resentate alla Commissione Europea due interrogazioni sulla vendita diretta di vino ai privati in Europa. CEVI e FIVI chiedono lo snellimento burocratico.

In questi giorni Astrid Lulling, europarlamentare lussemburghese Presidente dellIntergruppo Vino del Parlamento Europeo ha depositato uninterrogazione scritta sulle barriere esistenti allinterno del mercato unico europeo per la vendita di vino fra paesi diversi. In contemporanea altra interrogazione sul medesimo argomento è stata avanzata dallitaliano Giancarlo Scottà.

Il tema è caldo e le azioni dei membri del Parlamento fanno seguito alla presentazione da parte di CEVI – Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti e di FIVI Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti di un documento con dettagliate proposte di semplificazione della materia.

Questi alcuni dei quesiti delle interrogazioni:

– la Commissione intende intraprendere misure che permettano alle piccole e medie imprese

vitivinicole di partecipare attivamente al mercato interno europeo attraverso una semplificazione

amministrativa?

– quali sono i motivi che impediscono di assimilare l’acquisto da parte dei privati alle vendite a

distanza nei limiti dei quantitativi previsti dalla Direttiva 2008/118/CE (90 litri per vini

tranquilli e 60 litri per gli spumanti)?

– I fondi destinati allo sviluppo rurale e in particolare alla promozione dellenoturismo, non

sarebbero più efficaci se si permettesse ai viticoltori di intrattenere relazioni commerciali con i

turisti anche a distanza?

– Quali misure intende intraprendere la Commissione per conseguire una soluzione a questa

distorsione del mercato, per cui vengono agevolate maggiormente le aziende di grandi

dimensioni?

Nel settore vino la vendita diretta rappresenta una percentuale considerevole del totale degli scambi commerciali. In Italia, ad esempio, ben oltre il 30% dei consumatori preferisce acquistare direttamente dai produttori. Le piccole realtà produttive rappresentano spesso un’attrattiva turistica e lo sviluppo del settore enoturistico può rappresentare una soluzione alla crisi attuale per diverse realtà. Quando però un privato vuole acquistare a distanza piccole quantità di vino, da un produttore di un altro Stato membro, deve passare attraverso un rappresentante fiscale che paghi le accise e il prezzo della bottiglia aumenta. Queste barriere, di fatto, impediscono alle piccole e medie imprese di beneficiare del mercato comune e colpiscono al tempo stesso il consumatore.

Su questo e su altri fronti si confermano attivi i Vignaioli Indipendenti, reduci da un Vinitaly impegnativo e di grande soddisfazione, come ribadisce Matilde Poggi, Vignaiola in Bardolino e VicePresidente FIVI: – Siamo stati presenti per il primo anno con uno stand istituzionale in Fiera a Verona. La nostra postazione è stata luogo di incontro e scambio con i nostri associati, con i rappresentanti dei media, e momento di conoscenza della nostra realtà associativa da parte dei consumatori. Abbiamo offerto un servizio ai piccoli vignaioli, che hanno potuto affittare i tavoli presenti per appuntamenti con buyer e importatori, pur non essendo espositori a Vinitaly. È stata davvero una bella iniezione di energia laver registrato molte nuove iscrizioni e vedere quanto entusiasmo c’è intorno alla FIVI, il cui logo è ormai riconosciuto da consumatori e operatori del settore. I prossimi appuntamenti che ci vedono protagonisti sono, da venerdì 19 a domenica 21 aprile, BEWINE MERCATO DEI VIGNAIOLI DEL TRENTINO, organizzato dai nostri associati trentini a TrentoFiere. E poi il tradizionale appuntamento di fine anno, sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre alla Fiera di Piacenza, con il MERCATO DEI VINI DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI, al quale già stiamo lavorando a pieno ritmo -.

FIVI – Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti

Attualmente sono 700 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 7.000 ettari di vigneto, quindi una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola.

412.000 sono gli ettolitri di vino prodotti, 55 i milioni di bottiglie commercializzate e oltre 0,5 i miliardi di euro di fatturato.
I 7.000 ettari di vigneto sono condotti per il 44 % in regime biologico/biodinamico, per il 18 % secondo i principi della lota integrata e per il 38 % secondo la viticoltura convenzionale. www.fivi.it