Settimana decisiva sul dossier

Dopo l’accordo del 14 dicembre scorso tra la Commissione europea e gli Stati membri, lo spettro della

liberalizzazione riemerge nell’ambito delle discussioni sulle modalità di funzionamento del nuovo regime. La

settimana appena iniziata si annuncia cruciale, con il voto del Parlamento Europeo e il proseguimento delle

discussioni al Consiglio. Le Organizzazioni di categoria sono particolarmente critiche sulla durata proposta

per il nuovo regime.

Dopo parecchi mesi di intensa mobilitazione, i rappresentanti delle varie categorie vitivinicole avevano

espresso il 14 dicembre scorso un senso di sollievo alla lettura delle conclusioni del Gruppo di riflessione di

Alto Livello, ma rammentato anche che sarebbero rimaste vigili nel corso delle discussioni che si sarebbero

protratte per la messa in atto del nuovo dispositivo. Il progetto ispirato dalla Commissione europea,

attualmente in discussione al Consiglio, prevede certo il mantenimento di un regime di inquadramento di

tutti gli impianti vitivinicoli nell’Unione Europea, ma dispone anche che avrà termine alla fine del 2021.

Ricompare quindi lo spettro della liberalizzazione degli impianti, seppure a tempo ritardato, e questo

preoccupa i viticoltori. Il Presidente di EFOW nonché di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro ha dichiarato: “Il

regime attuale dei diritti di impianto doveva terminare il 31 dicembre 2015 a livello comunitario e al più

tardi il 31 dicembre 2018 a livello di Stati membri, in base alle loro decisioni. Oggi ci viene proposto un

nuovo sistema che deve terminare alla fine del 2021, ossia solo tre anni in più rispetto alle attuali possibilità

consentite. Non è accettabile. La Commissione e gli Stati membri hanno sottolineato il 14 dicembre scorso

che c’era una necessità assoluta di tenere ancora sotto controllo tutti gli impianti di nuove viti. Chiediamo

oggi che le proposte si traducano in atti concreti e che il regime che si vuole applicare sia a tempo

indeterminato o almeno per una durata molto più importante”.

I viticoltori chiedono ai deputati europei di confermare questa settimana il voto della Commissione

Agricoltura sul dossier riguardante anche i diritti di impianto e di usare i loro nuovi poteri di codecisione per

indurre la Commissione a rivedere la loro proposta, specie sulla durata del nuovo sistema. “Noi abbiamo

sempre apprezzato il sostegno dei parlamentari su questa questione – ha proseguito Ricci Curbastro

Ricordiamo d’altronde che il Parlamento Europeo è la sola Istituzione che si è opposta nel 2008 al progetto

di liberalizzazione degli impianti. Il Parlamento decide ormai congiuntamente con la Commissione ed il

Consiglio; vedremo dunque quale seguito daranno queste due ultime Istituzioni ai pronunciamenti che il

Parlamento vorrà assumere in seduta plenaria sui diritti di impianto”.