa direzione cosmica, si possono verificare fatti anomali, come il blocco della crescita, oppure un’infestazione fungina.

Queste strabilianti teorie sono state studiate e sperimentate negli anni.  C’è chi dice che i troppi interessi in ballo, da parte dell’industria di concimi e diserbanti e la non immediatezza del metodo, abbiano fatto si che la biodinamica ad oggi sia ad appannaggio di pochi.

In biodinamica si prevede l’utilizzo di composti naturali dinamizzati e come nella medicina omeopatica, non si combatte il sintomo, ma si fa in modo di agire sui processi metabolici, sia delle piante che del terreno, mediante energie trasportate da prodotti potenziati.

Anche il giardino di casa può essere gestito con i principi della biodinamica, i requisiti indispensabili sono: l’abolizione dei fertilizzanti minerali sintetici e i pesticidi chimici, l’uso intensivo del compost, un’attenta gestione del terreno e il riconoscimento delle influenze cosmiche. Il compost è trattato con “piante officinali” e diluito, in rapporti precisi. Questa mistura viene applicata seguendo modalità e tempi specifici, a seconda di quelle che sono le fasi vitali della pianta sulle quali si vuole creare un’influenza, promuovendone una crescita sana.

Quando l’intenzione è quella di potenziare la crescita e la fruttificazione deve essere spruzzato al mattino presto; verso l’epoca della maturazione, quando le piante stanno appassendo e devono sviluppare ottime capacità di immagazzinamento, il momento ideale è il tardo pomeriggio.

La biodinamica è una filosofia affascinante che ha come scopo principale quello di mantenere in buona salute il sistema in cui viviamo e di cui facciamo parte, non considerandone un singolo elemento ma l’intero suo complesso equilibrio, etrando in armonia con le forze che ci circondano. Ogni singolo elemento vivente sopravvive in virtù di una sorta di simbiosi con tutto quello che lo circonda, animali, vegetali, minerali fanno parte di una antica danza che esiste da quando esiste il mondo.

 

Alessandra Rachini