A lezione di biodinamica da Alois Lageder
Visitare l’Azienda a Magrè sulla Strada del Vino e parlare, raccontare intorno ad Alois Lageder da sempre, per me, accende una grandissima emozione. E lo è stato anche recentemente, a fine luglio, in un assolato caldissimo pomeriggio altoatesino.
Insieme ad alcuni amici “di-vini”ci siamo recati “a lezione di biodinamica” da Alois.
Alois Lageder è tutt’altro da raccontare. Lo ascolti nella sua signorile semplicità espositiva, non riesci a perdere alcuna parola dell’illustrazione, descrizione di tutte le fasi del percorso che portano ai suoi vini.
È un fiume in piena nella sostanza ma non lo è nella forma. Alterna le descrizioni delle fasi della vinificazione con i racconti intorno alla “ visione spirituale antroposofica del mondo elaborata dal filosofo ed esoterista Rudolf Steiner”, enuncia i valori imprescindibili dell’utilizzo delle barriques con il “necessario addolcimento musicale” progettato da Mario Airò. Solo così riesci a percepire e capire la sua filosofia.
L’uso di tecniche antiche innovate da tecnologie più attuali, il principio della gravità espresso nella forma semplice circolare della torre di vinificazione, il coinvolgimento dell’illuminazione naturale per non alterare i delicati sistemi. Il rifiuto assoluto di non demonizzare il legno che da secoli è il primo alleato nella vinificazione dei vini. Far respirare il vino per la sua armonica evoluzione.
E quando si parla di armonia non si può escludere la musica, i suoni, la ninna-nanna per barriques e archi. Nel caso di Alois Lageder insieme all’artista italiano Mario Airò si tratta di aver creato un procedimento musicale che consiste nel dispiegarsi di una singola linea melodica, in questo caso, suonata da un solo strumento. “Diverse note lunghe, infatti, riecheggiano da una parete all’altra, riproducendo un’elaborazione computerizzata del sesto concerto brandeburghese di Bach.
E sulle note della musica danzano beatamente i lieviti del vino, proiettati a migliaia di ingrandimenti sullo sfondo rosso e azzurro delle pareti”. La musica accompagna in questo modo la maturazione dei migliori vini rossi di Alois Lageder, cullandoli.
Si tratta di un’installazione sonora assai raffinata, non un semplice nastro o cd che “senza fine” o a semplice comando premendo un interruttore diffonde la musica monodica. Solo quando all’esterno spira il vento, un rotore montato sul tetto fornisce l’energia necessaria per riprodurre il CD. Ancora una volta una interazione virtuosa tra la natura e la tecnologia mentre il vino compie la sua lenta trasformazione.
Aspetti poetici? Ma il vino da sempre è poesia e alla tenuta Alois Lageder , all’Ansitz Löwengang, ti inebri anche di essa.
Nel percorrere la medievale stradina che collega la Cantina alle prime vigne al di là della Strada del Vino, Alois continua a ricordare che l’arte, come sintesi espressiva, riassume e comunica con immediatezza il dialogo tra vigna e vignaiolo, natura e uomo, passato e presente del fare vino alla tenuta Löwengang.
È arrivato il momento dell’approfondimento biodinamico. La descrizione assume un tono più tecnico. “Il vino nasce in vigna. L’uva deve essere sana e di ottima qualità. Noi si lavora cercando di mantenere intatto l’equilibrio biologico della vite, per impedire che le malattie mettano a repentaglio il risultato finale. Come non dargli ragione, ma è proprio questo il motivo del contendere.
Quando si manifestano i principi che presagiscono un’annata difficile al limite del caso in cui sembrerebbe compromettersi, quando l’ecosistema non ce la fa, il ricorso alla chimica è inevitabile. Un atto di umiltà e correttezza comunicativa che però non interferisce con il suo progetto, fonte di ispirazione e vita, di una coltivazione biodinamica totale pur sapendo le difficoltà e le fatiche per attuarlo.E giù racconti sulle immagini del cielo, l’influenza degli astri, della luna che incidono sulla crescita della vite.
Macrocosmo e i processi naturali. L’uva ascolta gli astri. Le forze cosmiche che influenzano i tempi delle potature, travasi, imbottigliamenti e interpretano i ritmi di tutte le operazioni. Alois adesso è proprio un fiume in piena. La tradizione insegna che le forze cosmiche influenzano la nostra vita quotidiana ed è per questo che, anche a Löwengang, questi concetti sono divenuti parte integrante della vita aziendale.
Ci guardiamo negli occhi. Sorridenti i suoi, dubbiosi i miei che nascondono quel lato qualunquista legato all’impresa faraonica di produrre un milione di bottiglie. La verità è una sola: i Vini sono eccellenti e se vengono prodotti con una conduzione biodinamica non posso che esserne felice. Anche gli astri così sono dalla mia parte.
Ansitz Löwengang di Alois Lageder una visita diversa dove il fattore vino ti coinvolge in un mix di Arte, Cultura, Musica e Filosofia di vita. Esperienza originale, esclusiva, incomparabile ovvero unica.
Ed adesso gli assaggi che parlano ed esprimono al meglio le caratteristiche dei singoli vitigni e territori dai quali provengono.
Urano Cupisti